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SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE

La catena Sam Ash chiude tutti e 46 i negozi negli USA

di zabu [user #2321] - pubblicato il 30 maggio 2024 ore 02:10
Non mi aspettavo questa cosa, ma la catena Sam Ash ha deciso di chiudere tutti e 46 i centri vendita negli USA https://www.samash.com/closing-stores Non mi pare un buon segno per il mercato degli strumenti musicali...

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di Daffy Dark [user #64186]
commento del 30/05/2024 ore 07:18:16
E soprattutto non è un buon segno per coloro che stanno perdendo il posto di lavoro e hanno famiglia e figli da sostentare.
Immagino faranno grandi svendite dove sicuramente qualche strumento costoso si potrà portare a casa a costi più accessibili, comunque si, una notizia per nulla positiva.
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 31/05/2024 ore 21:46:32
Vero per la perdita dei posti di lavoro, anche se negli USA il mercato è molto flessibilità e sicuramente gli impiegati troveranno qualche altra opportunità in altri retailers, seppure non musicali. Considera pure che con un lavoro di quel tipo im America una famiglia non ce la mantieni. Sono più che altro persone giovani che ci lavorano, ma magari poi hanno anche un secondo lavoro. Ecco forse magari ci puoi trovare qualche musicista semiprofessionale che arrotonda con un secondo lavoro. Soprattutto peccato per quella categoria di impiegati.
Rispondi
di Daffy Dark [user #64186]
commento del 01/06/2024 ore 09:29:59
Purtroppo invece io conosco chi fa il commesso, qui dalle mie parti, con figli da mantenere, sicuramente faranno anche altro per arrivare a fine mese.
Tornando al discorso negozio fisico, io faccio veramente fatica a pensare di dover acquistare sul web uno strumento, anche perché non l'ho mai fatto, ma anche con indumenti, scarpe e altri beni di primo consumo non acquisto mai via internet,
per me è anche una scusa per muovermi da casa e passeggiare, facendo anche moto e meno vita sedentaria, anche perché il lavoro che svolgo seduto dietro una scrivania non giova sicuramente alla salute,
oltre al fatto che come già qualcuno ha scritto più sotto, c'è il discorso contatto umano,
scambiare due parole con addetti ai lavori, avere dei feedback e delucidazioni che online non puoi avere,
per me non è cosa da poco,
poi i negozianti che conosco sono anche loro musicisti, ed è piacevole conversare con chi ha la tua stessa passione per la musica,
poi sicuramente io non sarò un acquirente compulsivo, compro veramente poco, ma nonostante ciò sono convinto che se dovessero chiudere i miei negozi di fiducia sarà un brutto colpo anche per me.
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 01/06/2024 ore 15:59:2
Io ho comprato spesso online anche strumenti costosi perché magari non trovavo nei negozi locali quello che cercavo (compro spesso strumenti usati) o perché comunque trovavo prezzi migliori altrove. Però devo dire che effettivamente per l'ultimo acquisto, la Les Paul R0, sono stato molto fortunato a trovarla in un negozio relativamente vicino casa. La possibilità di provarla di persona e di essere sicuro (dopo l'esperienza non soddisfacente dell'altra) che era lo strumento che cercavo, è stato assolutamente meglio di lanciarmi in un altro acquisto al buio. Capisco quindi il tuo punto di vista.

Riguardo i commessi negli USA, se è vero che di media qui gli stipendi sono più alti (il salario minimo nello Stato di New York è $ 15 l'ora), purtroppo è una tipologia di lavoro che viene spesso senza garanzie. Ad esempio, le ditte nella maggioranza dei casi non contribuiscono per questa tipologia di lavori al pagamento al lavoratore di una parte della pensione integrativa, che negli USA è indispensabile. Infatti quella pubblica, chiamata ,Social Security, garantisce solo un minimo, insufficiente per una pensione decorosa. In altre tipologie di lavori le ditte invece offrono di pagare al lavoratore una percentuale della pensione integrativa. Per questo dicevo che è difficile che qualcuno che faccia solo questo lavoro possa mantenerci una famiglia.
Rispondi
di Daffy Dark [user #64186]
commento del 01/06/2024 ore 17:53:46
Capisco benissimo, molto interessante conoscere le dinamiche sul discorso pensioni e contributi in altri paesi.
