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Chiude G&L: cosa ne direbbe Leo Fender?
Chiude G&L: cosa ne direbbe Leo Fender?
di [user #3] - pubblicato il

Il 15 settembre ha chiuso i battenti G&L, il brand la cui sigla in origine sottintendeva i nomi di Leo Fender e George Fullerton, ha costruito eccellenti strumenti dal 1979 al 15 settembre scorso, quando l'azienda ha chiuso i battenti, forse definitivamente. Gestita dalla BBE Sound della famiglia McLaren fin dalla scomparsa del suo celebre fondatore, la G&L ha vissuto negli anni fortune alterne, nonostante una qualità senza compromessi e all'altezza delle aspettative.
Nel 1983 ho avuto la fortuna di intervistare Leo Fender nella sede G&L di Fullerton, non a caso in Fender Avenue. intervista durata poco, presto trasformata in chiacchierata tra appassionati, alla faccia della differenza di età e di storia. Perché Leo, pur tecnico fino al midollo, era soprattutto un appassionato che si perdeva a discutere dei suoi giocattoli con persone che chi condivideva la sua facilità all'entusiasmo.

Chiude G&L: cosa ne direbbe Leo Fender?

Ho ancora nella memoria tutto quello che mi mostrò quel giorno, con un orgoglio e un entusiasmo che non gli interessava nascondere. Si cominciò con il nuovo maple neck G&L, evoluzione del suo progetto originale del 1950, realizzato con due semigusci, alla ricerca di maggiore stabilità, con il primo truss rod a doppia azione, poi ripreso da tanti produttori. Agitava sorridendo i pezzi di legno nell'aria mentre parlava, mostrando fiero lo scasso del truss rod, la guaina di materiale inalterabile per proteggere l'asta di metallo, l'accoppiamento perfetto e invisibile.  Di questa innovazione si è sempre parlato poco, ma in realtà ha dato un contributo importante alla fama di affidabilità degli strumenti G&L presso i musicisti di tutto il mondo.

Chiude G&L: cosa ne direbbe Leo Fender?

Il secondo argomento furono i pickup "Magnetic Field Design", evoluzione di quei Music man cui aveva lavorato negli anni '70 dopo l'embargo imposto dal contratto di vendita della Fender a CBS. Sui pickup continuò sulla sua strada, alla ricerca di una purezza di suono che nessun musicista ha mai voluto. Allineava sul tavolo sei pezzi di legno con fissate sei corde su cui aveva montato pickup Stratocaster, Jazzmaster, Music Man e il suo nuovo MDF. Li collegava a un vecchio amplificatore Music Man e piszzicava le corde con un  plettro in sequenza, per far sentire la maggior purezza cristallina della sua ultima invenzione.

Chiude G&L: cosa ne direbbe Leo Fender?

Poi ci mettemmo a parlare di ponti, analizzando la sua nuova variante di quello che lui si ostinava a chiamare "tremolo" (ma che tremolo non era). Il ponte G&L a doppio pivot fu un'evoluzione straordinaria del classico Stratocaster, altro concetto ripreso più o meno da tutti, inclusa Fender che ne montò una propria versione sulla Stratocaster American Standard della rinascita nel 1985. Ma il G&L era e ancora è più efficiente, un gioiello di design e meccanica, che Leo mostrava orgogliosamente su una chitarra attaccata a un vetusto accordatore stroboscopico. Verificava l'intonazione, suonava una corda, tormentava una leva e riaccendeva l'accordatore, per mostrare - soddisfatto come un bambino - come la chitarra tornasse perfettamente in pitch. 

Chiude G&L: cosa ne direbbe Leo Fender?

Il mio ultimo ricordo di quel pomeriggio è la prova del prototipo della Invader, chitarra che si discostava dalla sua produzione originale, per rispondere alle richieste di un mondo musicale che si stava spostando sui generi hard che spopolavano in quel decennio. Ricordo di aver ammirato la capacità di quell'uomo, pur già avanti con l'età, di comprendere il mercato a cui si rivolgeva per evolvere la produzione, ma senza mai venir meno ai suoi principi.

Chiude G&L: cosa ne direbbe Leo Fender? 

