E’ mai possibile che uno sia un affermato produttore e anche un ottimo chitarrista / compositore?
Non è abbastanza saper fare bene una delle due cose? Evidentemente no. Ascoltate Corrado Rustici e poi mi dite.
Il suo disco “Deconstruction of a Postmodern Musician” è da un po’ di giorni che gira nelle mie orecchie e devo dire che mi piace non poco…
L’ho scoperto leggendo un’intervista a Rustici su un numero di qualche tempo fa di Chitarre, quello che in copertina aveva la Ibanez Luminosa di Steve Vai (mamma mia, Steve! Sarai anche un semidio ma con quella chitarra non ti si può guardare… !). Comunque…
Il Ciddì è proprio ben fatto, i pezzi sono tutti molto piacevoli, ci sono 3 pezzi cantati (da Elisa, Giuliano Sangiorgi dei Negramaro e Fabio Properzi degli Ameba 4) anche loro niente male, anche se preferisco i pezzi strumentali (nella track 6 – Tantum to blind – il nostro Corrado duetta con nientepopodimenochè Allan Holdsworth in un bel pezzo fusion).
Suonano nel disco, in ordine sparso: Steve Smith, Michael Manring, Peter Vettese, Paul McCandless, Allan Holdsworth. I pezzi con Paul McCandless (all’oboe) - Spirals of light e 100 famous notes - sono strepitosi.
Piccola nota tecnica: pare che Rustici non abbia usato nessun ampli per registrare questo disco. Notizia non confermata.
In generale proprio un bel lavoro. E’ un po’ quello che ho in mente di fare per i miei pezzi, solo che lui suona daddio e io no. Cacchio!
In ogni modo, CD consigliato.