Anni a cavallo tra i 50s ed i 60s del secolo scorso, in TV imperversava un certo Don Marino Barreto Yunior con i suoi brani da Night Club, nei Cine-Giornali invece la facevano da padrone i "The Tokens" con il loro brano "The Lion Sleeps Tonight", al vertice dei gradimenti c'era una certa Abbe Lane con il marito Xavier Cugat ed il Cha Cha Cha, però in radio imperversava il "Calypso" ed il suo interprete più famoso al momento, era un certo Harold George Bellanfanti Jr., meglio noto come "Harry Belafonte", nato a New York il 1 marzo del 1927, nel quartiere Harlem da genitori giamaicani, con uno dei suoi brani più celebri che era "Banana Boat Song". Nel 1935 si trasferì con sua madre adAboukir, un villaggio in Giamaica, ma solo 4 anni dopo, nel 1939, tornò a New York e frequentò la "George Washington High School", dopodiché si arruolò nella "Marina degli Stati Uniti" durante la Seconda Guerra Mondiale. Pochi però sanno che per tutto l'arco della sua carriera, Belafonte si è battuto a favore di cause legate ai diritti umani ed umanitarie. Negli ultimi anni è stato fra i critici più decisi dell'amministrazione Bush. Degno di essere menzionato è il fatto che Belafonte continuò a incidere per la RCA negli anni 60s e 70s, portando alla ribalta in America cantanti come Miriam Makeba e Nana Mouskouri; nel suo album "Midnight Special" del 1962 suonava anche un giovane armonicista chiamato Bob Dylan. È deceduto nella sua casa nell'Upper West Side di Manhattan il 25 aprile 2023 all'età di 96 anni, però voglio ricordare che nel 1985 partecipò ad "USA for Africa", in un supergruppo di 45 celebrità della musica pop, tra cui Michael Jackson, Stevie Wonder e Bruce Springsteen, cantando "We are the World", prodotta da Quincy Jones ed incisa a scopo benefico (gli incassi vennero devoluti alla popolazione dell'Etioipia colpita da disastrosa carestia). R.I.P Harry.
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