Sonno ed eccitazione alla partenza, stanchezza e contentezza alla fine; stima per i grandi del metal che si sono effettivamente confermati tali, delusione per le - presunte - promesse che hanno infine fatto fiasco. Queste le contrastanti impressioni del grande concerto di domenica 28 giugno presso lo Stadio Brianteo di Monza, il mio primo Gods of Metal, di cui mi piacerebbe ricordare i momenti per me più significativi.
Le due ore abbondanti di viaggio passano in fretta quando si è in compagnia di amici che condividono la passione per la musica, ascoltando l'ultimo dei Metallica, parlando di concerti passati e dei prossimi eventi da non perdere e, ovviamente, delle aspettative per l'imminente Gods, e in men che non si dica ci troviamo davanti allo Stadio Brianteo.
Siamo in ritardo rispetto alla tabella di marcia, per cui arriviamo giusto in tempo per sentire i Cynic, gruppo che non conoscevo e che mi ha positivamente impressionato per il tasso tecnico mostrato. Se il buongiorno si vede dal mattino... ;-)
Il concerto prosegue con gli storici Napalm Death, che regalano classici del repertorio inframezzati da pezzi dell'ultimo album. Suoni di chitarra molto compressi (Les Paul custom e Rectifier), a volte confusi ma sempre amalgamati col resto della band, basso poderoso, batteria tiratissima e voce impeccabile. Non sono sicuramente il mio gruppo preferito, ma dal vivo sono veramente piacevoli.
Finalmente arriva il turno dei Mastodon, uno dei motivi principali della mia partecipazione al Gods. I quattro cominciano con Oblivion, passando per classici come The Wolf is Loose, Crystal Skull e Blood and Thunder fino a The Czar e Crack the Skye. A dispetto dei recenti video su You Tube, che mostravano un cantato non sempre all'altezza delle registrazioni in studio, Troy Sanders e compagni si sono comportati splendidamente, muovendosi con destrezza tra i growl tombali dei vecchi album e le melodie più sognanti di Crack the Skye. Strumentalmente non hanno sbagliato nulla: Brann Daylor strabiliante e chitarre di Kelliher e Hinds...mastodontiche! Ancora una volta i Mastodon si confermano una delle maggiori promesse del metal odierno.
Altra grande esibizione quella dei Down, che mi interessavano giusto per poter vedere dal vivo Phil Anselmo e Rex. Non conosco la loro produzione se non per pochi pezzi, ma hanno davvero suonato buona musica, certamente distante dal sound dei Pantera, ma con un Anselmo come non si vedeva da tempo.
Dopo una breve uscita dallo stadio per riposare i timpani e per riempire lo stomaco, ritorniamo davanti al doppio palco e ascoltiamo l'ultima parte del concerto dei Carcas - molto dotati tecnicamente, ma lontani dai miei gusti musicali - in attesa di gustarci i Dream Theater. Attesa pienamente ricompensata: i Dream regalano un'ora e mezza da brivido, tra successi del passato e brani dell'ultimo Black Clouds and Silver Lining, che ho ascoltato per la prima volta. Nessuno nutre ancora dubbi sulle capacità tecniche degli strumentisti, ma personalmente ero fortemente dubbioso riguardo alla prestazione di LaBrie che, al contrario, ha sfoggiato una forma invidiabile. Sono poi rimasto colpito dal talento di Portnoy, uno spettacolo visto dal vivo (sembra stia giochicchiando tanto è tranquillo dietro all'immensa batteria), e dai virtuosismi spettacolari di Myung, che spesso avevo tralasciato ascoltando i cd nello stereo di casa. Petrucci? è stato semplicemente mostruoso: preciso come un orologio svizzero, con un sound forse non sempre a fuoco in alcune ritmiche meno distorte, ma sempre immenso nei soli.
Sicuramente è difficile non sfigurare dopo un'esibizione come quella dei Dream Theater, ma dagli headliner del Gods è comunque legittimo aspettarsi qualcosa di speciale. Niente di tutto questo è stato offerto dagli Slipknot: tanto fumo e poca sostanza. Dopo l'esordio con alcuni brani del primo album, di cui ricorreva il decimo anniversario, hanno proseguito sostenuti da una folla - inspiegabilmente - in delirio, tra salti, corse e tanta scena, ma con suoni confusissimi, voce spesso claudicante avvolta da un generale marasma. Trionfo dell'immagine sul contenuto.
Oggi, a mente fredda, posso dirmi soddisfatto del mio primo Gods of Metal, sicuramente impegnativo per gli spettatori (che caldo ragazzi!), ma davvero appagante per la quantità e la qualità della musica offerta dalla maggior parte delle band. Sono stato anche colpito dalla stima che i gruppi partecipanti hanno dimostrato nei confronti della manifestazione: chi avrebbe mai immaginato un Phil Anselmo in grande spolvero, i Mastodon impeccabili nel canto o un LaBrie in stato di grazia?
Magia del Gods of Metal ;-)