Ecco. A poche settimane dalla notizia della chiusura dell'ultima creatura di Leo Fender viene quasi da chiedersi cosa rimane di quell'uomo che lasciò un'impronta tanto profonda nella nostra musica. E cosa avrebbe detto della fine del suo ultimo sogno. La risposta è nelle chitarre che portano il suo nome, inventate negli anni '50, ma identiche, attuali ed efficienti dopo ottanta anni. Purtroppo l'evoluzione del mondo, dei mercati e della musica non lascia più spazio per piccole imprese come G&L, per certi versi la sua fine era scritta da tempo.
Speriamo almeno che "mamma Fender", oggi multinazionale che gestisce diversi brand acquisiti nel tempo, decida di acquisire il marchio G&L, non per sbarazzarsi di un concorrente tutto sommato marginale, ma per riportare in famiglia il nome del suo fondatore dopo sessant'anni e tenere in vita i suoi progetti, che certo non meritano di essere dimenticati. 

 
Fullerton G&L Leo Fender
Link utili
Il mio incontro con Leo Fender
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di gabbahey [user #23550]
commento del 23/10/2025 ore 22:54:57
Mi dispiace molto per l'azienda. Le G&L che ho avuto la fortuna di avere erano perfette, mi sono sempre piaciute
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di TidalRace [user #16055]
commento del 23/10/2025 ore 22:56:29
Ho sempre ritenuto gli strumenti G&L come l'evoluzione delle originali Fender, passando per MusicMan e quindi mi dispiace sapere che strumenti di così nobili origini, successori alle Strat e Telly possano non essere più prodotte. Mi auguro anch'io che un colosso come Fender acquisti il marchio e porti avanti tutto ciò che di buono si possa trovare della G&L. Considerando la miriade di marchi cinesi e non che producono copie di tanti modelli famosi e magari vendono pure bene, di cui se ne farebbe veramente a meno.
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di zabu [user #2321]
commento del 23/10/2025 ore 23:12:31
La cosa paradossale è che pare (leggendo commenti e ascoltando commenti sui canali YouTube) che il colpo finale a G&L lo hanno dato i dazi introdotti dalla corrente amministraz ione USA. Infatti i soldi per far quadrare i conti lo davano soprattutto gli strumenti della serie Tribute di importazione orientale. Con i recenti dazi si sono resi conto che non potevano reggere il mercato, complice anche il fatto che, se non proprio crisi disperata, il mercato degli strumenti si è parecchio raffreddato rispetto alla pandemia.

