L'auto,
il posto dove sento la musica, quando sono da solo durante il tragitto per andare al lavoro.
Sento un po' di tutto, ma in questi giorni sto sentendo Lucio Dalla con il suo " il contrario di me".
Io non sono un critico musicale e questa non è una recensione.
Dalla lo ascolto da 30 anni ed è tra i miei cantautori " preferiti ": negli ultimi lavori lo trovo un po' diverso, quasi mi chiedo cosa è rimasto del vecchio Lucio.
Quando sento dei brani nuovi mi domando spesso se qualcuno di loro rimarrà impresso nella memoria della gente per 10, 20, 30 anni o più.
E ci rimarrà nella mia? Diventerà un po' parte di me o sarà solo una senzazione passeggera della quale perderò ogni ricordo?
Tornando a Lucio però io credo che la sua produzione musicale abbia superato il confine della canzonetta già da tempo e stia volando oltre i confini segnati da chi vorrebbe invece appiattire l'offerta della musica nazional-popolare.
I testi sono attuali, ricercati, sperimentano e raccontano storie.
Belli, mi piacciono anche quelli che lasciano un po' di stucco...
Forse e dico forse il Lucio di oggi è più interessante proprio per i testi, ma mi "acchiappa" anche il bel mix dei suoni e della registrazione con strumenti ben bilanciati e la gamma dinamica molto estesa.
E poi quella sua voce "usata" inconfondibile come un vecchio strumento che si inerpica lassù dove molti non osano arrivare...
Non so se è il clarino l'estensione della sua musicalità o se è lui stesso ad essere strumento musicale...ormai non capisco dove sta il confine.
Stupende le aperture musicali quando il protagonista del pezzo diventa il mare, un classico punto di ispirazione per molti cantautori, ma che riesce ad emozionare ogni volta anche me;
che son uomo di pianura, ma con la testa sempre là...tra le onde dell'infinito azzurro.
Ogni disco è un nuovo disco ?
Per Lucio si tratta in particolare di nuove storie, non tutte faranno breccia nella nostra memoria, ma l'abilità è nel raccontarle con quel modo a volte scanzonato e scherzoso.
Quando sento i suoi pezzi mi immagino facilmente alcune immagini e panorami: mi verrebbe da dire che il suo è un linguaggio visivo.
Ora però le sue "immagini" corrono veloci come un video in avanzamento rapido, mentre mi sembravano più ferme negli anni passati e con i contorni ben definiti.
Questo però fa parte del mio modo di percepire le cose ed anche questo mondo che corre così veloce non mi piace troppo...
e mi manca quel mare visto dal finestrino della seicento di mio papà e quell'autostrada interminabile verso la nostra meta.
Le luci della notte ed il mistero del mare.
E quei due ragazzi seduti sul sedile posteriore che stavano sempre insieme e che oggi non hanno mai tempo per vedersi e per parlare.
Il profumo dei panini col bologna che mia mamma apriva e ci passava ...dentro in quella piccola seicento mi sentivo anch'io " due dita sotto il cielo " senza essere mai diventato nessuno per questo.
Quanto ci siamo divertiti...con niente !
Oh, diavolo, sono arrivato: va beh, spengo la radio e parcheggio.
Paolo.
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Collaborano nel disco Bruno Mariani, Roberto Costa, Mauro Malavasi, Beppe D’Onghia, Iskra Menarini, Maurizio Bianconi, Tullio Ferro e Rosario di Bella.