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Le chitarre invecchiano, il vintage non ha età
Le chitarre invecchiano, il vintage non ha età
di [user #116] - pubblicato il

Chris Buck, Matthew Scott Tilley, Joe Bonamassa, Jason Isbell, Philip Sayce, Vince Gill, Slash, Kirk Hammett, Bonnie Raitt, Billy Gibbons. Da noi Federico Poggipollini, Luca Colombo, Dodi Battaglia, Maurizio Solieri, fino al nostro bravo Mattia Tedesco. Musicisti di età e sfera musicale diverse, accomunati dall'amore per le chitarre "vintage"

Le chitarre  di questi musicisti non restano appese nei salotti, ma sono messe alla frusta sui palchi o negli studi di registrazione. Perché le chitarre servono a suonare, incluse (soprattutto?) quelle "vintage".

Già, ma quali sono le caratteristiche che consentono di definire "vintage" un qualunque oggetto? Le discussioni su questo tema non mancano di suscitare scontri anche accesi, perché il concetto può sembrare difficile da definire. Per riuscirci bisogna partire da lontano, dall'etimologia, che risale  alla "vindemia" (raccolta dell'uva) in latino medievale, poi "vendage" nel medio inglese, "vendege" nel francese antico  e "vendenge" nell'anglo-normanno. Il termine è in uso fin dal quindicesimo secolo per indicare l'annata dei vini (NB: secondo Wikipedia italiano il termine deriverebbe da "vint age", ma l'informazione non è esatta). 

Le chitarre invecchiano, il vintage non ha età

La diffusione del termine "vintage" al di fuori della sfera enologica avviene negli Stati Uniti nella seconda metà del Novecento, quando i movimenti hippie affollano i mercatini dell'usato alla ricerca dell'abbigliamento "vintage", rinnegando i marchi mainstream della moda corrente. Ecco allora il primo punto fermo: è stata la cultura anglosassone a favorire l'esplosione del "vintage" come moda e cultura globale, quindi la pronuncia non è [‘vintàg], ma [ˈvɪntɪʤ] all'inglese, con l'accento sulla "i". 

Le chitarre invecchiano, il vintage non ha età

Resta da definire cosa sia davvero "vintage" oggi. La risposta è: dipende. Per l'abbigliamento, per esempio, è "vintage" qualunque capo precedente all'obbligo di etichetta con composizione e lavaggio (fine anni Settanta).  Per le automobili invece sono "vintage" quelle del periodo 1919-1930, quelle 1930-1975 sono "antiche" e quelle prodotte dopo il 1975, ma da più di vent'anni, sono "classiche". Un orologio è "antico" se ha almeno cent'anni, ma è "vintage" se ne ha più di venti. Nell'arredamento le cose si complicano: c'è l'antiquariato che ha almeno cent'anni, il "modernariato" che va dalla Seconda Guerra agli anni Sessanta e il "vintage", che dagli anni Sessanta arriva agli anni Ottanta.  

Le chitarre invecchiano, il vintage non ha età

Criteri diversi, ma con tre denominatori comuni: età, qualità, desiderabilità. E le chitarre? Qualcuno riduce tutto a un fattore anagrafico e considera "vintage" un sinonimo di "vecchio". Ma se tutti sono d'accordo che le ambite J-45 e D-28 pre-War, Telecaster blackguard, Les Paul anni '50 sono sicuramente "vintage", per altre chitarre la questione si fa spinosa. Sono "vintage" una Fender Starcaster del 1975, una Gibson Marauder del 1978, una D-18 del 1973, strumenti di qualità non eccelsa e poco ambiti? E ancora: si può definire non "vintage" una PRS Custom o una MK-1 perché Mr. Smith e Mr. Rudy Pensa le hanno costruite in tempi relativamente recenti e comunque vent'anni dopo la Golden Era di Fender e Gibson? In altre parole: chi assegna la patente di "vintage" a una chitarra e in base a quale protocollo?