Comunque temo che se il marchio lo prende Fender vedremo forse delle G&L prodotte in Messico, forse qualcosa dal Custom Shop, ma mi sa che sarà comunque tutt'altra azienda rispetto a quella storica. Un peccato. D'altro canto mi sembra che nella realtà attuale le ditte di medie dimensioni non hanno spazio. Anche Cordoba è stata assorbita da Yahama, portandosi duetro pure il marchio Guild.
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di Shoreline [user #20926]
commento del 24/10/2025 ore 10:40:18
il fatto che i piccoli marchi chiudono era cosi già da decenni in tanti settori dalla moda alle automobili agli strumenti musicali e la colpa non è dei dazi. La colpa è dell acquirente che sceglie il brand storico sulla paletta anche se lo paga di più piuttosto che la liuteria o il brand che arriva con design nuovi e soluzioni meno convenzionali e oltre tutto vuole spendere poco ed è qui che Fender ha varie gamme di prodotto e di marchi cosa che una azienda piccola non può permettersi.
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di zabu [user #2321]
commento del 24/10/2025 ore 14:45:05
Parlavo infatti di colpo di grazia, è certamente vero quello che dici tu. Comunque i dazi stanno avendo effetti nefasti negli USA (io ci vivo per altro), di cui è difficile anche capire la portata generale per ora. Per rimanere nel campo degli strumenti, stavo vendendo che ad esempio dal giorno alla notte la piccola Gretsch 5220 che avevo preso un annetto fa è passata da meno $ 499 a $ 579, cioè più o meno il 15% medio delle tariffe. Se considerei che il consumatore americano si trova ad affrontare questi aumenti spalmati praticamente su buona parte dei prodotti, se consideri che anche produrre negli USA è diventato più costoso (comunque delle parti le devi importare), si capisce che non sono bei tempi né per i consumatori né per alcune aziende.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 24/10/2025 ore 16:16:50
Ma come!... questi stanno tornando a fare "grande" l'america!!....
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 24/10/2025 ore 18:58:45
Certo come no... 🤭
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 24/10/2025 ore 19:47:16
Incommentabili
Rispondi
di theoneknownasdaniel [user #39186]
commento del 24/10/2025 ore 08:32:43
Direbbe... oh no, di nuovo?
Leo Fender secondo me è stato il più geniale inventore nel campo delle chitarre elettriche, di fatto è stato lui ad avere l'intuizione di una chitarra facile da produrre in serie e nonostante ciò utilizzabile dai professionisti, è lui ad aver portato sul mercato il ponte tremolo, ma è sempre stato lui a far colare a picco le sue aziende, prima di capire i propri limiti nella gestione aziendale.
Per avere successo serve il giusto mix tra capacità di gestione imprenditoriale, che vuol dire riuscire a sopravvivere bene nonostante tutte le avversità che il mercato quotidianamente porta, e la capacità di proporre al mercato il prodotto che il mercato vuole ardentemente ma ancora non c'è.
E' un mix difficilissimo da raggiungere, perché spesso la gestione finanziaria e la ricerca e sviluppo o la produzione di alta qualità (non l'altissima) porta ad equilibri decisamente instabili.
Oggi sia Fender che Gibson adottano un modello comportamentale differente perché il mercato è cambiato, non ci si stupisce più per la possibilità di collegare una chitarra ad un amplificatore ma si cerca un suono perduto ottenibile solo con determinate formule magiche. Non si fa più ricerca e sviluppo (purtroppo) perché al mercato non serve.
Tornando a G&L, peccato per la chiusura e al tempo stesso meno male per come stava andando, se Fender assorbisse il marchio potrebbe riportare a casa il nome del proprio fondatore e proporre nuove soluzioni ibride volte a soddisfare qualche nicchia di mercato e, al tempo stesso, permettere a persone in gamba di continuare a lavorare per l'azienda in cui hanno creduto per anni, producendo strumenti di alta qualità.
Rispondi
di Ghesboro [user #47283]
commento del 24/10/2025 ore 08:56:34
Tutto bello, ma tosi al giorno d'oggi per tenere su un brand ti servono non solo le idee, ma anche la pubblicità, gli endorser, gli influencer, il fattore paraculo. Altrimenti chiudi, poche storie.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 24/10/2025 ore 09:14:08
Accidenti non lo sapevo, mi terrò ben stretta la mia
Legacy Shoreline Gold, anche se è solo una Tribute
modificata con Göldo Back Box e pickup rails Dimarzio
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 24/10/2025 ore 09:28:05
Provo sempre un senso di dispiacere e tristezza quando un brand chiude i battenti.
Credo che gli strumenti G&L siano ottimi strumenti, ma credo anche che abbiano sempre fatto molta fatica ad imporsi nel mercato, anche perché (purtroppo per G&L) esteticamente molto distanti dall'originale, a cui si sono ispirati.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 24/10/2025 ore 10:55:3
io ci vedo molto male per fortuna, a me la Legacy sembra identica alla Strato e la Asat identica alla Tele
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 24/10/2025 ore 11:04:43
Per me, la parola "identica" assume un significato ben preciso, soprattutto in termini di estetica.
Significa che tutti, ma tutti, i dettagli sono assolutamente uguali.
E se prendo tre particolari: paletta, disegno del corpo, ponte.... non ci siamo.
Poi c'è chi ai dettagli non ci guarda neanche, io ci guardo.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 24/10/2025 ore 11:11:32
Eh capisco, dopo li si va anche nell'abitudine di vedere sempre le stesse forme da decenni.
Tutto il resto diventa automaticamente brutto.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 24/10/2025 ore 11:23:10
Mah, io non credo che per abitudine poi il resto diventi automaticamente brutto.
Ti faccio l'esempio del Floyd Rose, è uscita sta roba a cui nessuno era abituato, e ha fatto la sua storia (e ancora la sta facendo), perché è piaciuto a veramente tanti.
Il ponte della G&L, mi spiace, sarà efficentissimo ma è brutto, la paletta pure (non regge il confronto ma neanche lontanamente).
Poi non ti voglio convicere eh, io la penso così, e non sono attaccato alle abitudini.
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di Sykk [user #21196]
commento del 24/10/2025 ore 13:36:54
Penso che la verità stia nel mezzo, c'è roba davvero orrenda in giro, ma il ponte G&L no dai.
Poi per dirne una, la paletta della Fender Telecaster mi fa schifo, sembra un moncherino, dovessi prendere una chitarra col body di quella forma, secondo me la paletta più bella si trova sulle ESP/LTD modello TE.
O ancora, la prima volta che ho visto una Les Paul non mi è piaciuta la forma del corpo, poi col tempo l'ho metabolizzata e apprezzata.
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di MM [user #34535]
commento del 24/10/2025 ore 14:42:3
:-))
Potremmo star qui a discutere ore.
Io so solo due cose:
La Tele, è una delle due chitarre più vendute e usate (da professonisti e dilettanti) al mondo, ci sarà un motivo...
E la Legacy non regge proprio il confronto con la Strato, anche se sulla paletta non ci fosse nessuna scritta.
Poi... a Leo Fender, gli farei un monumento subito, un genio assoluto.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 24/10/2025 ore 14:49:41
Beh i motivi per cui Fender e Gibson sono le più usate sono tanti, principalmente tradizionalismo, marketing ben riuscito, ma nel caso dei professionisti soprattutto contratti di endorsement.

