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Soldi, fama e disvalori: ecco le nuove popstar che ascoltano i nostri figli - parte 1

di eug3nio [user #63386] - pubblicato il 23 dicembre 2022 ore 09:27
La strada per la fama e il successo è una di quelle strade tra le più aspre e difficoltose, che solo pochissime persone al mondo riescono a percorrere fino in fondo. E quando si arriva a destinazione, non è detto che sia stato un bene l’averla intrapresa. In ogni caso la fame di fama, per usare un gioco di parole, è oggi viva più che mai, e per raggiungerla si utilizza qualunque mezzo, non escluso quello di apparire come cattivo esempio alle nuove generazioni, pur di essere conosciuti e apprezzati. Da Miley Cyrus che fuma marijuana agli MTV Ema Awards, in diretta TV (Huffington Post, 22-1-2019), ad Ariana Grande che sculetta allegramente a 4 zampe e intona: “Mi piace, lo voglio, lo prendo” (Il Fatto Quotidiano, 16-9-2019). Renato Pozzetto esclamerebbe: “Eh la Madonna!”. E sì, c’è anche Madonna, arrivata al suo concerto con 3 ore di ritardo e salita sul palco ubriaca fradicia (Today, 20-1-2016). Sono solo una manciata delle innumerevoli esibizioni “originali” delle più celebri popstar dei nostri giorni. Ah, ovviamente ce n’è anche qualcuna di un’altra era − ad esempio Madonna − evidentemente in preda a crisi di mezza età e conseguente desiderio di apparire moderna e disinibita al pari delle odierne teen popstar. Ma al di là di qualche isolata popstar del passato, oramai quasi caduta nel dimenticatoio, quel che è più preoccupante è come siano le NUOVE generazioni di popstar a imporsi e comunicare alle nuove generazioni di amanti della musica. É noto che produrre brani carini e che possano piacere sia per la melodia sia per le parti cantate non è sufficiente per poter raggiungere la tanto agognata fama, bensì è necessario anche (e soprattutto) farsi notare. Ma se ci si fa notare per cause positive e apparendo come brave ragazze o bravi ragazzi si finisce nel paradosso di essere bollati alla stregua di personaggi noiosi, piatti e conformisti; al contrario se si appare come ribelli, selvaggi, anti-establishment e cattivi ragazzi o cattive ragazze, allora in tal caso si acquista più carisma e dunque più fama. Prendiamo proprio due tra le più celebri popstar di oggi come esempio: Ariana Grande (che di “grande” ha però pochissimo, essendo alta come una bambina di 10 anni) e Miley Cyrus, l’ex reginetta della Walt Disney che fuma più di Bob Marley, Wiz Khalifa e Snoop Dogg messi insieme. Sono entrambe delle cantanti senza oggettive doti canore di rilievo, tant’è che la prima ha vinto un unico Grammy Award e la seconda nemmeno mezzo. Un numero bassissimo pensando che si tratta di cantanti con svariate decine di milioni di fan sui social e miliardi di visualizzazioni su YouTube alle loro canzoni più importanti. Tanto per intenderci, se facciamo il parallelo con una leggenda della musica come Bruce Springsteen, possiamo notare che questi ne ha ottenuti addirittura 20 di Grammy. Però ovviamente stiamo parlando di una leggenda vivente; a ogni modo, se facessimo il parallelo con un’altra cantante pop della stessa loro generazione, e cioè Taylor Swift, potremmo notare che quest’ultima ha ottenuto ben 11 Grammy. A questo punto potremmo dedurne che si tratta di cantanti le quali, non potendo farsi notare per la loro bravura in quanto artiste, devono per forza farsi notare in altro modo, ovvero dando cattivi esempi alle nuove generazioni. E se si parla alle nuove generazioni, questo gioco è facile: basta fare le disinibite, le ribelli che pongono in atto ciò che è vietato e/o è avversato dalla maggior parte della società civile...tutte cose che strizzano