Le chitarre invecchiano, il vintage non ha età

Tra tante riflessioni su questo tema la più convincente, a nostro avviso, è quella del guru George Gruhn, per cui la definizione "vintage" «può essere applicata agli strumenti costruiti da ciascun produttore nella sua specifica Epoca d'Oro (Golden Era), la cui collocazione nel tempo non può essere definita arbitrariamente in base agli anni accumulati. L'Epoca d'Oro dei diversi produttori può infatti essere individuata in momenti storici diversi. Il termine "vintage" definisce ogni strumento costruito durante l'Epoca d'Oro del rispettivo produttore».  

Le chitarre invecchiano, il vintage non ha età

E allora si può cominciare a fissare qualche paletto: l'epoca d'Oro per le acustiche Gibson e Martin comincia nel 1920s e prosegue fino ai primi anni Quaranta, ma per le solid body elettriche Fender e Gibson è completamente differente (dal 1950 a metà anni Sessanta). Per PRS può essere individuata dal 1975 a metà anni Ottanta e così via. Ognuno può divertirsi ad aggiungere la Golden Era del suo marchio preferito.

Le chitarre invecchiano, il vintage non ha età

Chi segue queste pagine con attenzione avrà certamente notato sotto il logo la comparsa del pulsante "Vintage Vault", che porta a un nuovo sito in cui si parla esclusivamente di strumenti "vintage". È la prima iniziativa nuova per il 2023, per cui contenuti editoriali di altissimo livello fanno da traino a un evento reale che si terrà a Milano il 14 maggio. Per l'occasione Accordo ha un partner importante: Catawiki, portale leader in Europa per le aste di oggetti speciali. Fondato nel 2008, Catawiki garantisce chi vende e dà a chi compra la possibilità di acquistare in totale sicurezza oggetti dei loro desideri.
catawiki george gruhn vintage vintage vault
Link utili
L'origine del termine "vintage"
La definizione errata su Wikipedia Italia
La definizione di george Gruhn
Il sito Vintage Vault
L'evento Vintage Vault del 14 maggio 2023
Catawiki partner di Vintage Vault
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di TidalRace [user #16055]
commento del 11/02/2023 ore 18:02:27
Io credo che un oggetto possa riternersi vecchio, quando non possiede più quelle qualità necessarie all'uso moderno, un telefonino è vecchio, quando non possiede una connessione internet adeguata, quando non può scattare foto o lo fa con una bassa risoluzione, quando al massimo oltre a telefonare, puoi inviarci solo gli 'sms', in questo caso sono sufficienti pochi anni, se non mesi per renderlo obsoleto. Uno smartphone non credo possa diventare vintage ma solo vecchio. Discorso diverso per un telefono fisso del tipo a corona o con i tasti meccanici che possiamo considerare vintage se perfettamente funzionante. Una macchina fotografica è vintage se funzionante con il vecchio rullino fotografico, solo vecchia se digitale ma con le prime basse risoluzioni di formato, naturalmente se prodotte in un'epoca passata.
Per i nostri strumenti musicali sono d'accordo con ciò che è stato scritto, ma userei il termine vintage anche per tutti quelli che svolgono ancora il loro compito, senza livelli d'inferiorità rispetto ad uno strumento nuovo, al di là del valore economico, collezionistico o di diffusione.
Certi strumenti molto economici non possiamo considerarli vintage, ma solo vecchi, in quanto molto più scadenti in qualità rispetto ad un economico moderno e con l'aggravante dell'usura.
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di bulgi81 [user #45146]
commento del 12/02/2023 ore 21:01:22
Per quanto mi riguarda, più uno strumento ha degli anni e più è vecchio. Vintage è un termine inventato da chi vuole ridare lustro ad oggetti vecchi come il cucco che non vuole più nessuno. Le cose vecchie tendenzialmente perdono su tutta la linea contro le cose nuove. Ergo una Strato del 57 te la tieni, che io prendo una american ultra nuova di pacca. Si dice che gli strumenti degli anni 50 suonino diversi perché sono stati suonati, sono vissuti, sono passati per tante mani: per quanto mi riguarda sono pippe. Non c'è nulla meglio di uno strumento appena uscito dalla fabbrica.
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di alberto biraghi [user #3]
commento del 13/02/2023 ore 17:49:49
E' un po' tranchant come giudizio. Per esempio l'affermazione "non vuole più nessuno" è smentita dal mercato. Dal 2008 in poi il mercato del vintage è stato in costante crescita. Alcuni strumenti sono raddoppiati di valore. E visto che i baby boomers in gran parte o sono morti o hanno smesso di suonare, significa che ci sono nuove generazioni di musicisti molto più giovani della Broadcaster i quali se ne sono appassionati anche senza averla desiderata da ragazzi, senza poterla avere come capitava a noi.
Non parlo solo delle rock star, ma di un sacco di persone normali, che fanno sacrifici per provare la gioia e l'emozione di suonare con uno strumento che ispira.
Ancora: che lo strumento che ha suonato molto suoni meglio di quello che ha suonato poco è opinione abbastanza comune. E anche qui c'è il mercato a dimostrarlo, con Vince Cunetto e Tom Murphy che si dannano per far diventare vecchie le chitarre nuove. Siamo liberi di pensare che chi compra la chitarra invecchiata sia un fesso, ma allora tra quei fessi ci dobbiamo mettere Bruce Springsteen, Keith Richards, Eric Clapton, Slash e tanti altri che possono permettersi di avere per sé il meglio del meglio (alla fine i lord inglesi facevano indossare le scarpe nuove dal maggiordomo perché le "avviasse", no?)
Sintesi: non è una gara, le "cose vecchie" non vincono e non perdono. Semplicemente accontentano gusti diversi, chi ama una cosa e chi l'altra. L'intento dell'articolo non era peraltro quello di aprire un confronto su cosa sia meglio e cosa peggio, ma di fare chiarezza su un termine il cui senso profondo si è un po' perso.
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di PierluigiMaisto [user #20005]
commento del 14/02/2023 ore 12:33:
-- Per le automobili invece sono "vintage" quelle del periodo 1919-1930, quelle 1930-1975 sono "antiche" e quelle prodotte dopo il 1975, ma da più di vent'anni, sono "classiche". ---