Tornando alla Legacy boh, a me è piaciuta più delle fender per le caratteristiche tecniche, e visto che esteticamente cambia solo la paletta che comunque ha una bella forma, non ho avuto più dubbi.
Rispondi
di Big Muffin [user #63938]
commento del 24/10/2025 ore 20:23:28
Appoggio in toto la tua affermazione sul ponte della G&L, senza offesa per chi lo apprezza, ma non so' perche' a guardarlo mi provoca l'orticaria ... :-)
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di redfive [user #41826]
commento del 24/10/2025 ore 11:40:10
Gusti personali...
Io non sono mai riuscito a farmi piacere la paletta delle tele ad esempio....
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di MM [user #34535]
commento del 24/10/2025 ore 11:48:54
Direi più "gusto mio personale"...
La paletta della Tele piace a "tutto il mondo".
Rispondi
di redfive [user #41826]
commento del 24/10/2025 ore 17:13:5
Difatti ho scritto che non riesce a piacermi....
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di tau [user #971]
commento del 28/10/2025 ore 12:41:22
Cosa penserebbe Leo Fender? Mi meraviglia che nel tempo non fosse giunto ad odiare la sua creazione.

Ha creato una cosa talmente iconica e avanti che quando ha creato qualcosa di oggettivamente migliore a livello costruttivo, industriale e pratico è stato schiacciato dal peso del romanticismo e dell'iconicità della sua creazione originale.
Per un inventore non musicista dovrebbe essere stato duro.
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 28/10/2025 ore 21:52:52
Ci sono state, credo fasi storiche diverse e Leo Fender venne a mancare già nel 1991, quando il mercato (e anche in generale la scena musicale) era molto diverso. Quando Leo Fender iniziò a collaborare, negli anni '70, prima con Music Man e poi ha creò G&L non era affatto sicuro che la Fender sarebbe sopravvissuta a se stessa. Questo a causa, soprattutto, del disastro creato dal management CBS, che aveva preso le redini dell'azienda nel 1965. Gli anni '70-'80 furono il trionfo dei piccoli produttori e customizzatori e c'era spazio certamente anche per una ditta come G&L. Poi successivamente la Fender ha spinto l’acceleratore veramente sul fattore nostalgia e vintage (basti pensare all'invenzione delle chitarre Relic a metà anni '90) e piano piano ha riaffermato una sorta di monopolio sul settore degli strumenti bolt-on neck. Mettiamoci pure che d'altro canto la chitarra nel panorama musicale contemporaneo è scivolata quasi in una posizione di irrilevanza. Da questo punto di vista, ci dovremmo chiedere effettivamente se ha senso cercare innovazioni in uno strumento come la chitarra elettrica, se poi manca in fondo un contesto forte in cui queste innovazioni potrebbero esprimersi.
Rispondi
di riccardo_friede [user #66437]
commento del 01/11/2025 ore 09:01:49
Dopo aver avuto di tutto, il mio personale brand del cuore è diventato G&L, sia le Tribute che le USA... che dispiacere!!! Sicuramente il brand che se la comprerà, sarà capace di snaturare il tutto e abbassare la qualità, no doubt. Peccato! Le mie adorate ASAT, Legacy e Doheny restano qui felici e contente e io pure!!
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 01/11/2025 ore 18:15:59
Viene confermato l'acquisto del marchio da parte di Fender vai al link Comunque, ad ascoltare l'opinione di Phillip McKnight (Know You Gear), la sorte sembra un po' segnata. Come sostiene lui, la Fender non ha mostrato in altri casi di acquisizioni molto interesse a mantenere in vita marchi competitivi con i propri prodotti. Probabilmente si assisterà a una qualche forma di produzione di fascia alta tipo Custom Shop e poco altro.
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