di Fender86 [user #43025] - pubblicato il 22 settembre 2024 ore 07:30
L'approccio con uno strumento, specie se digitale, può essere un'infatuazione del momento o vero amore, e il risultato arriva sul lungo periodo: il nostro lettore Fender86 racconta l'esperienza con il sistema Neural DSP a distanza di mesi di utilizzo intensivo.
Dopo aver avuto molta titubanza nell'acquisto del discusso Neural DSP Quad Cortex, posso tracciare un bilancio dei primi sei mesi di utilizzo.
Interfaccia
Molto semplice da utilizzare, direi quasi elementare: la creazione di preset e scene è davvero facile, così come la gestione dei suoni e dei parametri di ogni effetto/testata. Molto utile anche il Cortex Control, anche se io preferisco lavorare sulla macchina.
Suono
Il suono è davvero incredibile, molto fedele a pedali e testate, io che sono stato un utilizzatore di analogico per tantissimi anni non ho sentito grosse differenze: molto belli (per mio gusto) i suoni distorti e i delay. Poi, con la possibilità del download delle capture e dei preset altrui, la cosa si fa davvero interessante. Unico neo è una leggera latenza tra un preset e l'altro, ma utilizzando la modalità scene questo problema viene risolto.
Utilizzo
Io l'ho sempre usato in diretta nell'impianto, a volte anche in fronte a un amplificatore e mi sono trovato meglio con la prima soluzione: forse perché amplificatori e testate delle sale prova non è che fossero il massimo della vita, ma comunque devo capire meglio come utilizzare le scene con i soli effetti a pedale in fronte a una testata/amplificatore.
Impressioni
Per il mio genere (pop-punk californiano) e per il ruolo che svolgo (canante/chitarrista) forse è davvero troppo, ma i motivi che mi hanno spinto ad acquistarlo sono i seguenti:
- facilità di utilizzo e fedeltà dei suoni;
- possibilità di avere tutto in una macchina dalle dimensioni compatte;
- gestione dei suoni e dei volumi;
- possibilità di utilizzarlo per home recording;
- nessun problema relativo a cavi, rumori di fondo e problemi di trasporto.
Sostanzialmente, sono stati soldi ben spesi: non sono d'accordo con chi dice che si debba essere per forza dei professinisti o dei turnisti per poterlo utilizzare anche perché oggi nella maggior parte dei locali (e anche negli spazi aperti) è sempre più difficile gestire i propri suoni, mantenendo fede a ciò che ci si è prefissati (i fonici e it tecnici ringraziano).
Non è escluso, per il futuro, un ritorno a un setup analogico (meno programmazione, più immediatezza), ma a oggi non sono sicuro di voler tornare indietro. È un po' come quando si passa da Android ad Apple: prima c'è titubanza e poi una volta fatto questo passo, non si vuole tornare più indietro.