VINTAGE VAULT SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE
Trasformatore di uscita: falsi miti e leggende
di [user #23165] - pubblicato il

Sono un nuovo utente e quindi come prima cosa mi presento. Sono un ingegnere elettronico che da circa vent'anni maltratta le chitarre e da circa 5 anni si diletta per puro hobby nella realizzazione di ampli valvolari, cloni degli ampli storici (plexi, jtm, dumble). Solitamente compro tutti i componenti, trasformatori inclusi e li assemblo. Ora sono alle prese con la realizzazione di un clone marshall 2204 50W e ho deciso di fare un passo in più: invece di comprare un trasformatore già fatto (mercury, marstran, heyboer ecc...), ho deciso di cercare su internet le specifiche e di darle al buon Santo Novarria (Novarria elettronica) per farmi fare un trasformatore su misura secondo le mie specifiche.
 

Volevo condividere con con voi l'esito di questa mia ricerca perchè mi ha fatto scoprire delle cose veramente interessanti su uno dei componenti più importanti di una ampli a valvole, forse il più importante di tutti: il trasformatore di uscita.
Il mio primo approccio da buon ing. è stato di recuperare sulla rete dei manuali di elettronica sulla progettazione di trasformatori. Beh questa è stata la scelta peggiore. Tutti questi manuali sono pensati per realizzare dei trasformatori con la massima resa, la risposta in frequenza più ampia ed un comportamento il più lineare possibile, in definitiva dei trasformatori Hi-Fi. Questo non ha niente a che vedere con gli ampli per chitarra.
Se ne avete la possibilità potete chiedere a qualsiasi tecnico costruttore di trasformatori audio Hi-Fi un parere sui trasformatori usati sui Marshall, Fender ecc.... La risposta che vi daranno potrebbe essere per alcuni di voi sorprendente: vi diranno che si tratta di trasformatori di pessima qualità, lamierino magnetico di basso costo (grani non orientati), scarso numero di avvolgimenti, sottodimensionati, primario e secondario scarsamente o per niente intercalati. Quindi tutto il contrario di quello che scrivono i libri di teoria.
D'altro canto provate a montare un trasformatore Hi-Fi su un marsahll 100W e vedrete che ca...gata di ampli che vi ritroverete. Questo perchè i trasfo Hi-Fi devono "riprodurre" fedelmente il suono, i trasfo per chitarra devono "colorare" il suono.
Jim Marshall (che mai finiremo di ringraziare per le sue creature) era tutto tranne che un buon ingegnere, ma sicuramente era ed è un grandissimo uomo d'affari. Come tale, la scelta dei componenti dei suoi ampli era guidata soprattutto agli inizi da una questione puramente economica, non di certo dal fatto che un trasformatore avesse la "botta" o un "crunch da paura" o tutte quelle menate con cui ci riempiamo la bocca (io per primo). Tenete conto che negli anni sessanta gli ampli erano fatti per suonare puliti e la distorsione era cosa poco gradita. Poi scese sulla terra Hendrix e insegnò a noi terrestri che settare un plexi 100W con tutto a 10 è veramente divertente ed emozionante.
Ora, anche se vi sembrerà strano, questa alchimia per noi perfetta che è racchiusa in un marshall d'annata non è frutto di un preciso disegno progettuale, ma ahimè è frutto del caso e del fatto che le nostre orecchie sono cresciute con Hendrix, con Page, con Slash e tutti i nostri eroi e ciò ha fatto che si che questi ampli "imperfetti" divenissero per noi il suono di riferimento, ci siamo assuefatti.
Ora l'unico modo per replicare qualcosa di imperfetto è prenderlo, smontarlo e vivisezionarlo per carpirne le imperfezioni. La mia ricerca era concentrata sul trasformatore d'uscita Drake 784-139 montato sul plexi 50W 1987 e anche sui JCM 2204 50W.


Ho postato sui tutti i forum possibili alla ricerca di qualcuno (e sono tanti) che avesse smontato e sbobinato dei trasformatori marshall originali, e che condividesse con me i propri preziosi segreti. Ovviamente nessuno mi ha minimamente ca....gato di striscio e come biasimarli: perchè mai uno dovrebbe condividere i suoi preziosi segreti con uno sconosciuto?
Comunque di "riffa o di raffa" qualcosa sono riuscito a rastrellare, tra cui voglio menzionare delle info preziose da un sito russo in cirillico, di cui ovviamente non capivo unamazza, ma che aveva delle figure molto chiare e precise.
Morale della favola ho portato il risultato delle mie ricerche a Novarria Elettronica: mi ha confermato che trattasi un trasformatore pessimo, che se dovesse farlo lui lo farebbe 10 volte meglio ecc ecc... Ma a me non interessa, voglio che me lo faccia così: una ciofeca.
Ora viene un altro aspetto interessante e cioè i costi. Il tutto (e sottolineo per un trasformatore custom fatto su misura su mie specifiche) mi costerà circa 50 euro o poco più. Ora provate a vedere cosa costano i famigerati trasformatori Mercury Magnetics, Marstran, Metropoulos ecc... Vi renderete conto di quanti soldi guadagnano per vendere un prodotto vecchio di 50 anni e per di più volutamente "scadente", è incredibile. E pensare che io credevo che fosse perchè usavano meteriali particolari o chissà cosa...
Spero che queste informazioni possano essere utili anche a quelle persone che pensano di sostituire i trasformatori originali con un set Mercury, Marstran ecc... pagando delle cifre per me folli e che non giustificano il risultato finale.
Di proposito non sono entrato nei dettagli tecnici che sono riuscito a recuperare sul trasformatore in questione, perchè credo che interessino veramente poco, ma se qualcuno (malato come me di fai-da-te) fosse interessato posso comunque condividere le info recuperate, pur sapendo che sono parziali e non c'è alcuna certezza sulla loro bontà.
Un saluto a tutti

amplificatori amplificatori per chitarra elettronica
Link utili
Alcune mie crature
ToneLizard
Nascondi commenti     124
Loggati per commentare

coincidenza
di Sykk [user #21196]
commento del 23/03/2010 ore 08:4
Stavo cercando informazioni sui trasformatori proprio in questi giorni e avevo già trovato molti dei dati che hai scritto. In soldoni, più un trafo è scadente, più l'ampli suonerà vintage. Al contrario negli ampli di concezione più moderna (si vabbè parlare di moderno per le valvole.....) i trasformatori sono un po' più hi-fi, vedi MM, DeYoung ecc. Non che questo ne giustifichi il prezzo...
Rispondi
Un miniera di informazioni
di Spilung [user #20537]
commento del 23/03/2010 ore 08:5
Grazie,splendido articolo,se fossi capace mi costruirei la strumentazione da solo dalla chitarra effetti cavi ed ampli...lo so che sono eretico ma sono anni che ripeto che paghiamo piu' il marchio ,che quello che c'e veramente...
Rispondi
A volte....
di elgaldil [user #22921]
commento del 23/03/2010 ore 09:0
A volte mi chiedo cosa spinge a sbattersi tanto per sviscerare le problematiche dei nostri strumenti... perchè è uno sbattimento, indubbiamente! Beh... fatti non foste a viver come bruti... giusto? Complimenti per la passione :-) E grazie per le dritte!
Rispondi
Tra il dire e il fare...
di Randy84 [user #18247]
commento del 23/03/2010 ore 09:2
Apprezzo molto dal punto di vista teorico il tuo articolo, personalmente non ho benchè la minima cultura elettronica e non ho la minima idea di come possa essere fatto un trasformatore al suo interno, cosi come non ho idea di quanto possa costare la realizzazione di un trasformatore. Ma... hai provato praticamente a montare tutti i trasformatori che citi nel tuo articolo sullo stesso amplificatore? Hai mai provato a montare un mercury, ad esempio, su una marshall 1959 reissue e sentire come e cosa cambia nel suono? Su che base dici che un drake è scadente? dal punto di vista elettronico? e dal punto di vista sonoro?
Rispondi
Re: Tra il dire e il fare...
di flatart [user #23165]
commento del 23/03/2010 ore 09:5
Per Randi84: credo che tu non abbia colto il punto, probabilmente perchè non mi sono spiegato bene. Il Drake è un pessimo trasformatore dal punto di vista teorico o dal punto di vista dell'audiofilo Hi-Fi: sottodimensionato, pochi avvolgimenti, primario e secondario non intercalati (o poco) ecc ecc.. potrei andare avanti oltre elencandoti i difetti. Allo stesso tempo è il perfetto trasformatore per i Marshall. Si ho provato trasformatori Marstran e Mercury e soprattutto nel primo caso si tratta di trasformatori che fanno egregiamente il loro lavoro: peccato solo che costino 3 volte quello che dovrebbero costare (per i mercury anche 6 volte).
Rispondi
Re: Tra il dire e il fare...
di Kata_ts [user #2290]
commento del 23/03/2010 ore 10:3
Caro flatart !! ***peccato solo che costino 3 volte quello che dovrebbero costare (per i mercury anche 6 volte). *** Devi capire che "paghi" la marca ed il logo sul trasfo ;oP suvvia !!! SaluToneS
Rispondi
Benvenuto *** malato del di fai-da-te *** !
di Kata_ts [user #2290]
commento del 23/03/2010 ore 09:4
ehehe non è così 'facile' parlare dei trasfo per ampli valvolari di chitarra - comunque ! le tue ricerche sono state 'condivise nel tempo' da altri utenti pure qui e .. altrove ;p) Il discorso è che un componente se è possibile 'migliorarlo' lo si DEVE migliorare per avere sicuramente dei "vantaggi" che quelli fatti allora non avevano. Secondo il mio punto di vista il *suono* non può che giovarne SaluToneS
Rispondi
Io so pochissimo di
di dalo [user #18107]
commento del 23/03/2010 ore 09:5
Io so pochissimo di elettronica, ma quanto sostieni nell'articolo risultava anche a me.
Rispondi
invece
di crixout [user #14675]
commento del 23/03/2010 ore 09:5
secondo me il nostro ingegnre ha afferrato a pieno il concetto. Non sono menate, ma in ampli come i Marshall JTM, varie Plexi, JCM800 il trasformatore d'uscita è parte fondaentale del suono, che lo caratterizza. Poi il colpo di Genio (o di fondoschiena) del sig Marshall è tutto lì, aver creato un suono particolare per l'epoca, inconfondibile oggi, utilizzando componenti economci che trovava nelle vicinanze. I corrieri nei 70 non si sbattevano avanti e indietro per il modo a pochi centesimi e in tempi stretti come oggi. Poi è storia che la prima testata marshall JTM45, è nata copiando un bassman utilizzando componenti anglosassoni, vedi anche le EL34, KT66... mentre in America usavano 6L6, 6550 ecc. Poi il sig. Marshall non era un tecnico, era un batterista con un negozio di strumenti musicali. Chissa perchè ci sono ampli oggi realizzati con componenti all'avanguardia, costruiti in stanze più sterili di una stanza operatoria, ma che non suonano così. A volte il "caso" è più redditizio dello studio
Rispondi
Re: invece
di clust [user #23186]
commento del 23/03/2010 ore 09:5
io per esempio non ho mai capito una cosa... se voglio realizzare una testata 100 w da quanto deve essere il primario? e da quanto il secondario?
