Sono legato da tanti ricordi alla mia Fender Stratocaster Contemporary.
Il primo è quello che non era certamente lei che volevo acquistare.
Erano ormai vent'anni fa, quando entrato in negozio con l'idea di comprare una Ibanez
di cui non mi ricordo il modello, il ragazzo del negozio ( con cui avevo suonato alcune volte)
mi propose di provare questa "Strato" made in Japan.
Avevo da sempre scartato l'idea della strato perchè nel gruppo l'altro chitarrista ne aveva una
ed intendevo avere un suono diverso dal suo.
Però questa era veramente diversa, anche nel suono e mi colpì subito.
Quello che non sapevo era che gli ingegneri giapponesi avevano trovato il sistema per complicare
la vita ai liutai e ai chitarristi.
Eh sì ! Perchè nella parte posteriore del body di questa Strato non c'è il pannellino che si smonta per verificare e regolare la tensione delle molle...
Le corde non passano "attraverso il corpo" ma sono agganciate al ponte con un sistema molto particolare e che qualcuno di mia conoscenza definisce: "..una cagata..".
Per montare le corde ci vuole una bella oretta o anche più se non si è troppo esperti.
Io non ho mai cambiato il set di corde ( 0,09 - 0,42 ) e non ho mai avuto problemi col ponte.
Solo qualche volta montando un set più pesante con tiro superiore vedevo il ponte che si alzava notevolmente dal corpo...
Si va beh, mi sono detto: tira giù tutto e torniamo allo stesso set !
Io ci suonavo e non mi sono mai posto questi problemi... a quei tempi giravo parecchio con la band, dalle 4 alle 5 sere la settimana non avevo mica tempo di farmi domande: era già un casino cambiare le corde!
Il mio rapporto con lo strumento è sempre stato come quello che hanno certe donne con l'auto:
perchè farsi domande finchè tutto funziona?
Quindi non ho mai sostituito nè pick-up nè altro, per me "lei" doveva restare così e basta.
Passando il tempo mi sono molto affezionato e non ha pensato di smontarla... ( male ! ).
Lo so adesso mi rendo conto che è un approccio sbagliato, però a me interessava di più smontare e incasinare gli amplificatori.
Qualche anno fa grazie alla rete di Internet ho cominciato a reperire informazioni più dettagliate,ma dato che non sono competente non ho mai provato a fare cose che non sapevo come andavano fatte.
Avevo identificato perfettamente sia il modello che il tipo di ponte e tutte le istruzioni di regolazione delle sellette, ma un piccolo particolare mi era sfuggito...come si regolano le molle??
Non dovrò per caso smontare tutto il battipenna e i pick-up?
Oddio, io non so regolare i pick-up! E così ho rimandato di nuovo.
Così quella Stratocaster è rimasta per tutto sto tempo con il suo grande segreto nascosto nel suo body.
Però forte della frequentazione di un sito..."www.accordo.it" mi sono lanciato nella regolazione del manico ed ho ottenuto: prima la frittura di corde sul manico e poi un risultato più accettabile.
Certo che si poteva ottenere di meglio, quello l'avevo capito, ci voleva uno competente.
Così magari si poteva svelare un mistero che durava da vent'anni!
E così la mia chitarra prese la strada di un liutaio che "bazzica per le pagine di Accordo".
Avete già scoperto chi è ? Beh, vi dico solo che è della provincia di Novara, proprio come me.
Il signore in questione esaminando il "reperto" e dopo aver apostrofato l'ingegnere giapponese con "..che ponte di ... fa cagare..." mi fa lasciare la chitarra e mi mostra le sue meravigliose creature.
Poi anche lui si fa la mia stessa domanda: "Come si regolano le molle del vibrato?"
e poi "...va bè lasciamela qui che quando la smonto ci capisco..."
Io comincio a credere di aver preso una brutta malattia, stavolta via web, perchè non avevo mai pensato che mi piacesse così tanto capire come si costruiscono e si mettono a punto le chitarre!
Le fulminazioni improvvise alla mia età possono degradare il già malconcio tessuto cerebrale!
Fatto sta che dopo una settimana la mia Strato è pronta e il mistero svelato:
il pazzo ingegnere nipponico ha montato una vite senza fine che è all'interno del corpo e la cui estremità spunta appena sotto l'attacco della cinghia ( centrale rispetto al manico e alle corde ) con una piccola cava esagonale da 2,5 mm.
Una boccola coassiale alla vite stessa aggancia le molle e girando dall'esterno con la chiave si effettua la regolazione.
Purtroppo io non ho visto il tutto smontato, ma credetemi solo un giapponese poteva arrivare a tanto.
Da non crederci: ce l'avevo da vent'anni e non lo avevo mai visto!
A proposito la chitarra suona molto meglio e col manico rettificato si viaggia che è un piacere.
Se volete dettagli più tecnici non chiedete a me e contattate quel "liutaio che produce anche ponti...della provincia di Novara..."
Però non ditegli che l'avete letto qui, e neanche che ho fatto 'sta figura barbina...
Ora c'è una storia in più ed un motivo in più per non separarsi mai da lei.
Paolo.