La tua R0 hai fatto benissimo a provarla di persona, anche perché provare con mano è un privilegio non da tutti, soprattutto per chi vive lontano da negozi di strumenti ben forniti.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 05/06/2024 ore 08:20:07
Solo per dirti che si possono avere negozi di fiducia anche comprando online e in questo modo, indirettamente, ne salvaguardi anche l'esistenza fisica perché gli permetti di rimanere in vita e in affari. Io ad esempio ho un lavoro molto ben remunerato ma che mi toglie tempo ed energia, quindi spostarmi per negozi non mi riesce facile (tra l'altro vado e torno camminando, per chilometri al giorno, quindi è altra energia e tempo sottratto alla voglia di andare per negozi). Allo stesso tempo amo anche solo il semplice concetto dei negozi fisici perché è anche lì che si è alimentata la mia passione per suonare, ho visto i primi strumenti, e poi rendono più bello un quartiere. Non compro mai dagli iperstore: Thomann e Strumentimusicali sono banditi dalla mia vita. Quindi ho scambi frequenti via mail e soprattutto a telefono con negozi fisici e poi acquisto via internet. Non sono un compulsivo perché faccio acquisti ponderati, però ci spendo una marea di soldi e ho una collezione che non avrei nai creduto di poter raggiungere: tutto questo comprando anche all'estero nei negozi di tutta Europa. Mi sarebbe piaciuto moltissimo viaggiare e andarli a visitare, ma... come dicevo, ora è impossibile.
Per cui mi riprometto che, una volta in pensione, mi farò dei megagiri con la scusa di visitare i negozi con cui oggi intrattengo colloqui a distanza.
Mi piacerebbe da morire vedere i negozi americani dato che è in quel paese che vengono costruiti tutti gli strumenti che ho.
P.s. la mia passione ultimamente si sta stancando solo per via dei prezzi. Certi acquisti me li potrei ancora permettere però mi sento profondamente stupido a comprare lo stesso oggetto a un prezzo cresciuto nel frattempo di 1.500 euro! Proprio ieri mi è arrivato un preventivo per un custom order che volevo fare alla Fender: 6.000 euro per una journeyman (che comunque arriverebbe tra 12-16 mesi). Con la certezza che se un giorno dovessi venderla, mi riderebbero in faccia pure se chiedessi 5000. Boh, ma questo è un altro discorso quindi lasciamo perdere (però ammazza l'entusiasmo).
Rispondi
di Daffy Dark [user #64186]
commento del 06/06/2024 ore 07:58:41
Si, ma come ho detto più sopra, io compro talmente poco che sicuramente non garantirei la sopravvivenza di nessun negozio.
Come ho espresso prima, io conosco un paio di negozianti con i quali ho un buon feeling e mi dispiacerebbe molto se dovessero chiudere la loro attività.
Io al contrario di te abito molto vicino al posto di lavoro (meno di 100 metri),
inoltre sempre al contrario di te ho sempre svolto lavori con retribuzioni medio basse ma ho avuto la fortuna di avere dei genitori operai che mi hanno insegnato fin da ragazzino a fare sacrifici e mettere due soldi da parte,
per cui qualche chitarrina costosa, pochissime, me le sono portato a casa.
Tu hai una passione per gli strumenti musicali che io non ho e secondo me è questa la chiave che porta all'acquisto di diversi strumenti,
io potrei permettermi sicuramente altre chitarre di alto livello, ma non le acquisto per il semplice motivo che non ho tutta sta passione e nemmeno un gran entusiasmo nel volerle possedere,
non c'è nulla di male naturalmente, ognuno di noi è diverso, anche se amo la musica non ho poi tutte ste voglie di GAS o comunque di riempire la casa di chitarre.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 06/06/2024 ore 08:18:10
Capisco bene. Del resto, ho vissuto per qualche decennio sempre con lo stesso strumento made in corea, lo stesso ampli e gli stessi due o tre pedali. Se oggi ho questa attitudine è soltanto perché ora posso permettermelo, ma non è certo questo il punto centrale della mia passione: il possesso o lo strumento di pregio.
Per quanto mi riguarda, l'essenza per me è e rimarrà sempre, da quando ero ragazzino fino a quando sarò in grado di farlo, ascoltare musica, tanta musica e goderne. La goduria che sto provando in questi giorni scoprendo album dei Kiss, dei Montrose, di Albert Lee, di Simon McBride, dei Free, è davvero pari a quella che avevo da ragazzino quando ascoltavo i miei album.
Il resto è un di più. Quella musica mi piace talmente tanto che ho sentito il bisogno di prendere degli strumenti (suono anche il basso) e riprodurla.