Rispondi
Re: invece
di crixout [user #14675]
commento del 23/03/2010 ore 10:0
purtroppo non so risponderti, a livello tecnico non sono così ferrarto.
Rispondi
Re: invece
di Kata_ts [user #2290]
commento del 23/03/2010 ore 10:2
Dipende dalle valvole che vuoi utilizzare al finale ;oP SaluToneS
Rispondi
Re: invece
di clust [user #23186]
commento del 23/03/2010 ore 10:2
metti che decido per un quartetto di el34?
Rispondi
Re: invece
di Kata_ts [user #2290]
commento del 23/03/2010 ore 10:3
Ecco da lì prendi i datasheet, leggi i valori di tensione/corrente che ti servono per definire la zona di lavoro e ricavi le rette di carico, e poi, in base a tutto questo calcoli i parametri del trasformatore che ti serve. Facìl nò ?!?! LOL SaluToneS
Rispondi
Re: invece
di Kata_ts [user #2290]
commento del 23/03/2010 ore 10:3
doppio
Rispondi
e i Partridge..che mi dici?
di niconew16 [user #12248]
commento del 23/03/2010 ore 09:5
Molto interessante ....bell'articolo!! premetto che non ho competente elettroniche ma posso solo giudicare tramite le mie orechcie ele mie sensazioni...ma hai scoperto qualche cosa dei trasformatori Partridge montati su Hiwatt ??? Da felice possessore si una Dr504 del '71 sono incuriosito....perchè la qualità sonora è spaventosa e credo anche la qualità costruttiva..da quello che so i Partridge vennero costruiti da Reeves molto sovradimensionati rispetto al necessario, per garantire maggior affidabilità, ma a livello qualitativo non so nulla...e mi piacerebbe capire ancora meglio da dove arriva quel suono osi divino che mi ha incantato fin dalla prima volta..e che mai abbandonerò. grazie
Rispondi
Re: e i Partridge..che mi dici?
di Kata_ts [user #2290]
commento del 23/03/2010 ore 10:2
Stai parlando di una HIWATT Dr504 del '71 !!!!!!!!!!!!! Mica bruscolini ;oP SaluToneS
Rispondi
Re: e i Partridge..che mi dici?
di niconew16 [user #12248]
commento del 23/03/2010 ore 11:1
eeheh tanto amata e tanto sudata... ma che goduria! però sarei curioso di sapere qualcos di piu riguardo ai Partridge...se sono realmente eccezionali c ome si dice in giro ....oppure hanno "bruttte" sorprese anche loro....
Rispondi
Re: e i Partridge..che mi dici?
di zirela utente non più registrato
commento del 23/03/2010 ore 11:2
Hiwatt è un ampli al quale puoi attaccarci la chitarra, il basso, la tastiera e pure la voce. Hiwatt è fatto per riprodurre al meglio il timbro dello strumento. Hiwatt è molto più Hi-fi di Marshall. Hiwatt è ampli pulito e molto più pulito di un pulito tipo fender. Hiwatt è....per sempre! Comunque i trafi Partridge sono costruiti con materiali ottimi e sono di concezione più hi-fi: lamierini con grani orientati, gran numero di avvolgimenti etc..
Rispondi
Re: e i Partridge..che mi dici?
di niconew16 [user #12248]
commento del 23/03/2010 ore 11:3
Ti ringrazio per la spiegazione....hai detto una cosa saggia: HIWATT è PER SEMPRE! " Non proavare mai un Hiwatt se non hai i soldi per comprarlo..." Mr.T
Rispondi
Re: e i Partridge..che mi dici?
di zirela utente non più registrato
commento del 23/03/2010 ore 11:4
Esiste una scappatoia....costruirselo come ha fatto il sottoscritto!
Rispondi
Re: e i Partridge..che mi dici?
di niconew16 [user #12248]
commento del 23/03/2010 ore 12:3
beh direi che è un ottima scapaptoia.....
Rispondi
Re: e i Partridge..che mi dici?
di Kata_ts [user #2290]
commento del 23/03/2010 ore 11:2
ti ha risposto prima zirela ;OP
Rispondi
Re: e i Partridge..che mi dici?
di STONER [user #1191]
commento del 25/03/2010 ore 17:0
Mi stò facendo fare una Hiwatt Dr103 e ho acquistato degli Heyboer clonati su dei vecchi Partridge. Il tecnico che li monta e che mi ha fatto pure una Plexi sempre con gli Heyboer ha fatto delle prove e mi ha detto che hanno una risposta lineare che molti trasformatori da Hi/Fi si sognano e arrivano tranquillamente a 10000 hz, cosa impensabile per un trasformatore Marshall. Mi pareva di aver letto infatti che Reeves utilizzo trasformatori da Hi Fi per i suoi amplificatori.
Rispondi
Re: e i Partridge..che mi dici?
di smilzo [user #428]
commento del 26/03/2010 ore 13:0
Ma a che serve arrivare a 100k se a 4k o 6k devi filtrare per non avere zanzare?
Rispondi
Interessante, ma ...
di swgui [user #6111]
commento del 23/03/2010 ore 10:2
Molto interessante. Per scacciare i dubbi che sono affiorati leggendo, faccio una domanda a flatart: hai provato a sostituire i tuoi trasformatori agli originali ? e, in caso affermativo, cosa è successo al suono dell'ampli ? Grazie.
Rispondi
Un saluto al collega
di herrdoctor [user #18849]
commento del 23/03/2010 ore 11:1
Innanzitutto un saluto al collega ingegnere e i miei complimenti non tanto per l'articolo, ma per la passione che supporta le nostre ricerche e che se fosse pagata per il "tempo perso", avrebbe prezzi stratosferici! Cmq bell'articolo ;) Per quanto riguarda il trasformatore... bè... anche qualche ingegnere piuttosto bravo si trova a dover combattere sempre con la massima resa con materiali scadenti. Mi piace quando dici che gli hai commissionato quella "ciofeca" di trasformatore nonostante ti abbia risposto che poteva farlo meglio. Immagino la faccia del costruttore da una parte... e la tua, che pur di sperimentare, ti sei fatto quasi prendere quasi per un pirla!! (CONCEDIMI LA BATTUTA) Ma questa è la ricerca della verità!!! Complimenti! Cmq da me alcuni ing, senza fare ricerche così approfondite come le tue, molte volte hanno sottolineato che la mia ricerca di linearità nel progetto era una cagata.... e infatti tu ora mi dai la riprova!
Rispondi
Re: sull'isolamento..
di Andromeda [user #25670]
commento del 24/12/2012 ore 23:48:16
salve. tralasciando per un attimo il discorso del timbro, vorrei sapere qlc. sull'isolamento e sull'affidabilità di trasformatori su ampli da 100 o +watts se suonati e tenuti per ore a 8-10 di volume. Ho letto che i Mercury (o anche altri odierni) sarebbero di gran lunga superiori in fatto di affidabilità e longevità a QUALSIASI trasformatore vintage; questo perchè avrebbero l'isolamento di plastica, e quindi non di cartone (come avevano tutti i trasformatori una volta). E' così?
Quali altre caratteristiche (oltre al materiale dell'isolamento) un trasformatore per ampli da 100-200watts dovrebbe avere se si suonasse a 10 di volume in grandi palchi per ore e ore, senza voler far sciogliere avvolgimenti,isolamento o quant'altro? grazie
Rispondi
L'amplificazione del
di raw utente non più registrato
commento del 23/03/2010 ore 11:2
L'amplificazione della chitarra elettrica è quanto di piu' ANOMALO nel settore ci possa essere, per il fatto che ha ben descritto l'autore dell'articolo. Ancora piu' ANOMALI sono i chitarristi elettrici perchè dal loro amplificatore pretendono che cambi voce ad uno strumento a corde il cui suono non piace in partenza. Come dire : "la voglio mora perchè poi si possa ossigenare i capelli". Ricordo i tempi della scuola, quando mi si domandava cosa preferivo fra Inferno, Purgatorio e Paradiso (ovviamente a proposito della Divina Commedia) io rispondevo sempre ... "il primo".
Rispondi
Re: L'amplificazione del
di Kata_ts [user #2290]
commento del 23/03/2010 ore 11:2
MITO ! **** "la voglio mora perchè poi si possa ossigenare i capelli". *** SaluToneS
Rispondi
Re: L'amplificazione del
di raw utente non più registrato
commento del 23/03/2010 ore 12:2
Mi sto anche sempre piu' convincendo che questa tipologia di strumentista, in realtà, sia un "amplificatorista", dato che forse l'amplificatore, timbricamente, è piu' influente dello strumento di partenza.
Rispondi
Re: L'amplificazione del
di Kata_ts [user #2290]
commento del 23/03/2010 ore 12:2
partendo sempre e comunque dalle mani ;oP SaluToneS
Rispondi
Re: L'amplificazione del
di raw utente non più registrato
commento del 23/03/2010 ore 12:3
Si, infatti. Questo conferma che la chitarra elettrica è uno strumento molto strano perchè fatto da due grandi "blocchi" , di cui il primo è quello legato piu' al lato anatomico-ergonomico-emotivo-stimolante, mentre il secondo è quello prettamente timbrico, legato alla fisica acustica. Soprattutto ai giorni nostri, questi due blocchi sono al centro di innumerevoli discussioni "ideologiche", dove ognuno di noi dà piu' o meno importanza ad uno dei due a seconda delle personali capacità. Forse, chi sà mediare con equilibrio fra le due cose, buca l'audio ed il video, esprimendo solo ... Arte.
Rispondi
Re: L'amplificazione del
di adriphoenix [user #11414]
commento del 23/03/2010 ore 16:2
Assolutamente d'accordo...la catena inizia dalle mani ma finisce con il cono...ogni elemento in mezzo compreso i primi 2 citati contribuiscono ad creare "IL SUONO"...c'è da impazzire solo a pensare a quante sono le variabili...e noi qui a farci le pippementali, mentre i furbacchioni delle case produttrici si sfregano le mani e contano i dobloni..... stay rock!
Rispondi
Quattro pollici alzati per te
di lorenzof [user #17952]
commento del 23/03/2010 ore 11:2
Articolo molto significativo, ti alzo tutti i pollici a mia disposizione. Condivido il tuo sguardo. Se ti capita da' un'occhiata qua: vai al link
Rispondi
*** D'altro canto pr
di valeriomas [user #8328]
commento del 23/03/2010 ore 11:2
*** D'altro canto provate a montare un trasformatore Hi-Fi su un marsahll 100W e vedrete che ca...gata di ampli che vi ritroverete *** Di questo non sono proprio convinto. Penso l'esatto contrario: secondo la mia esperienza il suono ne giova perche' e' piu' ricco. Poi comunque hai sempre la possibilita' di aggiustarlo a tuo piacimento con i controlli di tono... Ciao, Valerio.
Rispondi
Re: *** D'altro canto pr
di Q [user #7863]
commento del 23/03/2010 ore 14:5
Che sia più ricco mettendo un trasformatore hi-fi non ha senso, dato che esso si limita a fare il suo lavoro in completa trasparenza e quindi non aggiungendo nulla, a differenza della distorsione introdotta da un trasformatore 'scadente'. Che possa invece piacerti di più con quello hi-fi invece è totalmente legittimo!