l’occhio ai giovani che si trovano nella fase della vita in cui provano dei sentimenti di ribellione contro i genitori, la scuola, la società in generale e così via. Paradossalmente si tratta di VIP che rappresentano cattivi esempi e proprio per tale ragione sono considerati da seguire. Tutto ciò lo sanno bene i vari manager dei nuovi “bad guys” o delle nuove “bad girls” (a riguardo è esemplare Rihanna, che su Instagram si è data il nickname “BadGalRiri”, cioè “Riri, la cattiva ragazza”), che non perdono l’occasione di incitare le popstar di oggi a mettersi in mostra in tal modo, proprio al fine di incrementare notorietà e (dunque) guadagni. Ma lo sanno bene anche gli organizzatori dei tanti eventi − in particolar modo festival − che pertanto colgono la palla al balzo e cercano di accaparrarsi tali popstar al fine di vendere più biglietti possibili. D’altra parte stiamo pur sempre prendendo in considerazione star che hanno decine di milioni di follower sui social, al contrario di quanto invece accade per molti cantanti più “impegnati” e acclamati dalla critica, che spesso e volentieri ne hanno moltissimi di meno. Riprendendo in considerazione Bruce Springsteen, si può notare che egli ha solo poco più di un milione di follower su Instagram, al contrario dei 346 di Ariana Grande o dei 190 di Miley Cyrus. Tutto ciò ci porta a questa conclusione: tipicamente i cantanti più impegnati, che piacciono di più alla critica, piacciono però molto di meno alle masse, che invece ne preferiscono altri che sono generalmente snobbati dalla critica. D’altra parte i grandi critici musicali potrebbero mai parlare a favore di chi canta brani dal contenuto sessuale così esplicito e così volgare, oppure di chi si fa ritrarre perfino in pubblico e perfino dinanzi a milioni e milioni di telespettatori con una canna in mano?! Certo che no! Ma a ogni modo ci sono pure delle eccezioni alla regola che fanno ben sperare nel destino dell’arte, della cultura e...di questo mondo: ad esempio cantanti come Taylor Swift o Bruno Mars sono apprezzati molto sia dalla critica che dal grande pubblico. Purtroppo, però, ciò che sta succedendo al giorno d’oggi è che le nuove generazioni antepongono la quantità alla qualità e seguono un tale VIP più per un fatto che è famoso in sè che per il fatto che sia o meno degno di essere seguito (in tutti i sensi). D’altra parte per un ragazzo è una questione di sicurezza: se sono fan di un cantante famosissimo, amato e conosciuto da centinaia di milioni di altri ragazzi, allora posso essere ben visto e ben accettato; se al contrario sono fan di un cantante più di nicchia, “underground”, di conseguenza sarebbe più difficile farsi accettare. Allo stesso modo, se mi reco ad un festival ove si esibisce come headliner (cioè come artista principale) un cantante i cui brani su YouTube sono stati visti da miliardi persone, è molto più probabile che se faccio foto e video e poi li posto, questi ottengano tantissimi like, reactions, commenti, visualizzazioni e condivisioni in più rispetto al caso in cui mi sia recato a vedere un cantante di nicchia (magari perchè impegnato) e dunque fatto e postato le relative foto e i relativi video. Triste ma vero. E l’ho anche constatato di persona a Budapest: infatti, essendomi recato allo Sziget (un famosissimo festival artistico-culturale della durata di una settimana) ho poi letto i giornali che ne trattavano e dunque sono venuto a conoscenza del fatto che il giorno in cui c’era meno gente era quello in cui l’headliner era Kendrick Lamar − pluripremiato rapper con alle spalle 14 Grammy, nonchè unico rapper ad aver mai vinto prima d’ora il premio Pulitzer − e ciò pertanto la dice lunga sul fatto che la gente