Allora, i personaggi delle precedenti barzellette del diario di Locke (e successive diramazioni) si trovano in una città senza nome. Al Bar di Accordo sono seduti un piemontese, un toscano ecc. ecc., ed un veneto.
Essendo tutti fuori casa non possono venir fuori con battute tipo "noi veneti abbiamo tanti turisti che..." oppure "noi toscani emigrati ecc. ecc.". Per cui si guardano tutti con sospetto.
Il toscano ecc. ecc. tenta di tirare fuori a sorpresa un fucile a canne mozze ma, visto che gli altri due lo scoprono, fa finta di aver fatto il gesto e dice:"Che boccaloni che siete! Credevate davvero che io...? Ma no, noi toscani ecc. ecc. non spariamo mai a quelli che brindano insieme a noi!" e butta fuori dalla finestra il fucile con un sorriso di circostanza.
E' il turno del veneto, che prova a sorprendere i due con una Magnum 44, ma visto che gli altri se ne accorgono esclama (traduttore simultaneo on) "Ah! Ci siete cascati eh? Eh, questa è una pistola giocattolo, le ho tolto il tappino rosso... ma è giocattolo! He he...". (traduttore simultaneo off) E la butta fuori dalla finestra.
A questo punto il piemontese, ghiotto del vino nei bicchieri dei commensali, esclama "Mi sùn stò pi lèst, l'o sà campò fora 'l me fisìl". I due, increduli del fatto che il piemontese avesse veramente già buttato fuori dalla finestra il suo fucile senza che essi, data la sua straordinaria velocità, se ne fossero accorti, si alzano immediatamente ed escono per accertarsi del fatto.
Il dio delle Barzellette, compiaciuto dell'arguzia del piemontese, lo premia lasciandogli bere il vino dei due malcapitati, che invece appena escono trovano i personaggi che in altre barzellette avevano ucciso per non bere in compagnia.
E in amare lacrime fuggono, rincorsi da una squadra di sette personaggi armati (detta altrimenti "La Squadra 7").