Rispondi
Re: *** D'altro canto pr
di valeriomas [user #8328]
commento del 23/03/2010 ore 15:1
Certo che ha senso :) Un trasfo HIFI non aggiunge niente, e' verissimo, sono i trasformatori "scadenti" che tolgono frequenze utili! Ciao, Valerio.
Rispondi
Re: *** D'altro canto pr
di Q [user #7863]
commento del 23/03/2010 ore 15:1
Tolgono? Distorcere significa aggiungere armoniche, non toglierle. Sta a te poi decidere se quella distorsione ti piace o meno e se trovi che ti arricchisca il suono in modo gradevole.
Rispondi
Re: *** D'altro canto pr
di valeriomas [user #8328]
commento del 23/03/2010 ore 15:3
*** Distorcere significa aggiungere armoniche *** Non e' vero:) Distorcere significa "alterare" la forma d'onda originale. Quella di cui parli probabilmente e' la distorsione armonica, ma non e' l'unica distorsione possibile... Nel caso specifico...il trasformatore d'uscita si comporta da filtro passa-banda. Piu' il trasformatore e' scadente, piu' questa banda e' ristretta ed il segnale che arriva ai coni e' di fatto un segnale che ha perso frequenze utili a causa del trasformatore. Questa "colorazione" puo' piacere, non lo metto in dubbio...io preferisco trasformatori a risposta piu' ampia. Ciao, Valerio.
Rispondi
Re: *** D'altro canto pr
di Q [user #7863]
commento del 23/03/2010 ore 15:4
Quello che dici è correttissimo, ma la differenza di cui si parla qui non è tanto di banda, altrimenti se fosse così le plexi suonerebbero come se avessero i toni chiusi e non mi pare il caso, ma di linearità del componente, e quindi di ricchezza armonica. Ad ogni modo quando si parla di distorsione, ci si riferisce al regime sinusoidale e un filtro passa-banda una sinusoide non la distorce in quanto è un componente lineare in prima approssimazione.
Rispondi
Re: *** D'altro canto pr
di valeriomas [user #8328]
commento del 23/03/2010 ore 16:5
Scusa ma non capisco proprio il tuo discorso :( In particolare non capisco questo: *** a differenza della distorsione introdotta da un trasformatore 'scadente' *** Non capisco a quale tipo di distorsione ti riferisci. Io sostengo invece che un trasformatore d'uscita e' modellizzabile come un filtro passa banda. La linearita' in banda e' tanto maggiore quanto piu' la banda e' estesa. Non capisco dove sia il problema. E' scritto su tutti i libri di elettronica. E' noto poi da cosa dipendono le frequenze di taglio di un T.U. (sup. e inf.). Comunque qui mi sa che stiamo divagando un po' troppo... Ciao, Valerio.
Rispondi
Re: *** D'altro canto pr
di Q [user #7863]
commento del 23/03/2010 ore 17:0
La linearità dipende dalle caratteristiche del nucleo e dalla presenza o meno di saturazioni dello stesso. Se schematizzi una cosa con una certa risposta in frequenza stai assumendo che essa sia lineare, cosa che un trasformatore, a maggior ragione se di scarsa qualità non è. Se una cosa non è lineare introduce distorsione armonica, che è l'unica distorsione che esista. Di un filtro puoi dire che altera il segnale è vero, ma lo fa unicamente amplificando o attenuando certe frequenze, non aggiungendone di nuove. Un equalizzatore non distorce, a meno che non faccia schifo certo :) Spero di aver spiegato cosa intendevo con le mie frasi precedenti, e comunque si, stiamo divagando e me ne scuso! PS: se il tuo trasformatore fosse solo un filtro passa banda non distorcerebbe un bel niente, farebbe solo un'equalizzazione che per l'appunto non è una distorsione.
Rispondi
Re: *** D'altro canto pr
di valeriomas [user #8328]
commento del 23/03/2010 ore 17:2
Finalmente ho capito. Te stai parlando di trasformatori...che fanno veramente schifo :) Io davo per scontato che il trasformatore come minimo fosse stato progettato per non fare mai saturare il nucleo. OK, ora ti seguo e capisco cosa intendevi col tuo primo commento :) Ciao, Valerio.
Rispondi
Re: *** D'altro canto pr
di Q [user #7863]
commento del 23/03/2010 ore 17:2
Si è vero, vanno dimensionati correttamente, ma quando si dice che i trasformatori degli ampli vintage sono sottodimensionati si intende esattamente questo.
Rispondi
Re: *** D'altro canto pr
di Sykk [user #21196]
commento del 23/03/2010 ore 15:4
ok, ma anche tu avrai un limite nel volere un trasformatore di uscita hi-fi altrimenti vai di finale a transistor ;- )
Rispondi
Re: *** D'altro canto pr
di valeriomas [user #8328]
commento del 23/03/2010 ore 16:0
No, forse mi sono spiegato male. Faccio un passo indietro...secondo me un trasformatore HI-FI su un ampli per chitarra elettrica e' INUTILE. Se gia' il trasformatore arriva a riprodurre fino a 5/6 kHz e' tutto grasso che cola (un trasformatore HI-FI si spinge un bel po' piu' avanti). Va piu' che bene. Dicevo solo che andare a cercare dei trasformatori "scadenti" apposta per riprodurre sonorita' "vintage" significa andare a "colorare" il segnale che arriva ai coni, di fatto andando ad eliminare molte frequenze utili che l'ampli sarebbe in grado di amplificare. Io preferisco trasformatori dalla risposta piu' ampia (ma non HI-FI, ripeto). Ciao, Valerio.
Rispondi
Re: *** D'altro canto pr
di niconew16 [user #12248]
commento del 23/03/2010 ore 17:3
tipo Partridge appunto...
Rispondi
Re: *** D'altro canto pr
di valeriomas [user #8328]
commento del 24/03/2010 ore 08:4
OK, ci siamo capiti :)
Rispondi
Re: *** D'altro canto pr
di Andromeda [user #25670]
commento del 25/12/2012 ore 00:09:36
cosa mi dite sull'isolamento? era di cartone anche nei partdrige, vero? i Mercury (e quali altre marche?) invece lo hanno in plastica, e quindi è + affidabile e meno incline a sciogliersi (metti che uno ami e possa suonare sempre a 9-10 di volume). In quali altri materiali si può fare l'isolamento? in bachelite?
Rispondi
Re: *** D'altro canto pr
di strato78 [user #17091]
commento del 23/03/2010 ore 20:2
Aldilà dei gusti, la distorsione e le armoniche camminano per conto proprio... Poi resta giusto il discorso di usare ciò che ci piace se il componente ideale non colora il suono come ci piace.
Rispondi
Re: *** D'altro canto pr
di strato78 [user #17091]
commento del 23/03/2010 ore 22:4
In estrema sintesi le armoniche, più che aggiunte o sottratte, sono enfatizzate diversamente in funzione di quanto lineare sia il regime di lavoro considerato, comunque sempre in regime discendente rispetto alla fondamentale. Quello che la saturazione introduce è una diversa risposta in frequenza, in quanto la linearità di un trasformatore viene spesso considerata con l'unico riferimento della sinusoide ad 1 kHz, mentre pochi costruttori possono vantare di produrre amplificatori con una linearità stabile nella banda dell'udibile. Ecco spiegata anche la differenza di costo abissale tra un OT Hi-FI serio ed OT per chitarre (minore banda passante, minore linearità richiesta se non desiderabile). Non dimentichiamoci però che prima di arrivare al finale c'è un pre e che anche questo può distorcere alla grande, molto prima che lo stadio finale cominci a lavorare in un regime non lineare...
Rispondi
Poi scese sulla terr
di Robertocaster [user #1945]
commento del 23/03/2010 ore 12:0
Poi scese sulla terra Hendrix e insegnò a noi terrestri che settare un plexi 100W con tutto a 10 è veramente divertente ed emozionante. Questa è una delle frasi più belle che abbia mai letto su accordo :-)
Rispondi
Questi sono, a mio m
di charvel_man [user #8134]
commento del 23/03/2010 ore 12:1
Questi sono, a mio modesto parere, articoli che danno ad accordo quel valore aggiunto che lo rendono speciale. Complimenti a flatart. Ciao Marco
Rispondi
ottimo articolo
di gaveyn utente non più registrato
commento del 23/03/2010 ore 13:3
...dal basso della mia massima ignoranza in materia, vorrei chiederti una cosa: mi hai fatto subito venire voglia di girare il mio ampli valvolare ed infilarci dentro la testa... e, se ho visto bene, ce ne sono addirittura due di trasformatori (enormi)! a cosa serve che ce ne sia un paio? è relativo ai due canali disponibili, nel caso lavorassero due circuiti separati, oppure uno lavora sul pre, ed uno sul finale? scusa se, trascinato dalla curiosità, ho magari infilato qualche sfrondone nella domanda, ma, come detto, l'elettronica non è il mio forte... grazie
Rispondi
Re: ottimo articolo
di emibale [user #16120]
commento del 23/03/2010 ore 14:2
Il primo, di solito più grosso e vicino alla presa AC, è quello di alimentazione.. brevemente, trasforma l'alternata di rete in continua per alimentare l'ampli. Il secondo è quello d'uscita, il suo scopo è quello di accoppiare le valvole finali con i coni della cassa e ha molta importanza per il suono perchè tutto il segnale passa dentro di lui
Rispondi
Re: ottimo articolo
di gaveyn utente non più registrato
commento del 23/03/2010 ore 14:3
ah, ecco. ok. grazie mille.... mo' ne so qualcosa di più. ;-)
Rispondi
Re: ottimo articolo
di smilzo [user #428]
commento del 23/03/2010 ore 16:3
Il trasformatore d'ingresso ha due compiti: 1) fornire i voltaggi necessari per il funzionamento; 2) isolare dalla rete. La trasformazione da alternata a continua avviene dopo.
Rispondi
grazie a tutti
di flatart [user #23165]
commento del 23/03/2010 ore 13:4
Volevo ringraziare la comunità per l'interesse suscitato dal mio articolo e rispondere ad alcune domande. Per quanto riguarda gli hiwatt e i trasformatori partridge non ho alcuna esperienza. Confermo quanto detto già da un accordiano, ovvero che si tratta di trasformatori più "Hi-Fi", quindi sovradimensionati (o meglio, correttamente dimensionati), con primari e secondari intercalati ecc... ma non so altro. Per quanto riguarda questo mio progetto, è il primo che faccio con un trasformatore avvolto secondo le mie specifiche, spero tra un mese di finire e di poter condividere con voi qualche sample mp3, nella speranza di non fare figuracce.... ;) Volevo poi condividere un'esperienza già fatta in passato. Tempo fa ho realizzato un clone dumble (vai al link) e non avevo badato a spese, quindi avevo acquistato un trasformatore di uscita Mercury pagato a peso d'oro, più spese di spedizione e VAT (sigh...). Beh non ero soddisfatto dalla risposta sulle basse frequenze, l'ampli suonava troppo "piccolo", non aveva profondità. Quindi ho chiesto a Novarria di farmi un trasformatore sovradimensionato per una coppia di 6L6GC. Gli ho dato solo le impedenze al primario e secondario e gli ho dato carta bianca per tutto il resto. Sostituito il trasformatore, l'ampli suonava alle mie orecchie decisamente meglio tanto che il Mercury l'ho venduto. Questo credo che si spieghi con il fatto che gli ampli di ispirazione dumble devono avere un gran pulito e in questo caso l'uso di un trasformatore di qualità può essere una scelta vincente. Voglio sottolineare che è stata una mia esperienza personale e che non voglio assolutamente sminuire i trasformatori della Mercury a cui riconosco un solo grande difetto: hanno un prezzo che non sta ne in cielo e ne in terra. Tutto qui.