Questa definizione è sbagliata, e parto da questa per esprimere il mio umile pensiero sul tema. Per anni ASI (automotoclub storico italiano) ed altri rappresentanti del motorismo storico italiano si sono battuti per definire la storicità di un veicolo, ed un dato è emerso chiaramente: sono le cosiddette "Youngtimer", ovvero le auto tra i 20 e i 30 anni d'età, il vero trainer di questa passione, in quanto più facilmente acquistabili, riparabili ed utilizzabili nell'ambito delle manifestazioni. Le vere classiche, quindi le auto della "Golden Era" di ciascuna casa automobilistica, parafrasando Gruhn, sono sicuramente il massimo punto d'arrivo per qualsiasi collezionista, ma non rappresentano la vera vita del motorismo storico, in quanto raramente, per non dire mai, ad un raduno si vedranno auto di tale caratura, ma sicuramente non mancheranno le Youngtimer. Insomma, relegare la passione per le vetture o le chitarre con una storia sulle spalle, con anni di musica suonata ( o strada percorsa) ai soli pezzi da novanta dell'epoca d'oro, significherebbe chiudere gli occhi su quello che accade ogni settimana ai raduni, o su mercatino musicale, dove una JV o una Gibson anni 90 si vendono velocemente e a prezzi da appassionato. E' questo tipo di vintage che vediamo nei locali, o di cui parliamo tra amici, e di cui abbiamo reale esperienza, non certo di strumenti che probabilmente neanche abbiamo mai visto dal vivo. E a mio modesto avviso tutti questi strumenti sono vintage, sposando come etimologia del termine quella che fa risalire il termine alla frase "twenty years aged", indicando un oggetto, qualunque esso sia, con vent'anni o più di storia da raccontare.
Basti pensare che anche a livello legislativo, per quanto riguarda le automobili, sono considerate d'interesse storico le vetture ultraventennali inserite nel registro di salvaguardia dell'ACI storico, con forti agevolazioni finalizzate alla conservazione del patrimonio automobilistico storico italiano. Perché quindi per un bel modello di chitarra, fuori produzione, degli anni 2000, non dovrebbe valere lo stesso ragionamento? E a ben vedere, il mercato già risponde in questo senso, basta dare un'attenta occhiata agli annunci di vendita e su ebay, dove è possibile rendersi conto anche dei prezzi di acquisto effettivi, dando un'occhiata agli oggetti venduti. Concludo dicendo che anche solo conservare per vent'anni o più una chitarra in perfette condizioni, completa di tutto, suonandola ma non rovinandola, richiede attenzione e dei costi (liutaio, corde, varie ed eventuali) che non tutti sono disposti a sostenere, e che a mio avviso dovrebbero incidere di più sui prezzi di vendita, mentre molto spesso una chitarra tenuta male ed una tenuta maniacalmente, sono vendute a prezzi quasi identici perché tanto "sono uguali", solo perché dello stesso modello e dello stesso anno.
Ciao!
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di alberto biraghi [user #3]
commento del 15/02/2023 ore 10:38:20
Come ho scritto qui sopra, l'intento dell'articolo non è aprire confronti di qualità, ma circoscrivere una definizione il cui senso reale si è un po' perso nel tempo.

