di redazione [user #116] - pubblicato il 27 dicembre 2022 ore 16:00
A metà tra il metodo e l'autobiografia in musica ed esercizi, "Jazz Drum Book" è un libro che educa alla curiosità ed è capace di accendere la passione per la musica prima ancora che per la meccanica della tecnica batteristica.
Ne approfondiamo i contenuti in questa intervista all'autore, Roberto Gatto.
Roberto Gatto è un'istituzione della batteria italiana ed è docente di Batteria Jazz al Conservatorio dell'Aquila.
Edito da Volontè&Co, JAZZ DRUM BOOK è il libro ad indirizzo didattico che segna il debutto di Gatto come autore. Un lavoro ricco ed interessante di cui abbiamo già approfonditamente parlato in questo articolo ma su cui oggi torniamo con piacere. Il pretesto ci è offerto da questa intervista che Alfredo Romeo (firma storica del giornalismo musicale italiano e figura di riferimento nella divulgazione della cultura batteristica) ha realizzato con Roberto Gatto. Un'intervista che grazie al ruolo di Romeo - che di Jazz Drum Book è anche curatore - ci permette di cogliere maggiori sfumature e profondità di questo lavoro.
Da questa chiacchierata affiora in primo luogo la volontà di Gatto di scrivere un libro che tenda alla mano a chi parte dalle basi dello studio, magari come autodidatta (percorso che appartiene anche all'autore). Un testo quindi inclusivo, che vuole aiutare a decifrare, se non addirittura, decriptare informazioni e nozioni reperibili in tanti altri testi e che - senza il necessario background e supporto - possono essere poco accessibili.
Jazz Drum Book, dunque, ci tiene a rivendicare il chiaro indirizzo stilistico di metodo per chi vuole iniziare a studiare jazz dalle basi, consapevole che – come ogni genere – ci siano idiomi, strutture e formularità ben precise che richiedono una sensibilità dedicata. Ma non solo: il jazz che in questo testo si affronta viene circoscritto in un preciso periodo temporale che va dal BeBop degli anni '40 alle prime contaminazioni Jazz Rock della fine degli anni '70.
In questa intervista, inoltre, si spiega come questo testo non sia un metodo tradizionale, composto perlopiù di esercizi e informazioni teoriche: fanno la differenza e lo connotano soprattutto come libro, i tanti racconti e la condivisione di esperienze che Gatto attinge dalla sua impressionante carriera; soprattutto gli incontri e collaborazioni con alcuni dei più noti e rilevanti musicisti di questo genere.
Anzi, la pur corposa parte di esercizi proposta, può essere forse compresa e - soprattutto - apprezzata fino in fondo solo alla luce della lettura attenta della storia che Gatto ci vuole raccontare. Una storia in cui l'autore si aiuta nella narrazione grazie ad una fitta lista di guide all'ascolto dettagliate e mai scontate.
Due, infine, le peculiarità più apprezzabili di questo testo che emergono chiaramente da questa chiacchierata: educare alla cura e ricerca del suono che sono imprescindibili per apprendere un linguaggio stilistico in maniera credibile. Dice infatti Gatto: "Non ha senso trascrivere un assolo se non lo si sa rappresentare con la giusta intenzione, il giusto suono..."
La ricchissima serie di suggerimenti che l'autore ha raccolto tra alcuni dei più grandi strumentisti al mondo circa cosa pianisti, sassofonisti, bassisti e chitarristi si aspettano e cercano da un batterista. A metà tra il metodo e l'autobiografia in musica ed esercizi, questo libro ci piace perchè sprona allo studio educando alla curiosità e accendendo la passione per l'arte prima che per la meccanica della tecnica. E, ancora di più, perchè lascia intuire come Gatto lo abbia scritto attingendo a quanto maturato sul campo come insegnante: vedendo ciò di cui i giovani studenti sono a conoscenza e, più ancora, cosa ancora non conoscono.