Rispondi
Re: grazie a tutti
di strato78 [user #17091]
commento del 23/03/2010 ore 15:1
...e se, senza troppi timori reverenziali, affermassimo che perfino un Hammond può essere un degno sostituto dell'OT Partridge? Quanto saremmo lontani dal vero? Bisognerebbe considerare che all'epoca non creavano miti, ma amplificatori che poi abbiamo mitizzato? Morale della favola? Erano buoni componenti, ma niente di magico... che fosse merito del progetto?
Rispondi
Re: grazie a tutti
di gwynnett [user #9523]
commento del 23/03/2010 ore 22:2
Anzitutto un cordiale benvenuto nella comunità di Accordo e complimenti per questo articolo con il quale affronti problematiche molto importanti per un corretto funzionamento e per la caratterizzazione della timbrica di un valvolare. Nel commento precedente fai riferimento ad un magnetico certamente molto blasonato e costoso dal quale affermi di non aver ricevuto una risposta adeguata tanto da avere l'esigenza di sostituirlo e poichè avevi riprodotto l'elettronica di un Dumble certamente parli di una coppia di 6l6/5881 in push pull con una 12ax7 come sfasatrice. L'impedenza richiesta da questo tipo di tubi quando lavorano in p.p. varia da circa 3k8 a 7k8 ohm da intendersi plate to plate nell'avvolgimento primario e la vasta escursione di questo valore è da mettere in corrispondenza dell'entità del "quesito anodico" richiesto che dipende direttamente dai valori di resistenza all'incrocio della sfasatrice, dai valori in ohm di controreazione e di esaurimento a massa e, principalmente, dalle caratteristiche dei tubi usati che prevedono sempre e comunque un'attenta analisi delle curve relative alla frequenza in funzione di tensione e corrente. La collocazione generica di una impedenza se pure caratteristica nel primario certamente accorda elettronicamente il circuito ponendo il tutto al riparo da malfunzionamenti e anomalie ma spesso non soddisfa le esigenze di suono rendendolo carente o poco dinamico in determinati segmenti di frequenza. Diversi fattori accentuano queste carenze tra cui un errato rapporto tra valore di controreazione e di esaurimento a massa in funzione della tensione negativa iniettata alle griglie (creazione di un bias) oppure le caratteristiche vere e proprie dei tubi usati con un occhio particolare ai limiti di reazione (Ug1 - Ig2 - Raa) ed alle correnti minime e massime per un uso normale che condizionano pesantemente il comportamento in frequenza dato che si muovono in un ambito sinusoidale.
Rispondi
Re: grazie a tutti
di flatart [user #23165]
commento del 24/03/2010 ore 00:1
Innanzitutto giù il cappello davanti alla risposta di gwynnett, io non riesco a spingermi fino a questo livello di analisi ed in realtà ho un approccio molto empirico e poco teorico. Nel caso specifico si trattava proprio di una coppia di 6L6GC in push-pull su un OT Mercury per fender 50W, impedenza al primario 4,4K circa. Ho copiato fedelmente gli schemi da Ampgarage e Ceriatone, anche se a onor del vero i dumble dovrebbero essere 100W. Il risultato come ti dicevo non mi convinceva. Ho provato ad intervenire cambiando i condensatori bypass al catodo delle 12ax, sia i condensatori di accoppiamento pre-pre, pre-sfasatrice e sfasatrice-finale in modo da "boostare" le basse. Ma rimanevo sempre perplesso. Tra l'altro lo paragonavo al mio clone JTM45 con OT Marstran che ha dei bassi da "discoteca" (di solito li metto a 2...). D'accordo che è proprio un altro ampli ma il confronto era imbarazzante. E poi c'era una cosa che non mi convinceva proprio, ma ho paura che ti metterai a ridere: il peso del trasformatore e le dimensioni. Si si hai capito bene. Mai visto un tarsformatore d'uscita per un push-pull 50W così leggero e così piccolo. Ora va bene sottodimensionati, ma c...zo a tutto c'è un limite! Il resto te l'ho già raccontato: mi sono fatto fare questo OT da Novarria, gliel'ho chiesto appositamente sovradimensionato, proprio per non avere dubbi. Il peso direi che è raddoppiato. Le dimensioni no ma quasi, tanto che ho dovuto rifare i fori sullo chassis. Il risulato è stato per me notevole, tanto che mi ha spinto a fare queste ricerche sui trasformatori che ho condiviso con voi.
Rispondi
Re: grazie a tutti
di Kata_ts [user #2290]
commento del 24/03/2010 ore 09:3
no no ! E' così, il trasformatore CAMBIA moltissimo un ampli ;) SaluTOneS
Rispondi
Re: grazie a tutti
di gwynnett [user #9523]
commento del 24/03/2010 ore 12:1
Il discorso che il Mercury risulta di gran lunga più leggero è forse da definirsi un pregio in quanto sicuramente fa uso di lamierini cosidetti "a grani orientati" che hanno un peso inferiore a parità di massa e definiscono in maniera senz'altro migliore i parametri del campo magnetico generato, le dimensioni invece, ed in particolare l'altezza del componente pregiudica non poco la resa finale favorendo l'isteresi, e cioè un certo ritardo nella conversione dei parametri di corrente e tensione (il trasformatore non è altro che un convertitore). Quello che invece riveste una grande importanza in un trasformatore di uscita è il numero degli strati che si comportano come le diverse stratificazione del legno in una chitarra FAVORENDO RADICALI MUTAMENTI DEL CONTENUTO IN FREQUENZA a parità di materiali usati. Se per un ottimo magnetico HI-FI si arriva ad undici o dodici stratificazioni attorno al nucleo (e questo determina le dimensioni più generose) per gli strumenti musicali cinque o sei strati sono sufficienti per non privilegiare troppo le frequenze acute e per rimanere nel CLEAN senza sconfinare nel CRISTALLINO che nessun chitarrista apprezzerebbe. Ogni volta che il campo e invertito, una piccola quantità di energia è perduta a causa dell'isteresi del nucleo e la validità progettuale consente di gestire al meglio queste perdite che sono sompre proporzionali alla frequenza che in questo caso rappresenta la FUNZIONE che regola la densità dei flussi elettromagnetici in gioco.
Rispondi
Re: grazie a tutti
di Kata_ts [user #2290]
commento del 24/03/2010 ore 09:3
La tua stessa esperienza l'ho fatta con un single ended. Prima avevo l'Hammond 125 ESE e suonava bene, poi ho messo un TA10 della serie NOvarria e ... suonava BENISSIMO ;oP SaluTOneS
Rispondi
Re: grazie a tutti
di Andromeda [user #25670]
commento del 25/12/2012 ore 03:26:53
Un grazie a te da parte mia, perchè hai un interesse in comune al mio. Anch'io un giorno mi costruirò da me un mio amp....ma non conosco ancora nessuna ditta o tecnico,o ingeniere a cui potermi rivolgere.
Il mio obbiettivo però è quello di realizzare un ampli tipo un marshall 50 o 100watt ma capace di reggere il lavoro di tante ore a 10 di volume senza fondere mai nulla dentro i trasformatori o da altre parti ,senza usare ventilatori o nulla come 'aiuto'.
Quello che ho imparato da poco sui vecchi amp e vecchi trasformatori, è che TUTTI (almeno ho capito così) avevano l'isolamento di carta/cartone...quindi era piuttosto comune che un trasformatore saltasse dato che l'isolamento si bruciava facendo poi andare in corto-circuito avvolgimento interno.
Quindi forse è per questo che Mercury e altri attuali costano tanto: è perchè NON hanno l'isolamento di carta ,come invece avevano Drake,Dagnall,Partdrige, e praticamente TUTTI i tasformatori degli ampli vintage. Non se ne salva uno. E' per questo che chiederò di quali altri materiali è possibile fare l'isolamento e quali altri componenti di materiale migliore hanno alcuni trasformatori odierni rispetto a quelli del passato.
Rispondi
Ottimo articolo
di Jimmy_ver20 utente non più registrato
commento del 23/03/2010 ore 14:3
Articolo molto bello, sono cose che già si intuivano (pensando che componenti come resistenze e condensatori costano CENTESIMI, e facendo le dovute proporzioni....), ma la tua conferma è stata molto utile. Anche io come te sono ing. elettronico e sto cominciando giusto ora a modificare ( e magari successivamente a costruire) ampli. Quando sfatiamo il mito che il point-to-point è meglio del PCB??? Perchè finora l'unica certezza è che è più caro...
Rispondi
Re: Ottimo articolo
di strato78 [user #17091]
commento del 23/03/2010 ore 15:0
Più di una volta è stato sfatato proprio su questo sito! ;)
Rispondi
Re: Ottimo articolo
di lorenzof [user #17952]
commento del 23/03/2010 ore 20:1
vai al link
Rispondi
Re: Ottimo articolo
di enrico73 [user #22985]
commento del 23/03/2010 ore 22:0
Sul point to point concordo anche io (pur possedendone uno...) che è spesso una manovra commerciale. E' in rialzo il mercato vintage e allora facciamo qualcosa di vintage per vendere di più. Il point to point mi sembra un pò come le chitarre dedicate agli artisti: un modo elegante per darti qualcosina in più ma fartelo pagare spropositamente di piu'. Saluti.
Rispondi
Re: Ottimo articolo
di Kata_ts [user #2290]
commento del 24/03/2010 ore 10:1
Nessuno dei due è meglio dell'altro !!!!!!!!!! Un circuito realizzato in PTP fatto bene darà dei bei 'suoni', fatto male ..... non tanto ! Un circuito realizzato con PCB fatto bene darà dei bei 'suoni', fatto male ..... non tanto ! A parte per discorsi di marketing, entrambe le tecniche hanno i loro pro e contro, basta saperle ehehehhheh SaluTOneS
Rispondi
Re: Ottimo articolo
di Andromeda [user #25670]
commento del 25/12/2012 ore 03:33:56
anche questo che sollevi è un argo che mi interesa molto. ma + che altro a me interesserebbe sapere sull'evoluzione del materiale utilizzato per le schede nel corso degli anni. quanti e quali tipi di materiale ci son stati nel passato e quanti e quali adesso.
Rispondi
Per fortuna ti sei presentato da subito come ingegnere...
di strato78 [user #17091]
commento del 23/03/2010 ore 15:1
...altrimenti avresti rischiato di farti dare dello str***one! ;) Concordo pienamente (compresi punti e virgole) quanto hai affermato nel tuo articolo e da sempre dico che per avere un buon trasformatore non è necessario spendere cifre stratosferiche e nemmeno uscire dai patrii confini... Se poi si vuole semplicemente "clonare" un ciofecone che però suona come ci piace, basta conoscerne la struttura, i materiali, il rapporti delle spire tra primario e secondario, il numero degli avvoglimenti e le sezioni del rame: niente alchimia, solo tecnica. A presto.