preferisce la quantità alla qualità. Ne è la riprova che il giorno in cui c’era più gente è stato invece quello che vedeva come headliner Shawn Mendes − l’ennesimo cantante pop dell’ultima ora, molto amato dai giovanissimi, non a torto definito “il nuovo Justin Bieber”− e pertanto il festival era a dir poco stracolmo di famiglie con ragazzini (o bambini?) al seguito, dell’età media di 14/15 anni. Ed ecco perchè queste nuove popstar riempiono i festival: avendo una fanbase di ragazzini (ma anche proprio bambini), ne conviene che questi debbano per forza essere accompagnati, poichè non potrebbero entrare ai festival da soli. E chi li accompagna se non mamma e papà? Infatti sono proprio loro ad accompagnarli, pagando necessariamente il biglietto d’ingresso benchè possa pure importargli meno del nulla di provare l’ebbrezza di assistere a un concerto di cantanti a loro sconosciuti che si esibiscono dinanzi a una pletora di ragazzini urlanti con lo smartphone in mano. E se ognuno di questi ragazzini portasse pure fratelli, sorelle o amici con relativi genitori, gli introiti salirebbero ancora di più. Puntare invece a far esibire a un festival artisti per ragazzi quantomeno maggiorenni potrebbe causare problemi interni all’evento stesso (i giovani lasciati senza genitori potrebbero ubriacarsi, fare uso di stupefacenti e dunque arrecare tutta una serie di danni che andrebbero dal vandalismo fino alle risse più gravi, passando per la necessità di essere soccorsi da personale medico e paramedico allorchè si sentono male), mentre invece puntare ad artisti più “storici” potrebbe comportare difficoltà di altro tipo: cantanti che hanno fatto la storia della musica e si esibiscono ancora come Bruce Springsteen, Bob Dylan, Roger Waters e i due Queen e i due Beatles ancora in vita possono costare ben oltre il milione di dollari a concerto (pensiamo che attualmente la band in assoluto più costosa al mondo sono i Rolling Stones), ragion per cui i prezzi di ingresso potrebbero farsi proibitivi; inoltre un pubblico più adulto è necessariamente − e giustamente − più esigente: potrebbe pertanto infastidirsi se ci sono molte file, si aspetterebbe di mangiare e bere bene ed avere a disposizione un’adeguata area lounge in cui rilassarsi.... Allo stesso modo, avendo più esperienza alle spalle, potrebbe accorgersi di più di eventuali difetti dell’organizzazione (un palco non adeguatamente allestito, un impianto non all’altezza dell’evento, orari delle esibizioni non sempre rispettati...). Quindi in fin dei conti gli organizzatori dei grandi festival internazionali preferiscono generalmente piazzare come piatto principale proprio cantanti pop molto conosciuti e seguiti sui social, soprattutto dai giovanissimi. Indipendentemente da quanto essi siano effettivamente riconosciuti di valore dalla critica e indipendentemente dai valori e dagli esempi che essi possono veicolare alle nuove generazioni. Anzi, anche meglio se sono snobbati dalla critica e se danno cattivi esempi: così acquistano ancora di più la fama di ribelli e vengono apprezzati dai giovani, quegli stessi giovani che ricercano volutamente questo tipo di celebrità come esempio, perchè se invece si seguisse qualche cantante più impegnato si correrebbe il rischio di essere bollati dai propri pari come secchioni, dunque sfigati, dunque emarginati sociali, dunque elementi da escludere e/o bullizzare.
Ma in tutto ciò, c’è qualcosa che potrebbe fare un genitore se si accorgesse che un figlio stia seguendo dei cattivi esempi, benchè comunque ostentati da celebrità come quelle passate in rassegna fino ad ora? Certo che c’è! E non una, ma più cose. Le vedremo tutte dettagliatamente nel mio prossimo articolo :)