Sulla teoria per cui "vintage deriverebbe da "vent'anni". E' riportata solo da Wikipedia Italia ed è smentita da innumerevoli fonti, prima tra tutti Treccani. E' un termine di origine vinicola vai al link

Sulle auto: un conto è "l'interesse storico", il mercato, eccetera, temi importantissimi, ma che non possono influire sulle definizioni. Quella indicata in questo articolo è la classificazione ufficiale di Agenzia Italia vai al link

Concludo con alcuni esempi che amo davvero tanto, ma che in accordo con l'articolo non posso definire "vintage": Memphis Carlton di Sotsass prima serie 1983: opera d'arte in via di diventare ufficialmente modernariato. BMW Z3 M 2000 ultima serie con autobloccante e Panda 4x4 2003 ultima serie prima generazione: (splendide) auto classiche. Fender Dan Smith 1982, Ovation Bill Kaman Era, Les Paul Guitar Trader, Schecter early-Dallas: (splendide) chitarre vecchie :-)
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di PierluigiMaisto [user #20005]
commento del 15/02/2023 ore 11:17:21
Continuo ad essere in totale (e oltremodo sereno, sia ben chiaro) disaccordo. Se la definizione di vintage fosse così semplice, non ci sarebbero contrasti enormi sul termine tra ASI ed ACI Storico, i due più importanti riferimenti in Italia sul motorismo storico (con tutto il rispetto per Agenzia Italia), sul fenomeno Youngtimer, e ci metto dentro anche la FIVA, così come in tema chitarristico non c'è solo la posizione di Gruhn, che rappresenta solo l'élite del fenomeno, e non la sua vita quotidiana.

-- Sulla teoria per cui "vintage deriverebbe da "vent'anni". E' riportata solo da Wikipedia Italia ed è smentita da innumerevoli fonti, prima tra tutti Treccani. E' un termine di origine vinicola --

C'era un incipit importante alla frase, "a mio modesto avviso". Non è mia consuetudine dare definizioni apodittiche, specie in un mondo in cui le definizioni sono divenute sempre più elastiche. Quindi che alla Treccani non piaccia il mio modo di vedere le cose, modo per di più espresso come opinione personale, credo di potermene fare una ragione :-)


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di alberto biraghi [user #3]
commento del 15/02/2023 ore 11:41:50
Certo, ma il presupposto della dialettica è la concordanza sul significato delle parole. Non è questione che a Treccani piaccia o meno il significato che tu o io decidiamo di attribuire a un concetto, è che se non accettiamo di rispettare le fonti autorevoli sul significato dei termini (per qualunque argomento) non abbiamo un linguaggio comune, quindi non siamo in grado di avviare un discorso costruttivo.
Come ci spiegava Martin Heidegger - e chiedo scusa per la pedanteria, ma per formazione sono filosofo :-) - noi non siamo padroni del linguaggio, ne siamo i custodi. In questo senso abbiamo il dovere di tutelarlo, per preservarne la natura di strumento di comprensione tra le persone.
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