Contribuire alla nascita del libro “Stratocaster - Sei Corde Nella Leggenda” è stato stimolante, faticoso, appagante, in fin dei conti divertente.
È stato il primo libro su cui compare la mia firma e, oltre la gioia di vedermi - in un fantastico lavoro corale - accanto ad amici, colleghi che ritengo essere tra le penne e le teste più raffinate del settore, ha rappresentato un’eccitante esperienza per ciò che riguarda l’intero layout grafico.
Del libro ho curato l’impaginazione ma, soprattutto, mi sono “sfiziato” a creare le grafiche e le immagini di copertina. Una copertina che, però, si basa su una menzogna, perché le quattro Stratocaster sgargianti si cui si intuiscono contorni e dotazione tecnica... non esistono davvero.
Non fraintendetemi, le chitarre sono reali, solo che non sono affatto così nella realtà.
Tanto per cominciare, è una sola chitarra.
È stata fotografata con la tecnica del light painting (esposizioni lunghe al buio totale e illuminazione effettuata a mano, passando una piccola luce sui punti che si intende rivelare alla fotocamera, proprio come un pennello), poi modificata per enfatizzare l’effetto e, infine… ricolorata di sana pianta per dare vita a quattro finiture che, nella storia Fender, semplicemente non compaiono.
La chitarra originale è una bellissima Stratocaster American Professional II in finitura Miami Blue. È una chitarra in cui ho lasciato un pezzetto di cuore, quella testata sul finire del 2020 in questo articolo.
Esatto, la foto è stata scattata precisamente due anni fa, tanto per dare un’idea delle ricerche, dei confronti e delle progettualità che un libro come questo può richiedere.
A dirla tutta, dapprima la copertina doveva apparire piuttosto diversa. L’idea era di avvolgere il corpo della chitarra in un fascio di luce, anche questo realizzato con light painting (una piccola torcia chiusa nel palmo della mano, e il colore rosso è… la mia mano).
Poi però la trovata è stata valutata un po’ troppo pacchiana. Probabilmente… a ragione!
Così si è pensato di creare delle composizioni, di cui l’attuale copertina è la forma finale. Quattro chitarre, quattro colorazioni forti, nessuna delle quali appartenente ai cataloghi Fender, volutamente.
L’idea di una chitarra singola, appena “intuibile” più che visibile, è però rimasta fino alla stampa, spostandosi sulla quarta di copertina.
A questo punto la domanda sorgerà spontanea: “E a noi che ci frega di come hai fotografato la chitarra?”
E beh, avete ragione. E infatti la roba interessante è dentro!
Io me la sono spupazzata tutta nelle varie fasi dell’impaginazione, soffrendo non poco a dover tenere il segreto sui contenuti, ma ora il libro è finalmente completo, fatto, stampato e sugli scaffali, quelli virtuali di Accordo. E io, sarò di parte, ma vi consiglio caldamente di dargli un’occhiata! |