Vi voglio raccontare di una bellissima esperienza che ho vissuto. Si tratta dei campi di lavoro della cooperativa "Lavoro e Non Solo" tramite il progetto ormai nazionale LiberArci dalle Spine. La cooperativa nasce nel 1998 con lo scopo di fare antimafia sociale lavorando i terreni confiscati alla mafia, ad oggi ha in affidamento 130.000ha di terreno nella zone di Corleone da cui vengono prodotti alimenti biologici come pomodori, grano duro, legumi, peperoni, uva, fichi d'india e quindi anche conserve, pasta, sughi e vino. Dal 2004 inizia il progetto "LiberArci dalle Spine" creato dall'Arci con l'appoggio di Coop e CGIL che organizza campi di lavoro per giovani e anche adulti che vogliono contribuire al progetto. In 15 giorni abbiamo lavorato sui campi di pomodoro, nelle vigne e svolto molte altre piccole mansioni, c'è stata la fatica ma c'è stata anche la formazione, la conoscenza dell'impegno di alcune personalità(più di quante si possono immaginare) nell'antimafia uno su tutti il giornalista di TeleJato Pino Maniaci "lo scassaminchia". Non mi capacito di come un uomo del genere possa rimanere nell'anonimato, ha ricevuto una serie infinita di minacce e querele, e vari tentativi di farlo fuori non lo hanno fermato, ha rifiutato la scorta per continuare a raccontare: fare i nomi di mafiosi e di chi li aiuta, meriterebbe le prime pagine dei giornali per dire che c'è anche lui, non aspettare che lo uccidano per dire che c'è un eroe in Sicilia. Con questi incontri l'ex casa dei nipoti di Riina che prima ospitava le riunioni dei boss, è diventata Casa Caponnetto, un luogo dove l'altra faccia di Corleone si riunisce, dove passano poliziotti, contadini, giornalisti, persone comuni uniti dallo stesso ideale. Siamo stati a Cinisi in casa Impastato, a Portella della Ginestra a sentire le testimonianze della strage mafiosa probabilmente ordinata dal governo, a Palermo, in Via d'amelio, abbiamo ricordato Borsellino, Falcone, La torre e Rizzotto e molti altri e abbiamo suonato i Cento Passi nella piazza centrale di Corleone. Ma l'emozione vera è capire una volta a casa, che hai calpestato la terra di Riina, Provenzano, Liggio, Bagarella e contribuito a produrre qualcosa di concreto di buono e di utile, e questo vi assicuro gli fa incazzare più di ogni altra cosa. Un esperienza favolosa che merita di essere vissuta anche più volte.