Cari tutti, ho appena comprato un piccolo ampli da basso, il Peavey Max 158, per dare voce al mio glorioso amico del passato, un Jazz artigianale che suonavo tanti anni fa e che finita la stagione della band stava tristemente nella custodia. In due parole, costa pochissimo (110 euro) e vale tantissimo. Sono molto soddisfatto.
Forse una recensione "vera" non la merita - non so se sarei in grado, più che un bassista mi sono sempre sentito un "bassofilo" - però due righe di diario sì.
Soddisfatto del mio Roland Microcube da chitarra, volevo comprare qualcosa di equivalente per basso. Mi ero posto due facili regole:
1) Piccole dimensioni (la casa nuova è grande, ma non enorme!)
2) Prezzo attorno ai 100 euro (il prezzo di un pedale per recuperare un intero strumento)
Come ormai ho deciso di fare per puntiglio contro un grande negozio romano gestito da grandi antipatici, sono andato a rivolgermi alla piccola-grande certezza di Bandiera, a due passi dalla stazione Termini. Cortesi come sempre mi hanno permesso di provare due giocattoli (no comparare no comprare): il Fender Rumble 15 (120 euro) e, appunto, il Peavey. Caratteristiche molto simili. Ecco i link ai rispettivi siti:
http://www.fender.com/products/search.php?partno=2315300010
http://www.peavey.com/products/browse.cfm/action/detail/item/113798/MAX(R)%20158.cfm
Non c'è stata gara: tanto il Fender, alle mie povere orecchie, è sembrato spento, sottile e tutto sommato trasparente, quanto il Peavey è stato una grande sorpresa. Pieno, rotondo e caldo, ha dato soddisfazione ai buoni legni del mio Seattle Thunderbolt by Franco Di Filippo.
In particolare, al di là della pasta sonora generale a mio orecchio superiore, ho trovato interessante lo switch "modern/vintage" sul pannello frontale: in "modern", cito il manuale, si ottiene un suono "based on 'West Coast' EQ voicing with no tube simulation". In "vintage" un timbro "based on Peavey Transtube front-end with a vintage tube bass voicing". In sostanza, il suono si scalda, si "sporca", si approfondisce (amici bassisti, scusate le definizioni ingenue).
Insomma, 110 euro per riportare in vita un basso con cui divertirsi sul divanetto, o con cui jammare con gli amici. Secondo me, un affarone. Lo consiglio a tutti.