di perrynason [user #17170] - pubblicato il 29 giugno 2009 ore 10:00
Si parla spesso di inquinamento acustico come presenza eccessiva di rumore. Termine che, nella nostra cultura, designa il contrario del suono e la negazione della musica. Ma esiste una forma di inquinamento “musicale” forse più devastante. E non mi riferisco ai decibel delle discoteche, che rimangono comunque una libera scelta, quanto ai numerosi momenti della giornata in cui siamo costretti a “subire” la musica. Situazioni quotidiane, ormai inevitabili, in cui qualcuno decide per noi cosa dobbiamo ascoltare, quando e come.
Ci ho riflettuto dopo una intera giornata accompagnata da sottofondi musicali continui e inesorabili, completamente fuori dal mio controllo.