Il resto è un di più.
Ma il punto del mio precedente messaggio era solo rivolto a dire che ci sono tante persone come me che anche anche tramite acquisti online contribuiscono a tenere in piedi dei negozi fisici.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 30/05/2024 ore 09:10:09
Bisognerebbe capire il perché. La cosa peggiore di questo ambito commerciale è che si fa tanto marketing e gli appassionati si accapigliano tanto su argomenti tipo il relic ecc. ma poi i dati reali e una marea di informazioni riguardanti i meccanismi sottesi a questo mondo non circolano affatto.
Chiude una catena e quante informazioni ne vengono fuori? Poche. A quel punto si viaggia nella nebbia e si campa di supposizioni e ipotesi.
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 31/05/2024 ore 21:48:35
Si vero molto marketing. Un po' di informazioni circolano, ma soprattutto sono appannaggio degli addetti ai lavori. Mi riferisco ai dati di vendita, trends etc.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 31/05/2024 ore 22:00:18
Sarebbe bello se le testate giornalistiche che si occupano di strumenti portassero un po' di dati. Quanto si spende in un paese, il confronto tra paesi, quanto fatturano le aziende principali ecc.
A volte preferirei delle interviste ai negozianti (non per sponsorizzazione, ma per conoscere le loro opinioni sull'andamento del mercato in base ai loro riscontri) piuttosto che ad alcuni artisti che parlano come i calciatori, ovvero dicendo il minimo indispensabile.
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 31/05/2024 ore 22:09:10
Si sono d'accordo, anche se immagino che non sia casuale che certi dati non vengano condivisi con il grande pubblico. Credo che dietro ci siamo anche strategie di marketing.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 31/05/2024 ore 22:18:47
Ok, però se ci pensi ogni giorno vengono pubblicate montagne di dati economici sulle aziende dei vari settori (automobili, gioielli, alimentari, banche ecc.). Più probabilmente, dei dati economici delle aziende legate agli strumenti non interessa niente a nessuno. Ad esempio io sono sempre stato curioso di sapere come lavora un produttore musicale, che a volte è il vero artefice di scelte azzeccate nella realizzazione di un album, e invece al 99,99% degli appassionati interessa solo l'intervista all'artista, al chitarrista. Il dietro le quinte, il making of a me morire di curiosità. :))
P.s. a proposito di curiosità, ma non ci hai mai pensato a offrire un servizio (pagato) trasportando in Italia strumenti venduti negli Stati Uniti? A volte gli strumenti più belli sono riservati al mercato americano e giapponese, ma comprarli dall'Europa è impossibile per via delle tasse e della dogana. Ho comprato una SG da Wildwood l'anno scorso, perché quella che volevo io la facevano solo loro ed è stato un bagno di sangue, ovviamente calcolato, ma ugualmente doloroso. :)))
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 31/05/2024 ore 23:29:17
I primi anni portavo qualche strumento in Italia (per fortuna riesco a tornare un paio di volte l'anno), ci suonavo un po' e poi mettevo su Mercatino. Più o meno ho sempre ripreso quello che avevo pagato, nel senso che non stavo lì a cercare di tirarci su chissà quale guadagno. Ma mi sono stancato quasi subito, seppure era un giochino divertente poter provare per un periodo degli strumenti interessanti. Negli anni è diventato poi sempre più difficile portare gli strumenti in cabina sull'aereo (alcune compagnie ti fanno storie se provi a portare con te una chitarra e ti possono obbligare a spedirla in stiva), per cui vi sono anche dei rischi nel trasporto.
Rispondi
di Nun_So_Capace [user #24540]
commento del 30/05/2024 ore 09:36:39
Sembrerebbe che anche la catena Guitar Center non se la passerebbe benissimo negli States. Probabilmente le grandi catene di mega-store musicali sono un format, che così come è strutturato oggi, non incontra più i favori del mercato attuale.
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 31/05/2024 ore 21:54:41
È un format che non attira perché ovviamente un negozio non può contenere tutto e online c'è più scelta e pure meno problemi con i resi (basta talvolta un click). Però comunque nel bene o nel male i grandi stores danno la possibilità di testare con mano tanti prodotti e talvolta ci sono promozioni e sconti anche più buoni che online.
