Lo sconforto e la scarsa nel fiducia nel futuro sono mali terribili e quando ci colgono si impadroniscono di noi, togliendoci il respiro.
Ultimamente è difficile che uno studente universitario minimamente informato, di ceto medio, attento alle cronache ma soprattutto alla sua crescita, non si trovi in queste condizioni.
Io personalmente mi ci trovo.
La legge 133 è un taglio finanziario doloroso e distruttivo. Personalmente lo vedo come minante le basi del diritto allo studio sancito dalla Costituzione e non capisco come mai le altre parti politiche non si oppongano con veemenza. Il fatto poi che sia attesa una riforma della scuola e in particolare dell'Università, sull'onda di questo provvedimento finanziario, mi fa ancora più paura.
La mia condizione è preoccupante in questo momento. Già adesso vi sono sforzi affinché possa assicurarmi una formazione, questi, oltre che fisici e mentali, sono economici, dettati dalla tasse, dai libri, dalle stampe, dai modellini (faccio architettura). Non oso pensare cosa possa accadere alle rette universitarie se questa folle cesoia non sarà fermata.
Può sembrare populista, mi chiedo però come mai, in un periodo difficile come questo, tutti siano chiamati a stringere la cinghia tranne i signori politici che si dimostrano buoni solo a tagliare ad aumentarsi i già faraonici stipendi anziché combattere l'evasione fiscale e rilanciare l'economia (essenziale sarebbe il finanziamento della ricerca per raggiungere una maggiore competitività, qua invece la si cerca di annullare).
Posso però essere sicuro che la maggior parte di questo paese sta avendo quello che si è meritata... mi spiego. Davanti a me ho una realtà universitaria composta principalmente di persone che vivono in modo passivo degli spazi e dei servizi che gli appartengono, abituati da troppo tempo a un atteggiamento che li estranea da quella che è la vita politica, abituati a subire le imposizione che "piovono" dall'alto senza mai chiedersi perché e se sia lecito.
Poi ci sono gli approfittatori, i così detti "parcheggiati", gente che non ha la minima aspettativa dalla vita, cerca solo di non fare niente di se stesso, e non aspetta altro che questi momenti per creare confusione.
Nella Facoltà di Architettura di Firenze siamo arrivati a proporre una forma di protesta a mio modo di vedere nuova e produttiva, congiuntamente con un buon numero di professori che si sono professati disposti a partecipare.
In assemblea generale è infatti stata approvata una mozione nella quale l'assemblea tutta manifestava la volontà di mettere in opera, un giorno a settimana a rotazione, attività sostitutive delle didattica ad alto contenuto formativo. Queste potevano riguardare gli ambienti lavorativi, troppo spesso ignorati e negati negli ambienti universitari, l'organizzazione stessa della didattica, poi attività informative, di ricerca e molto altro. Un modo, quindi, di manifestrare il proprio dissenso in modo produttivo, arricchendo lo studente e non danneggiandolo. Oggi vi sono stati risvolti particolari e come al solito è saltata fuori quella che è diventata una barzelletta negli ultimi anni... L'occupazione. Una barzelletta perché svuotata di tutti i valori che poteva avere, applicata per ogni buffonata, senza capo né coda.
Quando ho sentito di queste cose mi sono venuti i brividi, ho tentato di difendere la nostra creazione e lunedì avremo il responso.
Mi chiedo che fine abbia fatto il senso civico e la consapevolezza di sé e dei propri diritti però...
Scusate le digressioni in ordine sparso, è un diario però, no?!??
Lorenzo.