Rispondi
..disperato appello agli ingegneri!!!
di plexidreamer [user #11723]
commento del 23/03/2010 ore 16:0
Ora che uno dopo l'altro contribuite a sfatare miti&leggende, vi lancio un appello: costruiteci degli ampli che soddisfino certi criteri teorici (Come sui manuali) e che costino massimo 200€ giusto per premiare almeno il progetto.. e poi speriamo arrivi un nuovo Hendrix che metta tutto a palla, e potremo assuefare le nostre orecchie e creare nuovi miti per altri 40 anni!!! ;-)
Rispondi
Re: ..disperato appello agli ingegneri!!!
di smilzo [user #428]
commento del 23/03/2010 ore 16:4
Giusta richiesta. Ma gli ingenieri progettano, non costruiscono. :DDD
Rispondi
Re: ..disperato appello agli ingegneri!!!
di plexidreamer [user #11723]
commento del 23/03/2010 ore 18:1
Esatto! Tranne alcune fortunate eccezioni che sono anche chitarristi e amanti del fai da te come l'autore del post...:D
Rispondi
Re: ..disperato appello agli ingegneri!!!
di strato78 [user #17091]
commento del 23/03/2010 ore 20:2
Con 200 euro c'è ben poco da fare secondo me... anche se si costruisce per se stessi. Non è che non si possa, ma forse è solo una prerogativa di una certa industria che limita le porprie scelte a certi componenti senza andare troppo per il sottile. ;)
Rispondi
Re: ..disperato appello agli ingegneri!!!
di plexidreamer [user #11723]
commento del 23/03/2010 ore 21:1
Ciao, Strato. Lo so.. la mia era un pò una provocazione, scritta tra l'altro di fretta perchè stavo lavorando. Io a mia volta mi sono sentito un pò un pirla, leggendo articoli come questo. Perchè in alcuni casi pronto a spendere cifre che abbiamo visto possono essere in realtà inadeguate per strumentazione che io so valutare solo per qualità acustiche, e non da ingegnere, quale non sono. Ma la teoria è tale. E la pratica è un'altra cosa. E' una piccola provocazione anche per chi sostiene che certi suoni sono valutati belli solo per spirito emulativo o per una specie di assuefazione maturata ascoltando dischi, il che sicuramente, almeno in parte, potrebbe esser vero.. Ma quando suono, e ho una certa risposta al tocco, una bella dinamica, una botta pazzesca, e instauro un certo tipo di feedback, posso dire di essere soddisfatto.. Ma articoli come questo, sono sicuramente utilissimi, se non altro fanno riflettere un pò..
Rispondi
Re: ..disperato appello agli ingegneri!!!
di strato78 [user #17091]
commento del 23/03/2010 ore 21:2
Sì, giustissimo: è la stessa filosofia che ho apprezzato anche io in quest'articolo, ma ovviamente ci sono delle riserve. Mi piace quando si sfatano miti e leggende, ma non si può trascendere dal fatto che sotto un certo budget fisso non si può scendere (specialmente per un 100w) senza compromessi che reputo inaccettabili in termini di qualità... Non è il discorso su ptp o pcb (entrambi ben validi se realizzati allo stato dell'arte) ma sulla semplice selezione di tutto l'hardware e la componentistica per la realizzazione dell'ampli in questione (valvole comprese). Molti dei suoni divenuti leggendari uscivano da ampli fatti per suonare, non per essere adorati: oggi i produttori di repliche vivono del mito più che del suono ed ecco spiegate molte cose. Dall'altro lato ci siamo noi chitarrai che mettiamo in crisi i costruttori con le nostre esigenze:dire che un ampli è realizzato con trasformatori mercury magnetics per molti è una garanzia (e non a torto, ci mancherebbe) oltre che un costo, così come definire marca per marca e tipo per tipo potenziometri, resistenze, condensatori a film ed elettrolitici. Siamo un universo variegato e pieno di manie! Io ho in cantiere la realizzazione di un 100w personale e senza entrare nel sacro, già ho raggiunto i 300 e passa euro di componenti ( e non ho ancora finito, anzi...).
Rispondi
Re: ..disperato appello agli ingegneri!!!
di smilzo [user #428]
commento del 24/03/2010 ore 10:2
Mettiamo i puntoni sulle i. 1) regola dell'80/20: per fare l'80% di una cosa si impiega il 20% delle risorse, per arrivare al 100% (se ci si arriva) serve il restante 80%! Come dire che per costruire un trasformatore basta prendere 4 lamierini e del filo e avvolgerlo. Per avere voltaggi e tagli di frequenza occorre studio e pratica. Per capire esattamente come ottenere le esatte sfumature dinamiche e timbriche, migliorando le caratteristiche del prodotto standard... hai voglia! 2) la marca dovrebbe essere garanzia di qualità. Se volessi costruire mille amplificatori "omogenei" non posso mettermi ad avvolgere a mano, tagliare il lamierino che riciclo dalla discarica, usando il cavo che trovo al supermarket. Dovrei avere un fornitore che mi dia garanzia di continuità nel tempo. Tutto ciò si paga. Dobbiamo dare il giusto valore alle cose.
Rispondi
Re: ..disperato appello agli ingegneri!!!
di strato78 [user #17091]
commento del 24/03/2010 ore 18:4
Perfettamente d'accordo. Il fai da te va bene fino ad un certo punto e quando non vi siano esigenze di continuità ed omogeneità del prodotto. Non ti nego che anche se ho una certa dimestichezza con i trasformatori e la loro teoria, la pratica la lascio da sempre ad un abile artigiano dettandogli pochissime specifiche e lasciando che sia lui a decidere dimensioni, diametro dei fili degli avvolgimenti e tutto il resto: finora non mi ha mai deluso!!! Ovviamente non c'è solo la questione delle competenze (che già non è cosa da poco..) ma anche il fatto che adottando i suoi standard, i suoi lamierini, il suo rame, le sue calotte ed i suoi macchinari, ho la certezza che uno, dicei o cento trasformatori saranno pressoché identici ed è tutt'altro che indifferente, come giustamente facevi notare. Poi ci sono anche prodotti più commerciali che fanno egregiamente il loro lavoro e magari costano anche qualcosa in meno, senza che questo sia per forza sinonimo di scarsa qualità, più che altro si tratta di econime di scala diverse rispetto a quelle dell'artigiano, come faceva notare Herr Doctor. Come dicevo sopra, in questo lavoro che sto realizzando per me un pò alla volta ho speso già una cifretta non proprio indifferente per il solo materiale e senza peraltro aver finito, ma se dovessi considerare il valore del lavoro che ci vuole a realizzarlo come più mi piace, allora i costi lieviterebbero sensibilmente! La qualità si paga, oltre che per le competenze, anche per le spese extra che si affrontano per stare lecitamente sul mercato e che nell'elenco componenti di un ampli non compariranno mai.
Rispondi
Re: ..disperato appello agli ingegneri!!!
di smilzo [user #428]
commento del 25/03/2010 ore 09:3
... e le spese di spedizione? Spesso ci si dimentica delle stesse, ma a botte di 20 euro a pacco si fa presto ad arrivare a 100 euro di più... Ottimizzare la logistica è una cosa che consente grandi risparmi.
Rispondi
Re: ..disperato appello agli ingegneri!!!
di strato78 [user #17091]
commento del 25/03/2010 ore 10:5
Io ci sto attento, ma comunque da un minimo di 40-60 euro non si scappa....
Rispondi
..che articolo..capi
di Sickman85 [user #16539]
commento del 23/03/2010 ore 19:5
..che articolo..capita proprio nel momento giusto,dato che voglio cambiare ampli(e saperne qualcosa in più non fa male!) A questo punto allora mi chiedo:vale la pena di spendere 1300 Euro per una testata Marshall JCM 800(solo testata) quando con 300 Euro circa mi prendo una testa Bugera,o ancora con 600 Euro mi prendo una testata Laney?Qual è il trucco,la magica stampa del marchio o una reale cura e selezione dei componenti?
Rispondi
Re: ..che articolo..capi
di strato78 [user #17091]
commento del 23/03/2010 ore 20:2
Paragoni l'imparagonabile...
Rispondi
Re: ..che articolo..capi
di Sickman85 [user #16539]
commento del 23/03/2010 ore 20:4
Si,l'ho sparata grossa!!! :) ..era più che altro una sorta di provocazione..adesso,aldilà dei paragoni possibili o no,in fin dei conti(a parere personale)i 3 ampli che ho citato suonano bene ma hanno una differenza abissale di prezzo..io poi di elettronica non capisco niente e non ho mai smontato nessun amplificatore,tantomeno quelli citati,quindi non saprei dire niente di utile..
Rispondi
Re: ..che articolo..capi
di strato78 [user #17091]
commento del 23/03/2010 ore 21:1
Figurati! Ero ironico anche io! Come possano suonare non lo discuto, mentre è sulla realizzazione, sulla qualità della componentistica e sulla durata generale che esistono differenze abissali... In ogni caso niente per cui scagliare anatemi su chi dovesse scegliere tra uno qualsiasi dei tre citati... basta essere consapevoli di cosa si sta acquistando e sapere che hanno prospettive di vita e d'uso diverse. That's all folks!! ;)
Rispondi
Economia di scala
di herrdoctor [user #18849]
commento del 23/03/2010 ore 20:5
Ricordo che esiste una economia di scala. Noi singoli amanti del fai da te con 200 euro, costruiamo ben poco. Una azienda che compra 10000 valvole, spunta un prezzo che fa ridere, così come su tutti i componenti. A chi chiede amplificatori meravigliosi, io dico che gli schemi elettrici di alcuni miti sono assolutamente NOTISSIMI, e non credo brevettati, quindi replicabili o aggirabili ( i brevetti) da aziende attuali. Forse siamo anche noi che stiamo denigrando prodotti solo a scapito di miti... che come qualcuno ha citato, forse erano solo buoni progetti. Questa è la mia modestissima opinione.
Rispondi
Re: Economia di scala
di strato78 [user #17091]
commento del 23/03/2010 ore 22:2
Pensa ai suoni clean storici più apprezzati... Fender li otteneva con le vecchie 5881 (poi 6L6) OT con impedenza al primario compresa tra i 4000 ed i 4400 ohm per un secondario a 4 o 2 ohm... tutto questo considerando che l'impedenza tipica per una coppia di 6L6 in push-pull è 6600ohm...
Rispondi
Re: Economia di scala
di strato78 [user #17091]
commento del 23/03/2010 ore 22:2
Dimenticavo... quegli splendidi clean scavatissimi sulle medie, erano prodotti da apparecchi con circa il 5% di distorsione armonica totale ad 1 kHz!!!
Rispondi
Re: Economia di scala
di Andromeda [user #25670]
commento del 25/12/2012 ore 04:10:54
ma forse il punto sta nel fatto che una volta i trasformatori venivano costruiti e avvolti diversamente (manualmente?) da oggi e i materiali erano diversi (metallo dei lamierini meno puro...quindi migliore sotto certi punti di vista[anche per la ruggine])? è vero che avevano l'isolamento di carta, praticamente tutti i trasformatori del pianeta?
Rispondi
Poi si vuole sentire
di mr_mustache [user #15801]
commento del 23/03/2010 ore 20:5
Poi si vuole sentire il risultato! :D
Rispondi
ma suona bene almeno ?
di gloyster [user #1758]
commento del 23/03/2010 ore 21:0
ciao , dimmi ma come suona ? bene ? rispetto a un hammond è meglio o peggio ? e soprattutto : se ne volessi uno anch'io cosa devo dire al sig. novarria ?
