Cosa succede quando un musicista professionista, fanatico dello strumento e divulgatore apprezzato sul web decide di creare un proprio marchio di chitarre? Che i classici si reinventano secondo una sensibilità originale, nascono modelli inediti sopra le righe e il catalogo va a riempire tutti quei buchi più curiosi che i “soliti brand” difficilmente riescono a soddisfare. Nascono insomma realtà come Chapman Guitars, di Rob Chapman.
davanti al suo muro di chitarre, e abbiamo colto l’occasione per rubare qualche suonato con due degli strumenti più peculiari in esposizione.
La è il primo shape completamente inedito partorito da Rob Chapman: un body in ontano asimmetrico, con un lungo corno e una parte bassa allungata a destra, pensati per un maggiore comfort da seduti come in piedi. Tutto con un lavoro di smusso lungo i bordi a creare una bombatura che va ad appiattirsi nella porzione centrale del top.
Avvitato in quattro punti sfalsati per ottenere un tacco il meno invadente possibile, il manico è in acero trattato ad alte temperature, con tastiera in ebano su cui posano 24 tasti in acciaio di dimensioni jumbo. Il diapason è lungo, da 25,5 pollici, e il raggio da 13,78 pollici regala un approccio moderno ma non estremo, tale da risultare confortevole anche per chi è abituato ad approcci più classici grazie anche al lavoro di smusso lungo i bordi.
In cima si trovano tre meccaniche per lato, bloccanti, abbinate al ponte Chapman in stile Hipshot che troneggia sulla maggior parte dei modelli in catalogo.
L’elettronica ruota intorno a due Seymour Duncan Distortion, con magneti ceramici per un output generoso e un timbro asciutto, brillante e definito anche quando il gain aumenta in modo considerevole.
Un selettore a tre posizioni ne miscela la voce, con volumi separati per i pickup e un tono master con meccanismo push-pull per lo split.
Più convenzionale alla vista, ma del tutto singolare una volta imbracciata è la . Appartenente alla serie Legacy, si rifà all’inconfondibile single-cut a top piatto di scuola californiana, che qui riceve un leggero smusso in corrispondenza dell’avambraccio e nella spalla inferiore, ad agevolare l’accesso ai fret più alti insieme al tacco ribassato e sagomati sul retro.
L’edizione Legacy si distingue per il top fiammato, in cui Chapman incassa direttamente due pickup humbucker. Nel modello Baritone in prova, quello al ponte è un ALT-8, mentre al manico si trova un Little ’59, versione mini del classico ’59.
Lo switch è a cinque posizioni per miscelare i due pickup splittando individualmente l’uno o l’altro nelle posizioni intermedie.
Singolare nel sound, non da meno nei materiali, la Law Maker baritona sfoggia un manico interamente in palissandro, responsabile di note calde ma ferme nell’attacco, ideali per affondare nei registri più bassi.
Sulla paletta, sei meccaniche Hipshot bloccanti in configurazione reverse garantiscono tenuta d’accordatura e rapidità nel cambio corda.
The Guardian e Law Maker in versione baritona sono tra le novità più distintive della filosofia Chapman. Sono accomunate da una produzione orientale a rendere i progetti accessibili anche a fronte di schede tecniche assai appetitose, che annoverano dettagli di rilievo come pickup Seymour Duncan, treble bleed e condensatori Sprague Orange Drop, tutto a infilare nel mercato delle soluzioni diverse dal solito, per i chitarristi in cerca di strumenti assai particolari eppure familiari per impronta e suonabilità, con il prezzo giusto per uno studente desideroso di portare a casa una chitarra suonante e suonabile quanto per il professionista che ha bisogno di sonorità peculiari e affidabilità in un solo pacchetto.
In Italia, le chitarre Chapman sono presenti con la distribuzione di . |