Rispondi
di DiPaolo [user #48659]
commento del 30/05/2024 ore 12:05:22
Ciao Zabu, come ci racconti, due grosse catene di vendita di strumenti musicali non se la passano bene, una chiude addirittura, poi in USA, dove il mercato più ricco sembrava assorbire meglio il devastante aumento dei prezzi, evidentemente non è così. I produttori seguiranno, a parer mio. Resisterà chi vende online, non avendo i costi di negozio, ma chi comprerebbe strumenti di costo elevato online? Il problema sono le inerzie, la crisi ha avuto la coda lunga, poi la ripresa, anche lei con la coda lunga, chi ha saputo prevedere avrà una marcia in più, ma secondo me, in futuro, vedremo altri tonfi. Ciao a tutti, Paul.
Rispondi
di Oliver [user #910]
commento del 31/05/2024 ore 14:38:0
"chi comprerebbe strumenti di costo elevato online?"

Più o meno, tutti quelli che adesso li comprano in negozio.
Se non li troveranno lì, semplicemente diventerà normale comprarli online.
Di sicuro non ci rinunceranno.
Anche oggi sono molti quelli che, pur di avere uno strumento di pregio, lo ordinano ai vari Custom Shops (ovviamente senza averlo potuto vedere e provare, visto che... ancora non esiste) e sono anche disposti ad attendere mesi o anni.
Rispondi
di MTB70 [user #26791]
commento del 31/05/2024 ore 16:58:07
È quello che avrei detto anch’io e che ho fatto diverse volte, sia nel caso di un ordine custom sia semplicemente perché da mancino non ho molte alternative anche per le chitarre di serie. E vi dico per esperienza che sinceramente si vive anche così, nel senso che con le regole attuali sul reso se vi arriva proprio una ciofeca potere renderla e comunque ormai le differenze sono minori rispetto al passato tra un esemplare e l’altro dello stesso modello.
Quello che mi dispiace di più in tutto ciò è l’assenza del contatto umano nel processo, non il fatto che mi perda l’esemplare “magico”.
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 31/05/2024 ore 22:00:00
Aggiungerei che c'è stata una bolla con la pandemia con la vendita degli strumenti. Durante il lockdown c'era una richiesta altissima e i prezzi sono saliti alle stelle. Forse sarebbe stato il tempo per il mercato e per i produttori, che hanno beneficiato di una vera e propria boccata di ossigeno, per riorganizzarsi, ma credo che molti abbiano solo guardato ai profitti facili del momento.
Rispondi
di myrkyllinen [user #39285]
commento del 30/05/2024 ore 22:42:58
Anche su MM l'offerta è calata sensibilmente... Soprattutto rispetto alla proposta del nuovo
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 31/05/2024 ore 22:05:13
Come scrivevo sopra, credo sia scoppiata la bolla che si era creata con la pandemia, quando sembrava che tutti volssero suonare. Dopo aver visto un periodo di grande effervescenza il mercato sta in contrazione e produttori e negozi si comportano di conseguenza.
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 02/06/2024 ore 07:18:1
Gli americani stanno bene. Lì solo i pezzenti guadagnano meno di 2000 dollari al mese. Qui in Italia solo i ricchi guadagnano più di 1800 euro al mese corrispondenti a 2000 dollari. Se lì chiude una catena di strumenti musicali, le banche finanzieranno qualcos'altro, l'America è un paese solido ed unito che tutto sommato premia chi si sforza di migliorare.
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 02/06/2024 ore 16:45:23
Insomma, forse è una visione un pochino troppo ottimista quella che hai. Gli Stati Uniti hanno degli squilibri molto forti dal punto di vista sociale e economico. C'è una fascia della popolazione che sta tra bene/benissimo, ma c'è anche una fascia molto larga che ha un acceso ai servizi di base (tipo sanità, educazione, politiche abitative a basso costo) veramente minima e/o di qualità pessima. Poi è vero che gli stipendi sono più alti, ma anche il costo dei servizi è di media più alto che in Italia. Recentemente poi l'inflazione ha fatto schizzare anche i prezzi della spesa al supermercato, ristoranti e così via, quindi va un po' tutto messo in proporzione.
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 04/06/2024 ore 16:37:52
Il problema, come scrive zabu non è solo quanto si guadagna, ma anche quanto si spende: un mio amico è rientrato di recente dagli usa ed ha avuto la sfortuna di dover essere operato di appendicite: operazione e cinque giorni di ospedale = 40.000 dollari, non fosse stato per l'assicurazione che aveva, ora starebbe sotto i ponti. Da noi paghi il ticket e poco più.
Ciao
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