Il ritorno di Mark Farner, voce e chitarra dei Grand Funk Railroad
di Umberto Poli [user #65904] - pubblicato il 21 febbraio 2025 ore 08:15
Mark Farner, fondatore dei Grand Funk Railroad, è stato il cuore pulsante di una delle band più rumorose d’America nei primi anni '70. Chitarrista virtuoso e vocalist carismatico, ha scritto gran parte delle hit che hanno reso celebre il gruppo. Recentemente è tornato con un nuovo album, riaffermando la sua influenza nel rock classico.
C’è un uomo che ha incendiato i palchi con la sua chitarra e la sua voce graffiante, plasmando l’anima ribelle del rock americano. Mark Farner non è solo il fondatore dei Grand Funk Railroad, ma l’incarnazione di un’epoca in cui la musica era sudore, libertà e rivoluzione. E oggi, quel fuoco brucia ancora.
Ma questi sono i Grand Funk Railroad! Voi, ragazzi, non li conoscete, no? Vero? I pazzi versi scamisciati di Mark Farner? Il basso frastornante di Mel Schacher? La scatenatissima batteria di Don Brewer? The Simpsons, Homerpalooza (Stagione 7, episodio 24)
Ogni rocker che si rispetti è partito da lì. Oppure, nell’ambito della propria carriera, prima o poi dovrebbe esserci quantomeno andato vicino. Stiamo parlando dei Grand Funk Railroad, la band preferita di Homer Simpson. E già solo per questo, chi ancora (colpevolmente) ne fosse all’oscuro e non conoscesse canzoni quali Inside Lookin’ Out, Footstompin’ Music, Sin’s A Good Man’s Brother, We’re An American Band,Rock ‘N Roll Soul, dovrebbe rimediare all’istante. In redazione, sentivamo che era giunto il momento di tornare a parlare del gruppo più rumoroso d’America, così come era stato definito a inizio Seventies.
Ci era sfuggito, però, che lo scorso novembre fosse uscito - a distanza di molti anni - un nuovo disco in studio di colui che, nel lontano 1969, non soltanto diede vita ai Grand Funk ma scrisse anche la maggior parte delle hit per cui sono tuttora ricordati. Signore e signori… Mark Farner, classe 1948, originario di Flint, vicino a Detroit: chitarrista eccelso, vocalist da brividi lungo la schiena e performer inimitabile.
Il mio stile chitarristico si è sempre basato sulla pura emozione. Mark Farner
Closer To My Home è la sua nuova, tanto attesa (non ha più pubblicato nulla dal 2006) fatica discografica che, fin dal titolo, strizza l’occhio alla celebre Closer To Home in una sorta di nostalgica rievocazione dei fasti del passato. L’album, ci consegna un musicista in forma smagliante: a 76 anni, Farner, nonostante i problemi al cuore, gli interventi chirurgici e un’esperienza di vita-dopo-la-morte, sembra attivo, determinato, desideroso di tornare alla ribalta. Lo si sente nelle dieci canzoni del disco, un lavoro tanto piacevole quanto convincente. Lo si vede dalla copertina, su cui campeggia un’enorme bandiera a stelle e strisce. Lo si percepisce con (fiera) chiarezza navigando sul sito ufficiale markfarner.com in cui addirittura sono presenti una serie di video dove il chitarrista presenta i suoi riff più iconici, spiegandone la genesi e mettendo le cose in chiaro: piuttosto che vederli riprodotti in rete con errori o approssimazioni, Farner preferisce salire in cattedra e svelarne trucchi, segreti, diteggiature esatte. Il tutto con simpatia e pazienza. Ed è sempre emozionante, diciamolo, poter assistere alla lezioni (di vita e di musica) di un’autentica leggenda, soprattutto se capace di empatizzare con i fan in maniera così naturale.
A proposito di chitarre, il nostro ha edificato la propria storia imbracciando una serie di modelli indimenticabili: si va da una Micro-Fretts Spacetone del 1971 a una Custom Musicraft Messenger del 1967 alla sempre meravigliosa Custom ’61 Gibson Les Paul SG fino a quella Parker Fly che, per molti versi, è divenuta per Farner un’autentica anima gemella in fatto di sei corde…
La adoro. Mi ha reso un chitarrista migliore, data la sua precisione. È una gioia poterla suonare… that’s my baby! Mark Farner
Se è vero però che sono le dita a fare il chitarrista, è indubbio che il tocco del leader dei Grand Funk Railroad - a prescindere dallo strumento - assieme alla sua voce, alle sue doti di compositore e alla sua verve animalesca lo abbiano reso un’icona capace di ispirare legioni di musicisti. Non valorizzarne l’opera e non tramandare la sua figura alle nuove generazioni sarebbe un delitto imperdonabile. Se il rock infatti ha conosciuto innumerevoli morti e resurrezioni risulta altrettanto evidente che l’eredità artistica di personaggi come Mark Farner ne sia la testimonianza più classica e al tempo stesso più pura… oggi e nei secoli dei secoli. Amen!