© Dott. Eugenio Flajani Galli
 
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di MTB70 [user #26791]
commento del 23/12/2022 ore 10:36:40
Avendo cura di cambiare qualche nome, le stesse cose si sarebbero potute dire (e si sono dette) anche settant’anni fa. Quelli che dicevano queste cose ai tempi erano considerati bacchettoni….e sono stati spazzati via (a mio modesto avviso tutto sommato giustamente) dai ribelli.
Solo che allora i ribelli impresentabili erano i Beatles, gli Stones, Dylan, Elvis (qualcuno ricorda lo scandalo di “the pelvis”?)…
Non è cambiato nulla perché è un business che funziona secondo regole ben precise e immutabili, facendo leva su generazioni sempre nuove di gggiovani. L’unica differenza è che allora i ribelli avevano anche sostanza, ma questo vale un po’ per tutto, visto che viviamo tempi di qualità infima sacrificata a quantità e velocità.
Un appunto: Miley Cyrus di voce ne ha vendere, se si vanno a sentire le cover che fa alle volte. Solo che non è con cover di bei brani che fa il grano…
Rispondi
di theoneknownasdaniel [user #39186]
commento del 23/12/2022 ore 11:57:29
Sono cresciuto come credo la maggior parte degli iscritti ad Accordo ascoltando e seguendo band dai cattivissimi esempi, tipo i Guns'n'Roses ed i Motley Crue al cui confronto le popstar citate nell'articolo fanno solo tenerezza. Ok, poi anche Nirvana, Metallica e Megadeth, i Queen, Iron Maiden, Pantera... insomma, una bella miscela.
Nonostante ciò ad un certo punto si capisce che la trasgressione fa parte dello spettacolo, si chiama crescita, ed infatti alla mia veneranda età ho una famiglia e dei figli teenager, e so che sono affascinati da musica inascoltabile fatta da personaggi discutibili, ma non era forse così anche per me? Eppure sono qui, ho un bel lavoro che mi permette di finanziarmi la passione per la Musica, ho ampliato i miei orizzonti ed ora ascolto forse più jazz che rock. E, se avrò svolto bene il compito di genitore, anche i miei figli ad un certo punto volgeranno lo sguardo altrove, magari alla musica classica o chi lo saprà, il genere umano è in continua evoluzione e non possiamo lontanamente immaginare di poter cambiare un processo in corso da milioni di anni...
Rispondi
di pg667 [user #40129]
commento del 24/12/2022 ore 14:45:19
i Guns prima di diventare famosi dividevano un appartamento con delle prostitute o delle spogliarelliste, erano sempre strafatti ed ubriachi, Slash faceva la cavia di laboratorio per un'industria di sigarette, è morto ed è stato rianimato e nelle foto dell'epoca era sempre appoggiato a qualcuno perché non stava in piedi da solo.
i Crue stessa pasta, poi avevamo Ozzy che stacca la testa ad un pipistrello che però è robetta in confronto all'urinare a bordo piscina e leccarla per sfidare i Crue, sfida poi vinta sniffando una fila di formiche vive.

saltando in generi più estremi Euronymous dei Mayhem ha usato la foto del cadavere del suo ex cantante come copertina di un EP ed è poi stato accoltellato a morte dal suo ex bassista, personaggio ora molto famoso ma che è meglio non nominare sui social (su FB ti bloccano se lo nomini)

tutti artisti di un certo rilievo quelli citati sopra, gente che tutt'ora ascolto spesso e volentieri, eppure non mi drogo, non mi ubriaco, non sono un violento, ho moglie ed un lavoro parastatale.

il problema non sono i cattivi esempi, quelli ci sono sempre e sempre ci saranno, è il seguirli. e la scelta di non farlo spetta al singolo individuo, non alla società. quest'ultima ha il solo dovere di mettere nelle condizioni di formarsi una propria coscienza, poi spetta all'individuo farne uso.
Rispondi
di Ampless [user #60399]
commento del 23/12/2022 ore 12:02:09
Sinceramente io di tutto sto sfogo non ci ho capito granché..
quello canta troppo bene, quell'altra si fuma le canne , quell'altra ancora si mette a pecora e dice dammelo, qual'è il pronlema del tuo sfogo detto sinteticamente e non in maniera prolissa?
Rispondi
di Lelio [user #10372]
commento del 23/12/2022 ore 12:14:27
TL;DR
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 23/12/2022 ore 12:19:18
Una volta c'era chi scopriva talenti, ora si tende più a "sviluppare un prodotto", i soliti Maneskin sono l'esempio più lampante, qualcuno ha pensato:"sono giovani, carini, suonicchiano bene, ora li piglio e ci creo intorno un bel un giro di soldi, lavoriamo su immagine, collaborazioni coi big..".

Il mondo cambia, a 10 anni volevo dimostrare a tutti che ero bravo a fare qualcosa, ora il figlio di un amico alla stessa età va in giro con la collana d'oro a dire a tutti "io sono un VIP!"
Forse ha già colto che adesso funziona così, è più importante convincere tutti che "sei" senza aver fatto niente di speciale nel concreto.

Guarda anche i concerti, una volta ci si andava per la musica, ora c'è chi ci va per far vedere a tutti sui social che era al grande evento.
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 24/12/2022 ore 09:00:12
È l'analisi più corretta e lucida che ho letto sull'argomento.
Basterebbe questo per inquadrare il sistema e le regole che lo governano.
Condivido in pieno il tuo pensiero e la logica di investimento che c'è dietro al fenomeno di cui sopra.
Rispondi
di E! [user #6395]
commento del 23/12/2022 ore 15:05:30
Non ho capito molto del tuo post (soprattutto me ne sfugge il senso), ma riguardo alle cose che ho capito non sono d'accordo. Mi sembra una di quelle tirate moralistiche che un musicista dovrebbe evitare come la peste. I riferimenti al sesso, alla trasgressione e alla ribellione sono presenti da sempre nella musica, da Robert Johnson e Muddy Waters in poi. Sono tematiche che sono sempre state tra le principali del rock, del blues, del jazz e di tutto il resto.

