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Chitarra monoblocco in faggio del 1979
di [user #16055] - pubblicato il

In un mio post del lontano 2010, descrissi una chitarra stratoide costruita da mio padre ben 46 anni fa, nel 1979, che ricordavo ben diversa. Nei miei ricordi aveva un manico in acero che si estendeva fino al reggi-cinghia (neck through body) con due ali per completare il corpo anch’esse in acero.
Chitarra monoblocco in faggio del 1979Nel disegno: ipotesi basata sui miei ricordi della chitarra stratoide.

In realtà quando rividi quel che ne rimaneva, in pratica solo il legno e poco altro, mi accorsi che era stata costruita con un unico pezzo di legno, credo che di simili al mondo se ne possano contare sulle dita di una mano, ma utilizzando legno di faggio. La forma è leggermente diversa da una classica Stratocaster essendo più allungata verso la presa jack e con un giro vita più snello. Ricorda comunque le linee di casa Fender e faceva parte di un trio che comprendeva anche una simil Les Paul, ma ora credo anche questa con precise differenze e un basso a scala lunga con cassa simmetrica a doppia spalla mancante, che è stato il mio primo basso. Mentre la stratoide e il basso avevano pickup di tipo single-coil, l’altra montava pickup humbucker tutti avvolti in casa. Ho già scritto varie volte della volontà al tempo di mio padre di creare qualcosa di nuovo in questo settore, poi naufragata dalla mancanza di denaro per brevettare alcune sue idee e per l’opposizione di mia madre.
Chitarra monoblocco in faggio del 1979In foto: il retro della chitarra costruita in un unico pezzo di faggio in uno scatto del 2010.
Chitarra monoblocco in faggio del 1979In foto: la chitarra fotografata nel 2010 con due pickup in prova.

Nel 2000 più o meno mio padre tornò ad avvolgere pickup per puro divertimento, rispolverando questo cimelio, rimasto nascosto in soffitta ed io espressi la volontà di ripristinarne la funzionalità che doveva avere tre suoi pickup. Nel frattempo alla chitarra era stato sostituito il ponte, ora con tremolo e allargati gli scassi per i pickup per poter ospitare anche degli humbucker.

La particolarità della linea, sono le smussature concave sia sul fronte, sia sul retro della cassa e il doppio filetto in palissandro che ne esalta la forma, al posto delle classiche smussature per l’avambraccio e il torace. All’epoca aveva un ponte di tipo Tune-O-Matic e tre pickup singoli, attivabili separatamente che erano collegati ad un preamplificatore di mia concezione, con volume master, tono per esaltare o attenuare gli acuti e un terzo controllo per passare dal suono standard ad una simulazione di humbucker con un certo incremento di volume, voluto dal chitarrista di famiglia per far distorcere meglio il Fender Twin Reverb Silverface del 1977.
Chitarra monoblocco in faggio del 1979In foto: sono visibili i doppi filetti in palissandro e le smussature del corpo.

In tempi recenti il minore dei tre fratelli, Marco, ha iniziato ad interessarsi agli strumenti musicali, passando per alcune mini tastiere, alle batterie mute per questioni di spazio e silenziosità, fino ad arrivare anche lui alle chitarre elettriche, aspirando più che ad imparare a suonarle, al settaggio, alla sostituzione di parti removibili, alla manutenzione e cura generale. Attualmente possiede otto chitarre elettriche, tutte usate economiche e pagate poche decine di euro, l’ultima è una Yamaha RGX112 di fine anni ‘80 presa da pochi giorni. Oltre al mio Epiphone Valve Junior che ha in prestito, ha acquistato un Roland Cube 20GX per poterle ascoltare. E’ al momento il suo hobby preferito.

Quando ha visto questo vecchio pezzo di legno, che negli ultimi anni si è spaccato in alcuni punti alla base del corpo, ha deciso di completarlo, cosa non possibile fino a due anni fa, acquistando tutti i componenti pickup, ponte, nuove meccaniche, parti elettroniche etc con prodotti offerti a prezzi molto vantaggiosi. Oltre a rimuovere il trasparente dato al tempo, ha deciso di nutrire il legno con dell’olio impregnante per scurirlo un po’, prima di applicare sopra un leggero strato di trasparente.
Chitarra monoblocco in faggio del 1979In foto: la chitarra come si presenta oggi.

Per rispettarne gli scassi dei pickup e della vecchia elettronica si è deciso d’installare tre humbucker dorati con una resistenza di 13 Kohm per il ponte, 10 Kohm per il centro e 8 Kohm per il manico, un volume master e due toni per i pickup di ponte e manico. Come era in origine, sono stati installati tre interruttori singoli per attivare separatamente i pickup, senza nessuno split. Il ponte è tornato ad essere una replica del Tune-O-Matic, anch’esso dorato, come lo sono le nuove meccaniche con i due alberelli abbassa-corde al posto della precedente barra. Nel mio vecchio post avevo scritto che sotto la tastiera in palissandro non vi era traccia di una barra tendi-manico, ma erano presenti due barre d’acciaio incastonate nel manico. In realtà il tendi-manico c’è e la sua regolazione sta alla base del manico stesso, quindi le ipotesi sono due, o questa soluzione era stata testata su un altro modello, oppure la tastiera fu rimossa e modificato il manico per inserirne la regolazione.
Chitarra monoblocco in faggio del 1979In foto: alcuni particolari della chitarra oggi.

Come accennato in precedenza, alla base del corpo si sono create delle fratture nel legno non presenti nelle foto del 2010, probabilmente dovute alle basse e alte temperature cui è stato sottoposto il legno in tanti anni nella soffitta di casa, che sono state volutamente lasciate così a dimostrazione del tempo trascorso. Per vezzo ha anche applicato due adesivi raffiguranti dei gechi sul top.
Chitarra monoblocco in faggio del 1979In foto: le spaccature alla base del corpo.

Per poterla ascoltare come si deve occorre attendere il rientro del fratello chitarrista che abita a Milano, quindi non prima dei mesi di luglio ed agosto, ma d’accordo con mio fratello Marco, abbiamo deciso di farvela conoscere. Cosa ne pensate?
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