Rispondi
Re: ma suona bene almeno ?
di flatart [user #23165]
commento del 24/03/2010 ore 00:2
come ho già detto tra un mesetto spero di finire l'ampli. Fammi fare da cavia, poi caso mai te lo fai fare anche tu, non vi voglio sulla coscienza ;)
Rispondi
Ci vorrebbe un inter
di Cukoo [user #17731]
commento del 23/03/2010 ore 21:2
Ci vorrebbe un intervento di Gwynnett, che sostiene che tra finali e cono non ci devono essere filtri di sorta. Dimenticando di quali disastri o capolavori casuali possa fare un umile trasformatore mal dimensionato.
Rispondi
c'è già un mio amico che li usa i novarria
di homer - 75 [user #8604]
commento del 23/03/2010 ore 21:2
è pensare che io l'ho sempre criticato, la postal market dell'elettronica ... almeno prendi inmadout gli dicevo che si presentano come si dive (anche online) che io sappia ci ha fatto anche un clone di una soldano slo da 50 watt comunque non è che usa solo quelli per certi ampli ha usato anche inmadout o altre marche, comunque da come so la novarria è a buon mercato.. tra parentesi la slo 50 clone si è beccata i complimenti di tanti chitarristi anche esperti che l'hanno provata.. ciao
Rispondi
usa anche hammond comunque..
di homer - 75 [user #8604]
commento del 23/03/2010 ore 21:2
usa anche hammond però dice che sui trasformatori di alimentazione va su di prezzo abbastanza e non vale la pena, allora magari fà hammond in uscita e novarria in alimentazione, io comuqnue non sono per tanti pastrocchi.. secondo me è meglio spendere due lire di più nei trasformatori, è ovvio che l'ampli suona anche se non sono di marca, però con tutta a fatica che si fà per cablarli, MA SEI SICURO CHE SERVONO TUTTI QUESTI DATI PER AVERE LE SPECIFICHE DEI TRASFORMATORI, E ALLORA LUI COME Fà??? ciao
Rispondi
i costi
di Plettratore_Mannaro [user #16218]
commento del 23/03/2010 ore 21:5
il motivo per il quale al giorno d'oggi vari componenti audio per chitarra costano uno sproposito è il seguente: una volta i tecnici (jim marshall, leo fender) prendevano i materiali e le cose che avevano, li mettevano insieme provando, e ciò che usciva usciva, infatti è di conoscenza comune il fatto che le produzioni di amplificatori ed effetti di una volta era molto inconsistente e due amplificatori uguali potevano suonare molto differentemente. Al giorno d'oggi quello che una volta era fatto con le prove e l'esperienza, deve essere fatto con la scienza e l'ingegnieristica (a livello professionale ovviamente), e ciò provoca problemi: 1.non ci sono più le tecniche di una volta e ricreare componenti con qualità "vintage" che tutti vogliono è spesso difficile; 2.i chitarristi di oggi, specialmente se professionisti, hanno le idee molto chiare su ciò che vogliono ed una ditta gli deve fornire precisamente ciò che chiedono, quindi la progettazione di ogni componente è accurata e dispendiosa 3.le ditte devono guadagnare
Rispondi
Re: i costi
di plexidreamer [user #11723]
commento del 24/03/2010 ore 09:4
Ciao, ti rispondo brevemente: 1)eh già, non ci sono più nemmeno gli uomini di una volta e le mezze stagioni.. e poi non è assolutamente vero che tutti vogliono "componenti con qualità vintage". Non è difficile, è impossibile, ricreare certi componenti. Ma allora avrebbe un senso pagare uno sproposito solo componenti NOS. 2)D'accordo con te. Almeno se si ragiona di progetti nuovi e quindi sostenuti da ricerche, ma i cloni? 3)Sono d'accordo con te. E la qualità, se tale è, si paga. P.S: Ma che C**O hanno avuto, quei 2 signori, a mettere insieme componenti così A CASO e ottenere amplificatori che come il Bassman, il De Luxe, il Bandmaster, plexi, ecc. che sono a distanza di 40-50 anni riconosciuti come tra i migliori di tutti i tempi, eh? ;-)
Rispondi
Re: i costi
di strato78 [user #17091]
commento del 24/03/2010 ore 19:0
Molto di quanto ancora oggi è realizzato con le valvole è merito più dell'intuito commerciale che ingegneristico dei signori Fender e Marshall... i vecchi datasheet delle valvole, se affidati in mani competenti (e qui entrano in gioco i due gloriosi pionieri) dicono tutto quello che serve per farli funzionare in classe A e AB, hanno le curve caratteristiche graduate che consentono di tracciare graficamente il regime di funzionamento e via discorrendo. Uniche licenze poetiche? I tonestack, il tipo di controreazione, trasformatori di uscita fuori specifiche come impedenza tipica di primario specialmente con i tetrodi (6L6, 6V6, 5881) e bassi secondari (4 o 2 ohm) per spremerli al massimo, perseguendo il risultato di un giusto compromesso tra maggior volume possibile e buona soglia di clean (essendo la distorsione una caratteristica non desiderata al tempo). Non è un caso che lo stesso Fender suggerisse di non spingere mai al massimo livello di uscita i suoi ampli: poi, che quei "difetti" ci piacciano proprio così come sono ed abbiano fatto storia è tutta un'altra storia. Ma nulla (o poco più) è dovuto al caso ed anche quando si sperimentava fuori parametri per cercare soluzioni innovative e/o più funzionali, la scelta finale era sempre mirata. Se poi il povero Leo avesse avuto la fortuna di avere disponibili da subito i diodi in alimentazione a sostituire le valvole rettificatrici, molte delle sue fatiche sarebbero state ridotte, anche se in tanti ampli storici possiamo apprezzarle nella loro essenza difettosa (resistenza interna crescente in funzione dell'usura, uguale maggiore distorsione, compressione di quella che o si ama o si odia). Che dio abbia il buon Leo Fender in gloria in ogni caso...
Rispondi
INTERESSA MOLTO A ME
di Catoclepa [user #14884]
commento del 23/03/2010 ore 23:2
""""ma se qualcuno (malato come me di fai-da-te) fosse interessato posso comunque condividere le info recuperate...""" MI INTERESSA MOLTISSIMO! da qualche anno mi dedico al diy e ho costruito un paio di ampli tra cui un 18 watt marshall.progetto preso a mani basse dalla comunity 18watt.com.Ho usato i tanti vituperati hammond, da molti denigrati e considerati di pessima qualità!!! vorrei che sentissero come suona il mio 18 watt! un'altro pianeta! A sotegno di quanto dici Aggiungo che nei favolosi anni in cui marshall e fender costruivano gli ampli che hanno fatto storia , venivano usato compnenti la cui tollerenza era del 20% . questo fattore unitamente ai trasfo fatti con matriali scadenti, rendeva unico ogni singolo ampli! Io uso unicamente componenti NOS( ad eccezzione delle valvole che costerebbero una fortuna) , circuiti esclusivamente point to point, bias tarato a mano al millesimo!! i risultati suonano alla grande!! Se qualcune volesse vedere uno dei miei lavori è visibile nella galleria del sito www.18watt.com: occorre registrarsi x accedere...........ATTENZIONE!!! è un sito molto pericoloso!! fa venire le voglie!
Rispondi
Re: dov'è?
di Andromeda [user #25670]
commento del 25/12/2012 ore 04:54:59
belle info! qual'è di preciso il tuo? non risulti pìù tra i membri di quel forum
Rispondi
Voglio dare anch'io un modesto contributo molto tecnico
di TidalRace [user #16055]
commento del 24/03/2010 ore 01:0
Salve a tutti, non è possibile, come propone qualcuno, sostituire un trasformatore sia d'alimentazione sia del finale con un altro per valutare il cambio di suono, potenza, armoniche come si fa con le chitarre. Ogni valvola, coppia o quartetto ha bisogno di "vedere" dal primario del trasformatore d'uscita un'impedenza riflessa che rappresenta il valore del carico (il cono) moltiplicato per il fattore di trasformazione. Questo per ottenere il massimo trasferimento di potenza pur rimanendo nella zona di dissipazione del tubo che altrimenti potrebbe scaldarsi troppo e bruciarsi. Tale valore normalmente vale diversi Kohm (migliaia di ohm) quindi molto più grande del valore d'impedenza del cono che quindi non può essere collegato direttamente ai tubi. Il trasformatore avrà molte spire sul primario di rame piuttosto sottile perchè da quel lato circola poca corrente ma un'ampiezza della tensione molto elevata, mentre nel secondario si avrà poche spire di rame molto più grosso perché in questo lato la tensione è molto più bassa e la corrente molto più alta. Se moltiplichiamo i due valori di corrente e tensione alternata misurati sul primario e moltiplichiamo i valori di corrente e tensione sul secondario potremmo facendo un confronto capire l'efficienza in percentuale del trasformatore che comunque non sarà mai vicina al 100%. Detto fattore di trasformazione dipende proprio dal rapporto tra il numero delle spire al primario e secondario. Il segnale elettrico infatti che giunge all'avvolgimento primario del trasformatore si trasforma in induzione elettromagnetica che poi viene riconvertita dalle spire del secondario in un nuovo segnale elettrico la cui fedeltà di trasformazione dipende proprio dalla bontà del trasformatore. Nel passaggio da segnale elettrico ad induzione elettromagnetica occorre tenere conto del valore massimo di flusso che non può superare la capacità di gestione del pacchetto di lamierini per non incorrere nella saturazione magnetica, che fa perdere potenza facendo anche scaldare il trasformatore con conseguenze a volte anche gravi sul sottile filo di rame del primario. L'unico rimedio è quello di aumentare il numero di lamierini e/o le dimensioni del pacchetto necessario soprattutto nel finali in classe A dato che nel primario ci scorre sempre la corrente d'alimentazione anodica che genera un flusso magnetico fisso. Altra conseguenza di un sottodimensionamento del pacchetto dei lamierini è quello del taglio delle frequenze più gravi che si ripercuote nella risposta in frequenza. E' per questo che quelli costruiti per uso Hi-Fi sono considerevolemente più grandi e costosi, per avere una risposta in frequenza più estesa, oltre ad avere una diversa tecnica di costruzione. Gli avvolgimenti del primario inoltre sono un carico induttivo per i tubi come quello di un altoparlante, resistivo per via della resistenza del filo di rame ma anche capacitivo per via delle capacità parassite presenti tra spira e spira. Questa induttanza sommata alle capacità parassite e alla resistenza del filo produce un filtro risuonante che enfatizza alcune frequenze mentre sega senza pietà tutte quelle superiori e questo è sicuramente un bel vantaggio se sfruttato per eliminare tutte le frequenze al di sopra dei 5-6 Khz che renderebbe un suono distorto più zanzaroso come quello di un trasformatore per alta fedeltà. Probabilmente i vari Fender o Marshall avranno sicuramente usato per i loro primi ampli i trasformatori già in commercio, sostituendoli poi, nel corso degli anni, con le loro specifiche, ma sicuramente all'epoca erano sotto dimensionati visto che il suono fino alla prima metà degli anni '60 non ammetteva distorsioni. In questo caso anche con picchi di potenza da 100 watt il trasformatore lavorava a piena potenza solo per pochi attimi mentre la stragrande maggioranza del tempo solo a pochi watt. Non ho mai fatto prove sulla tensione del segnale della chitarra nel momento della plettrata ma ho letto sul web che può valere fino a 6 volte il valore della parte sostenuta. Essendo quindi la potenza in funzione del quadrato della tensione dopo i primi instanti di un suono pulito la potenza scenderebbe da 100 watt ad appena 3 watt o poco più. Probabilmente i primi chitarristi che hanno provato a regolare l'ampli al massimo per ottenere un suono distorto avranno avuto problemi d'affidabilità con i trasformatori proprio perchè non concepiti per lavorare a tali livelli di segnale. Per concludere non sarei quindi così sicuro che più il nostro oggetto e mal progettato e meglio suona. Un saluto. www.ambrosi-amps.com
Rispondi
Re: Voglio dare anch'io un modesto contributo molto tecnico
di Andromeda [user #25670]
commento del 25/12/2012 ore 05:33:29
bellissimo intervento mister! non capisco ancora quasi un tubo di ste cose(non le avevo mai studiate; ma rimedierò presto), ma mi hai quasi convinto!(e ti confesso che ci ho pure capito qualcosa!:D). Quello che non mi è chiaro son due cose:
-continuate tutti a dire che "il suono fino alla prima metà degli anni '60 non ammetteva distorsioni"
qando invece mi risulta (almeno ascoltando i dischi) che furono proprio quelli gli anni in cui gli ampli distorcevano meglio/con + facilità e di più. Mentre quelli che verranno nei decenni dopo dovranno munirsi sempre + di master volume altrimenti sarebbero stati duri ammazzati da far distorcere. Forse si parla di due tipi di distorsione diversa,non so.. ma potrei dire che in quegli anni non si voleva ammettere forse la distorsione..ma ahimè ce n'è stata a yosa dato che quegli ampli distorcevano tutti molto ,mentre attualmente esistono case che fanno clean ben di gran lunga più duri. Quelli del passato furono gli anni '+ distortiì che ci siano stati (ascoltando i suoni della swinging London,del freakish blues americano, del surf o del beat nostrano pure,ecc) i suoni erano super 'dolci' e tendenti a distorcere non appena si alzava la manopola del volume). Quindi sostanzialmente quei tecnici avrebbero fallito, dato che non ve n'è stato uno che abbia prodotto un solo amp capace di rimanere clean anche a 10 di volume (devo ancora trovare un amp capace di farlo onestamente, sia tra il vintage che le cose attuali, non ne ho mai visto uno che davvero sia in grado di non emettere distorsioni se sparato a 10. Il Soldano è uno dei più duri che abbia mai sentito o l'Ampeg. Però a 10 distorcono anche loro).