Ma poi, scusa, sono i Grammy che indicano il valore di un artista?
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 23/12/2022 ore 15:50:27
Sono d'accordo i Grammy proprio non indicano nulla rispetto al valore artistico di un musicista.

Per il resto l'unica cosa su cui sono un po' d'accordo su quanto scrive l'autore del post è che, l'avvento dei social media e del consumo della musica in streaming ha reso forse più evidente in alcuni casi la scollatura tra doti artistiche da un lato e dall'altro la capacità di creare un'imagine e pubblico di followers dall'altro. Il fenomeno non è certamente nuovo, ma le tecnologie attuali hanno spostato di molto il baricentro. Prima potevi non avere grandi idee e diventare una icona pop, ma comunque il mestiere lo dovevi conoscere. Oggi tra autotune, basi registrate e altre mille diavolerie l'immagine è l'aspetto forse preponderante. Per dire, proprio il CEO di Spotify qualche tempo dichiarò che in realtà Spotify non doveva essere considerato una piattaforma musicale in senso stretto, ma un social.
Rispondi
di Ernestor [user #46937]
commento del 23/12/2022 ore 21:36:05
Credo ci sia da sempre questa dicotomia generazionale, o “maturazionale”, credo in effetti che sia un fatto acquisito che l’intero mondo dell’arte, ampiamente intesa, sia sempre stato visto con occhio critico rispetto agli stili di vita più “ordinati”. Però io mi ricordo benissimo come da adolescente la ricerca della trasgressione fosse prima di tutto una ricerca di identità. È una guerra persa in partenza pensare che un atteggiamento più conforme sia il linguaggio su cui un giovane medio punterebbe. La trasgressione delle star, starlette, anche senza essere di prima grandezza poi, oltre che a un elemento di autenticità —non ho mai conosciuto un artista che non fosse fuori dagli schemi— è in parte anche dovuto a un’esigenza di dare spettacolo, essere fonte di interesse anche fuori dal palco, perché già salire sulla cresta dell’onda è difficilissimo, restarci è ancora più complicato ma scendere è un attimo. Una volta che punti a quel tipo di carriera e la possibilità ti si presenta concretamente non si scherza più, il rischio è venire ri-inghiottito dall’anonimato, e se hai dietro una cordata più o meno lunga di interessi manageriali che ha investito su di te, ci sta che indulgere in atteggiamenti trasgressivi sia uno dei tanti modi per cavalcare il successo, sapendo di trovare terreno facile tra i giovani. Mettiamoci anche che l’età media della fruizione sistematica di musica si è abbassata attorno ai 13-15 anni, e scema man mano che l’età aumenta fino a diventare completamente marginale per il music business; così ci sta tutto che lo spessore di musica e testi sia adeguato a quel target. Un tredicenne medio di un paese sviluppato empatizza molto più con Malibù di Sangiovanni che The ghost of Tom Joad di Springsteen. Malibù per inciso è un ottimo pezzo, a mio personalissimo gusto, molto autentico, eppure parla di sentimenti e contesti adolescenziali “normali” e non borderline. Idem se ascoltiamo una Snap di Rosa Linn, altro pezzo autentico, bello e pulitissimo senza essere “impegnato” o trasgressivo. Se poi vogliamo andare sull’eccellenza credo che Billie Eilish sia un fenomeno che trascende il tempo, o che gli Imagine Dragons siano la miglior band di rilevanza mondiale in circolazione negli ultimi anni. Sempre a mio personalissimo e sindacabile giudizio. Vale allora la pena spezzare una lancia e dire che non tutta la musica moderna è “musicademedda”, né che per avere successo tutti devono per forza stare sopra le righe. Diciamo magari che chi lo fa alla fine ha un sacco di buone o cattive ragioni per farlo, ma tutte con un chiaro perché. Poi se devo dirla tutta, a me Miley Cyrus piace molto, come pure Rihanna; e i Måneskin mi stanno un sacco simpatici, anche se sto aspettando da loro un pezzo che davvero mi prenda. Mi ricordo bene le critiche a Hendrix nei ‘70, a Vasco Rossi negli anni ‘80, o a Freddy Mercury e ai Queen, a David Bowie, agli Stones, ai Nirvana… Tutta gente oggi citata come esempi luminosi di artista. Eric Satie era emarginato dall’arte colta nei primi del ‘900, ed era probabilmente il più avanti di tutti. Sinceramente non mi va per nulla di rimanere intrappolato nel giudizio morale verso l’arte, colta o pop che sia. Sia che si parli di Banksy, sia della popstar del momento. Il concetto stesso di arte è cambiato. L’epoca moderna è attraversata da un processo comunicativo senza precedenti, selvaggio e fuori controllo per certi versi, e il mondo è ancora in cerca di un linguaggio capace di sintetizzare significati e significanti della complessità di quest’epoca. A giovani e ai giovani artisti, sta vibrare per simpatia con queste onde, sono loro le antenne che captano il divenire di questo tempo, così come facevamo noi quando è stato il nostro tempo. E sta a noi adesso, che lì ci siamo già passati, contribuire ad armonizzare il tutto, sperando di saperlo fare con altrettanta sensibilità, e speriamo con maggior saggezza e lungimiranza, ma senza dimenticarci da dove veniamo.
Rispondi
di MTB70 [user #26791]
commento del 23/12/2022 ore 22:00:01
In linea di massima concordo, ma volevo aggiungere che quando ho letto il tuo commento ero convinto che Malibu’ di Sangiovanni fossero nome e cognome di un cantante…tanto per dire quanto sono aggiornato sulle nuove proposte😀
Rispondi
di Ernestor [user #46937]
commento del 23/12/2022 ore 22:02:44
Ahah😂! Ne approfitto per fare a tutti gli auguri di buon Natale e buone feste in generale!❤️
Rispondi
di E! [user #6395]
commento del 24/12/2022 ore 10:29:20
"A giovani e ai giovani artisti, sta vibrare per simpatia con queste onde, sono loro le antenne che captano il divenire di questo tempo"

