di cornell [user #2704] - pubblicato il 15 luglio 2004 ore 00:40
cornell scrive "Ieri sera sono andato al concerto di Pat Martino, al Blue Note di Milano. Era la prima volta che andavo al Blue Note. Ogni sera faccio le due per stare dietro ai brani di Pat.
Ho saputo dell'evento in un momento in cui dire che le mie finanze erano disastrate è dire poco (tra l'altro appena reduce dal G3), ma mi son detto: "Non posso non andare.."
Bhè, nel dire che sono tornato a casa insoddisfatto mi vergogno un pò e neanche ci riesco a credere e a dirlo, ma lo penso.
Ma 25 euro per un'ora di concerto, per (considerata la tipologia dei brani) l'esecuzione di 4 brani, non so se possano far godere appieno della performance e della comunicazione tecnica ed espressiva di un artista come Pat Martino. Parliamoci chiaro: è veramente scandaloso, una pagliacciata commerciale. Io sarei rimasto ad ascoltarlo tutta la notte.
Il locale fantastico, mi ricorda le atmosfere de "I Falchi della Notte" , almeno una volta bisogna andarci.
Ma durante la serata, il mio ascolto è stato perennemente distratto da un pensiero: "Ma questi artisti per i quali, paradossalmente, non vale il detto "diamo a cesare quel che è di cesare", come fanno ad essere avvicinati dai "profani" se le condizioni imposte per ascoltarli sono proibitive per l'80% degli appassionati di musica?"
Leggendo il programma io sarei stato al Blue Note ogni sera, e invece ieri sera, ma solo per un motivo obbligato, quasi religioso, è stata la prima volta."