I fender ad es hanno l'acciaccatura tra le + dure della Storia, ma allora qui forse stiamo parlando chi della distorsione della coda e chi di quella di attacco sulla nota.


-secondo punto:
trasformatori aventi 4K ohm dalla primaria per ampli da 100watt di quanti cm almeno dovrebbero misurare per non essere etichettati 'sottodimensionati'?


Rispondi
Sono d'accordo ....
di marcobrunetti [user #23601]
commento del 24/03/2010 ore 18:0
Salve a tutti, mi complimento con l'autore dell'articolo per aver portato a conoscenza della community un argomento molto interessante, sul quale si potrebbe scrivere un libro .... per esperienza personale aggiungo solamente che disegnando un amplificatore si utilizza il proprio gusto e non si seguono ferree regole riguardo quello che e' meglio o e' peggio .... solo quello che piace di piu', condito da un minimo di rispetto delle piu' elementari regole tecniche. Saluti !
Rispondi
Re: Sono d'accordo ....
di strato78 [user #17091]
commento del 24/03/2010 ore 19:1
Grande! Almeno quanto il dono della sintesi! :)
Rispondi
Re: Sono d'accordo ....
di Frank72 utente non più registrato
commento del 24/03/2010 ore 22:5
Condivido in pieno quello che dici (con gran rispetto per l' autore) Pazienza a me che è capitato di dover dare delle dritte di gusto, ad un tecnico brillante che costruì una testata valvolare, ma che non sapeva neanche impugnare un Mi minore.
Rispondi
Re: Sono d'accordo ....
di strato78 [user #17091]
commento del 25/03/2010 ore 11:1
A proposito.. ...complimenti per la tua Mercury! Ho sbirciato le foto disponibili sul tuo sito e la trovo bella sia dentro che fuori, mi piace molto la soluzione circuitale che hai adottato. Gran bell'ampli.
Rispondi
Re: Sono d'accordo ....
di marcobrunetti [user #23601]
commento del 25/03/2010 ore 13:2
Ti ringrazio molto .....
Rispondi
Trasformatori d'uscita
di VM22 [user #20950]
commento del 26/03/2010 ore 22:4
Devo riconoscere che l'articolo i Flatart ha toccato veramente il cuore dell'amplificatore per chitarra ed è vero che questo componente deve essere costruito economicamente e molto semplicemente che chiunque volendo dovrebbe poter replicare. Adesso passiamo dall'ingegnere al medico anestesista di 61 aa in pensione cioè io, ho cominciato a suonare la chitarra elettrica nel 1963 e da allora ho smontato, rimontato, sbobinato, riavvolto forse quasi tutti i trasformatori di ampli per chitarra e non sia Italiani che Americani, Inglesi; Tedeschi e anche Japan. Sono tutti costruiti allo stesso modo senza il minimo rispetto di ciò che dicono le regole dei sacri testi, qualcuno è più accurato di un'altro per tirar fuori qualche Euro di più ma si finisce sempre allo stesso modo. Io non mi sono rivolto a nessuno ho cercato e ricercato e mi sono comprato due bobinatrici, una per trasformatori d'uscita e l'altra per quelli di alimentazione e adesso mi sto facendo un po di esperienza: avvolgere, avvolgere, avvolgere!!!!!!!!! Ricordate tutti è bella la teoria ma se non si tocca con mano l'idea è meglio non far prendere aria ai denti. Ciao a tutti e in primis a Flatart VM22 Michele
Rispondi
Re: Trasformatori d'uscita
di flatart [user #23165]
commento del 27/03/2010 ore 14:5
ciao VM22, non hai idea di quanto mi piacerebbe cimentarmi nel costruire da me un trasformatore, ma non essendo ancora in pensione, ahimè non ho così tanto tempo a disposizione, considerando poi che ho 38anni e come vanno lecose, penso che in pensione non ci andrò mai quindi....;) Credo che se uno comincia da zero, prima di avere qualche risultato deve fare un sacco di pratica, o sbaglio? Avevo anche ipotizzato di provare avvolgendoli io a mano, ma grazie a dio sono rinsavito e ho lasciato perdere ancora prima di cominciare. Ma quanto costa un bobinatrice? sapevo che costavano una fortuna. Comunque se nel tempo hai recuperato le specifiche di dettaglio sui trasfromatori Marshall e ti va do condividerle con me e con gli altri, beh te ne sarei veramente grato, almeno avrei conferma di quanto finora raccolto ciao
Rispondi
Re: Trasformatori d'uscita
di valeriomas [user #8328]
commento del 22/04/2010 ore 09:2
*** Avevo anche ipotizzato di provare avvolgendoli io a mano, ma grazie a dio sono rinsavito e ho lasciato perdere *** Perche??? OK la bobinatrice se devi costruirne molti ed il fattore tempo e' critico...ma se devi costruirtene qualcuno per i tuoi progetti non so quanto valga la pena. La parte "difficile" non e' l'avvolgimento ma: i calcoli preliminari, lo studio delle sezioni in cui suddividere primario e secondari, il loro collegamento... L'avvolgimento a mano poi e' molto agevole. Per il primario si usano solitamente sezioni tra 0.25 e 0.31 mm, quindi puoi tirarlo tranquillamente senza paura di spezzarlo (come per i pick-up), poi lavorando a mano puoi rispettare quello che dicono i testi sacri (come diceva qualcuno), ossia non accavallare spire, riempire completamente ogni strato, ecc. 1680 spire di primario (Marshall) poi non ci vuole una vita ad avvolgerle (fai conto due ore "nette"). Insomma, fossi in te ci proverei. E' divertente ed e' una soddisfazione poi sentirlo suonare... Ciao, Valerio.
Rispondi
Re: Trasformatori d'uscita
di Cukoo [user #17731]
commento del 05/04/2010 ore 16:2
Quando facevo il progettista ho cominciato proprio con i trasformatori (per alimentatori switching). Il primo me lo sono avvolto a mano, il secondo con la bobinatrice, dal terzo in poi ci ha pensato l'operaia, molto più in gamba di me. Ne ho sbagliati pochi, perchè facevo bene i calcoli. Compravamo invece i trasformatori da rete da un artigiano: grandissima pratica e poca teoria. Risultati praticamente disastrosi. Forse si stava specializzando in trasformatori per ampli.