La pensa così anche Steve Albini.
Sei sempre molto lucido, mi spingerei anche un filo oltre affermando che probabilmente non esistono artisti (a nessun livello) esenti da critiche. Per un motivo o per l'altro ci sarà sempre chi criticherà i Beatles, Mozart, Coltrane e tutti gli altri. Quindi l'unica è relazionarsi con quello che proviamo noi quando ascoltiamo-leggiamo-osserviamo; i giudizi assoluti forse sarebbe meglio lasciarli per le gare di atletica, dove c'è un risultato oggettivo.
Rispondi
di Ernestor [user #46937]
commento del 24/12/2022 ore 10:48:09
Assolutamente d’accordo con te👍
Rispondi
di reca6strings [user #50018]
commento del 24/12/2022 ore 08:29:01
Se é uno scherzo, il post è troppo lungo. La storia della musica, ma dello spettacolo in generale, è piena di cattivi (spesso finti) maestri. Alcuni si sono già riferiti al passato recente per chiarire che non c'è nulla di nuovo sotto il sole. Io mi spingo ancora più indietro: l'operetta ha sempre la tensione sessuale, spesso pruriginosa, come leit motiv, l'estasi dell'ubriachezza é alla base o coprotagonista di commedie greche e latine. Potrei andare avanti per centinaia di righe, ma mi limito a copiare quanto Verdi scrisse al librettista de La traviata (e già il titolo mi pare chiaro) che mi sembra anche esplicativo del perché di certi comportamenti: "Ti prego dunque di adoperarti affinché questo soggetto sia il più possibile originale e accattivante nei confronti di un pubblico sempre teso a cercare in argomenti inusuali un confine alla propria moralità".
Buona musica
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 26/12/2022 ore 23:00:
Kendrick Lamar può non piacere ma resta uno dei migliori artisti musicali in questo preciso istante
Rispondi
di Mm [user #61796]
commento del 29/12/2022 ore 20:31:07
Sicuramente meglio questi cattivi esempi che musicisti vestiti da impiegati di banca che si esibiscono su YouTube per fare vedere quanto sono bravi il cui messaggio ha la stessa rilevanza di un annuncio pubblicitario di materassi a pagina 25....
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