Storie di personaggi che vivono per la musica e che, puntualmente, “avanzano”, sì, ma in senso pecuniario: cioè non sono pagati dai gestori dei locali (o si accontentano di una birra e un toast come cachet per una serata dal vivo) oppure vengono vessati da allievi che quasi sempre li ghostano, cioè spariscono senza lasciare traccia, di solito - vedi poi il caso - al momento di saldare il conto delle lezioni.
Gioie e dolori – più i secondi che le prime – vanno a comporre un racconto che funziona soprattutto per un motivo: i musicisti non sono assolti, non sono vittime tout-court della crudeltà del mondo, di gestori taccagni, di allievi lazzaroni e incostanti, di ascoltatori disinteressati e fonici improvvisati. In questa galleria degli orrori, i primi a far ridere sono proprio i musicisti, di cui "Il Musicista Che Avanza" verga caricature buffe e grottesche: ci sono quelli dall’ego smisurato, che passano la giornata a sventolare il bandierone della propria incorruttibilità, ma che poi accolgono volentieri i cachet più miserabili e si piegano ai repertori più disgraziati. E ci sono gli eterni idealisti, quelli che a quarant’anni provano a rassicurare la fidanzata circa il proprio progetto di vita: punteranno tutto su un corso di armonia jazz che li renderà, come dubitarne, ricchi e famosi.
Frank Martino, l’admin di “Il Musicista Che Avanza” (che musicista lo è davvero), dimostra un’acutezza di sguardo non comune e, ridendo, mette il dito dove fa più male. Nei contenuti di IMCA si riconosce molto dei musicisti, professionisti o meno, che nella vita è capitato a tutti noi di incontrare. Chi ama la musica, e soprattutto chi suona, spesso mostra un’apertura mentale e un amore per la bellezza che sono due tra le doti più preziosamente umane. Ma non sempre è così: come in ogni comunità, anche tra i musicisti fioccano i meschini, gli arrivisti, gli inconsapevoli e soprattutto gli egoriferiti, cioè quelli che credono di essere i detentori della verità e del gusto, che si sentono i sacerdoti dello spartito, i templari delle sette note. Soprattutto loro , si ritroverebbero fedelmente ritratti e chissà, magari valuterebbero l’ipotesi di cambiare prospettiva sul mondo e su se stessi. |