Rispondi
Re: Trasformatori d'uscita
di valeriomas [user #8328]
commento del 22/04/2010 ore 09:2
*** Forse si stava specializzando in trasformatori per ampli *** Bella questa :)
Rispondi
Bobinatrice
di VM22 [user #20950]
commento del 27/03/2010 ore 22:3
Ciao Flatart, le mie bobinatrici erano usate, una delle quali appena rivisionata quindi anche se vecchia è come nuova, l'altra un po più grande era quella usata dall'artigiano che me l'ha venduta, vecchia ma funzionante in tutto ho speso Euro 450,00, nuove moderne quindi con prestazioni super si va per cose piccole da 2000 a 4000 Euro . Come dati di trasformatori conservati purtroppo ne ho veramente pochi l'ultimo che ho avuto fra le mani è un ENGL forse 20watt così fatto: 1° primario 2000 spire-secondario 40spire- 2° primario 2000 spire. Ho conservato un po di filo per la sezione. Era avvolto nel modo più semplice possibile, niente di particolare, ogni strato era uguale al sucessivo spira +/-, il secondario non riempiva il cartoccio mentre i sacri testi dicono che non devono esistere spazi per cui bisognerebbe cambiare sezione del filo ma l'industria non lo fa. Un altro recente che ho sbobinato è un Davoli-Krundaal da 75watt e anche questo due grossi primari e al centro un secondario tipo Geloso con tanti piccoli avvolgimenti di varie sezioni per avere diverse impedenze. Questo l'ho fatto riavvolgere con dati miei e ne ho fatto un ottimo 100watt in quanto aveva un bel nucleo di materiale scadente ma abbondante e lo sai una cosa ? non ci credevo ma ha funzionato benissimo e penso che stia ancora andando così. Come vedi non sono tutti sotto dimensionati anzi, se poi vedi i Fender anni 60 sono tutti trasformatori importanti, io ho un Bassman 50 testa e cassa 1964 ha un trasformatore che puoi riavvolgere a 100watt senza problemi e anche Fender Leo avvolgeva come tutti, da cui ne deduco che anche Marshall che ha copiato avvolge allo stesso modo e anche MESA. Sezione del nucleo, sezione del filo, ingombro del materiale e avvolgere; secondo me questo è il sistema dell'industria, semplice, facile e ripetibile, pensa che il personale addetto potevano essere ex contadini, casalinghe cioè senza specializzazione. Ciao VM22 Michele michelegiuseppe@email.it
Rispondi
Re: Bobinatrice
di testaradio [user #18519]
commento del 05/04/2010 ore 01:4
Ciao michele , sarebbe bello vedere le tue bobinatrici ! c'è qualche sito su cui hai postato le foto ? ti ringrazio Nunzio
Rispondi
Bobinatrici
di VM22 [user #20950]
commento del 05/04/2010 ore 20:5
Non so come rispondere a Nunzio perchè non credo che nella sua vita non abbia mai visto una bobinatrice, allora gli darò la possibilità non di vederle ma di toccarle e se ne è capace anche di usarle: " se per caso ti troverai in Sardegna e precisamente a Cagliari mi fai un colpo di telefono (precedi prima con email michelegiuseppe@email.it) e avrai a disposizione la macchina che preferisci, potrai usare Oscilloscopi, provavalvole, capacimetri, tester e multimetri e se poi ti interessano potrai vedere le mie TRENTACINQUE chitarre, QUALCHE amplificatore valvolare e oltre. Queste sono le persone da cui volevo mettere al riparto flatart quando gli ho risposto la prima volta, in quanto mi dispiace che si voglia far credere che esistano industrie come quelle che vendono strumenti musicali che pratichino magie nel costruire i propri strumenti. Mi ripeto nuovamente, la teoria è importante e senza di lei non ti è dato capire, ma se non hai avuto occasione di toccare con mano e molte volte anche di piangere è meglio stare zitti e non far prendere aria ai denti. Ciao Flavio ho iniziato a lavorare su un ampli valvolare degli anni '60 un Davoli-Krundaal Professional non so quanto ci metterò in tempo ma se ti interessa ti farò sapere. Auguri a tutti Michele
Rispondi
Re: Bobinatrici
di flatart [user #23165]
commento del 05/04/2010 ore 23:5
certo tienimi aggiornato, la mia mail ce l'hai. Nel mentre ho ritirato i trasformatori da Novarria e ho finalmente cominciato, direi che sono a buon punto e spero di finire tra un 15giorni (purtroppo ho solo il weekend e qualche ora in settimana da dedicare al mio hobby). ciao e auguri
Rispondi
Re: Bobinatrici
di Andromeda [user #25670]
commento del 25/12/2012 ore 05:58:33
il rocchetto/bobina sulla quale andranno poi avvolte le spire del filo di rame, di che materiale è stato fatto dagli albori sino ad oggi? e quali pro e contro per ogni materiale? qual'è i materiale più robusto e resistente sull'intero pianeta da poter utilizzare per costruirsi la bobina ?
Rispondi
Riflessioni sul suono...
di svalvolman [user #23788]
commento del 21/04/2010 ore 21:5
Ciao a tutti gli accordiani! Come spesso mi capita arrivo in ritardo: Mi sono iscritto 12 giorni fa e sto aspettando con impazienza a dir poco psicopatica ( manco fosse per me una novità...) che mi "sciolgano le catene". Innanzitutto, voglio fare i miei complimenti a flatart & gwynnett : Al primo do le buone lodi per l' articolo davvero interessante e " gustoso ", oltre che sicuramente utile ai neofiti ; Al secondo porto massimo rispetto ed ammirazione ( noto dagli articoli la notevole esperienza e preparazione )...Non vedo l' ora di poter scambiare opinioni ed usufruire dei consigli preziosi di un " nonno " come lui nel campo. Spero, naturalmente, di poter anch' io dare il mio modesto contributo alla comunity e di ritornare in qualche modo utile. In quanto al presente argomento mi trovo pienamente d' accordo su quanto discusso del TU e tutto il resto e dico/aggiungo che ( fermo restando sulla certezza della soggettività del suono ), i fattori che determinano la personalità di un ampli sono in verità molteplici. * Oltre al TU, anche lo stadio sfasatore a pilota delle finali è complice della risposta limitata in frequenza e di alcune coloriture armoniche. Generalmente viene utilizzato il tipo "long tail" (a coda lunga ) che, usato così com' è, ha modeste capacità di pilotaggio e quindi tende a "sedersi" sulle frequenze acute. Assolutamente da non sottovalutare. * Bisogna anche dire che spesso sul suono è determinante la scelta delle valvole finali: Questo perchè anche se uno stesso apparecchio dà la possibilità di montarne due o più tipi, in realtà il suo trasformatore d' uscita sarà ottimizzato solo per UN modello specifico e non per tutti quanti loro. * L' altoparlante utilizzato ed il tipo di cassa. Un ampli valvolare ( a pentodi o tetrodi. A triodi già meno ) generalmente interagisce sensibilmente con le caratteristiche dei diffusori, modificando il proprio carattere sonoro e dinamico. Ognuna di queste cose fa la " voce " di un ampli. Anche perchè, a dirla tutta, chiunque ha avuto modo di vedere degli schemi elettrici di ampli commerciali, avrà sicuramente notato che fondamentalmente TUTTI adoperano lo stesso modus operandi. Praticamente forse si scopiazzano gli schemi a vicenda ! Ad esempio il Soldano SLO100 è praticamente identico al Mesa Dual Rectifier Solo e, tranne che per alcune aggiunte, al noto ex Peavey 5150 ! A buon intenditor.... Buona musica a tutti Rock' n' roll, until the end!
Rispondi
ampli terminato
di flatart [user #23165]
commento del 25/04/2010 ore 19:5
sul diario ho messo un link al mio ultimo ampli realizzato
Rispondi
il commento che mi ha fatto mio nonnoappena ha ...
di xanaxpunxx [user #22584]
commento del 23/06/2010 ore 10:2
il commento che mi ha fatto mio nonnoappena ha smontato il trasformatore è stato lo stesso del tecnico:-):-) vabbè che ho la testata che fa tanta tanta pellagra ho una mac
Rispondi
...sono in trepida attesa di ricevere il kit ...
di InMyMnd [user #33307]
commento del 23/02/2012 ore 18:4
...sono in trepida attesa di ricevere il kit di un valvolare dal Sig. Novarria, nello specifico, un JCM 800 2204. Sono alla prima esperienza...speriamo bene...mi preoccupa un po' la regolazione del bias che nn ho ben capito...per il resto spero nella stessa fortuna che ho avuto quando ho costruito la mia prima chitarra...che linko :) vai al link
Rispondi
di ciculpo [user #22121]
commento del 06/02/2020 ore 21:44:2
leggendo un po tutto avrei qualche cosa da rispondere a riguardo:
1) jimi Hendrix è stato è e sarà per sempre l'istrione che ha inventato qual timbro quell'approccio con la chitarra elettrica poi ripercorso da innumerevoli altri chitarristi che di fatto hanno solo puntato di più alla pulizia di esecuzione (spesso tralasciando la qualità di composizione e il feeling) ma nella leggenda del "tutto a 10" c'è davvero tanta leggenda e poco riscontro. Prendendo i 6 pot a disposizione sulle classiche teste Marshall di quei tempi abbiamo in ordine presenza (che messa a 10 cambia solo l'aggiunta di frequenze medio alte) - il controllo dei bassi che messo a 10 non aumenta le basse ma va solamente a cercare basse più in profondità quasi sempre nemiche del suono distorto, - il controllo dei medi insieme a quello del volume è fra gli unici 2 che messo a 10 aumenta davvero l'uscita del volume, però si mangia la sensazione di distorsione quindi dubito tantissimo che Hendrix lo tenesse a 10. - il controllo delle alte addirittura è un pan-pot che sbilancia a seconda di come regolato le medio basse da una parte e le alte dall'altra e nello specifico messo a 10 di fatto lascia passare tutte le alte e frena le medie e le basse compromettendo molto il risultato sul corpo del suono per cui anche qui dubito moltissimo che Hendrix lo facesse. Gli unici pot che possono essere messi a 10 per aumentare il volume sono i 2 volumi (appunto guarda caso gli hanno scritto proprio VOLUME sotto…)
Poi proseguendo ho letto che gli hiwatt sarebbero il top … bhè se uno suona solo di pedalini alla gilmour allora si, l'hiwatt è un bell ampli valvolare potente che rispetta quanto deciso sul pre quindi anche sulla pedaliera senza colorare più di tanto, personalmente i suoni da pedaliera li trovo molto più finti dei suoni di chi l impallo lo ottiene dentro l 'amplificatore. infatti il paladino degli hiwatt david gilmour è il re del suono da pedaliera ma credo che quel ruolo non lo abbia scelto ma ci si sia trovato a cercarlo per adeguarsi alla discografia dei pink Floyd dove una chiatarra anche se stupenda non poteva essere sempre quella com'è successo ad esempio per altri chitarristi come blackmore page o van halen. In ogni caso con un hiwatt non arriverai MAI ad avere il suono classico Marshall, hiwatt sicuramente più versatile e adeguabile a soluzioni da pedaliera ma non Marshall.
Per quanto riguarda il discorso trasformatori… ci sono molte componenti in un vecchio Marshall fine 60 che sono cambiate rispetto ai nuovi e al di là del fatto che la sinergia è con chi sta suonando, quindi l'ampli da solo non può determinare tutto, rimane che i vecchi Marshall suonano molto diversi da i nuovi e anche dagli autocostruiti perché dentro oltre al trasformatore ci stanno altri componenti che influenzano altrettanto il risultato finale. Anche per questi componenti non si tratta di qualità costruttiva, non è che spendendo li trovi è che assemblati insieme hanno quella resa, probabilmente esiste qualcosa che si assomiglia anche adesso in commercio, vallo a trovare un condensatore che ti fa da banda passante morbida proprio com'è successo (casualmente ??) in casa Marshall. l unico modo è armarsi di tempo e pazienza con più prodotti di diverse marche e fare esperimenti uditivi. Non esiste ilmiglior condensatore il miglior trasformatore esiste la botta di culo che fa per pura combinazione accoppiare bene i vari componenti fra loro rispettando almeno i valori originali, perché anche qui si aprirebbe un altro mondo, magari quel trasformatore con quella scheda che abbiamo fatto suona meglio se cambiamo un valore durante il percorso. E' un labirinto.
Rispondi
Altro da leggere
70 watt non ti bastano? Arriva a 100 watt!
Catalyst CX: Line 6 raddoppia
Quando Orange faceva computer
Katana GO: ampli immersivo in cuffia da BOSS
Spark Live: il modeling diventa un amplificatore
Ambrosi-Amps: storia di un super-solid-state mai nato
Articoli più letti
Seguici anche su:
Scrivono i lettori
Serve davvero cambiare qualcosa?
70 watt non ti bastano? Arriva a 100 watt!
Manuale di sopravvivenza digitale
Hotone Omni AC: quel plus per la chitarra acustica
Charvel Pro-Mod DK24 HSH 2PT CM Mahogany Natural
Pedaliere digitali con pedali analogici: perché no?!
Sonicake Matribox: non solo un giochino per chi inizia
Ambrosi-Amps: storia di un super-solid-state mai nato
Il sarcofago maledetto (e valvolare) di Dave Jones
Neural DSP Quad Cortex: troppo per quello che faccio?




Licenza Creative Commons - Privacy - Accordo.it Srl - P.IVA 04265970964