Sostieni Accordo
  • Accedi o registrati
  • Info e contatti
    • FAQ
    • Fai pubblicità su ACCORDO
    • Politiche di gestione dei thread
    • Regolamento di Accordo
    • Contatti e info aziendali
    • Privacy
    • Banner e ad-block
    • Servizio consulenza
    • Servizio grafico per le aziende
  • Scrivi
    • ...un post su People
    • ...un articolo o chiedi una consulenza
    • Segnala un appuntamento
  • Pubblicità
DIDATTICA VINTAGE VAULT SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE

Knitting Factory Jeff Buckley Tribute: La voce di Alessio Franchini

di STEFANIA ALTOMARE [user #9239] - pubblicato il 13 aprile 2011 ore 17:47
Alessio Franchini, cantautore livornese, è stato l'unico italiano in cartellone al Tribute di New York curato dal grande Gary Lucas.

Alessio Franchini Knitting Factory Jeff Buckley Tribute 2011

Di : Stefania Altomare

Foto: Johanna Port

 

1)Ciao, Alessio! Com’è andata a New York?Raccontaci un po’ di cose “logistiche”…non so…dal primo atterraggio a NY , il rapporto con la gente, le tue impressioni, ecco!...

Ciao. La risposta alla prima domanda è sicuramente….”bene”. Dato che quei momenti, quei giorni e queste parole ruotano intorno a Jeff Buckley e alla sua musica, credo sia giusto associare una sua canzone ad ogni risposta. Quindi iniziamo con la partenza: eternal life… road version!!.

Inizio anche da prima dell’atterraggio… da prima della partenza. I ritmi frenetici della prima quindicina di marzo mi hanno concesso di partire sapendo solo quale linea di metropolitana prendere e dove scendere, nient’altro. Malgrado questo, sono partito con energia, cercando di lasciarmi alle spalle i ritmi frenetici e non pensare a niente (forse una cartina poteva servire….). Oltre a un cambio di vestiti avevo con me la recente biografia di Apter che mi ero regalato qualche settimana prima: questa è stata la mia unica compagna e compagnia di viaggio.

[je ne connais pas la fin] Solo quando ho sentito parlare francese ho realizzato che il mio scalo per New York era proprio Parigi… la Francia, il paese europeo che più di tutti ha amato Jeff Buckley e che lui ha più amato di tutta l’Europa. Mi sono tornati subito alla mente i giorni degli inizi di giugno 2008 passati proprio a Parigi per il tributo francese a Buckley. Suonammo all’Hard Rock Café di Parigi e proprio in quell’occasione conobbi per la prima volta Gary Lucas. Inizio subito la biografia: qui è iniziato il mio viaggio emotivo.

[Lilac Wine] Degli oltre 500 compagni di viaggio che erano con me su quel volo, solo ogni tanto mi ha distratto un bambino piccolo, vicino a me… gli raccoglievo i giocattoli quando gli cadevano. Non sono un lettore veloce, quindi quando ho visto pagina 100 sono rimasto colpito, tanto da fermarmi a leggere. Volevo sentire un po’ di musica. E ancora un’altra coincidenza particolare. Mi incuriosisce il messaggio che da poco avevano aggiunto alla selezione musicale la sezione “Asia”, cerco e trovo solo 2 autori: una ragazza e…. Nusrat Fateh Ali Khan con l’album Real World. Non avevo mai sentito niente ma sapevo che era l’ ”elvis” di Buckley: l’ho ascoltato fino all’atterraggio.

Ho trovato la linea della metropolitana e la fermata, che era ovviamente sbagliata di una.

[New Year’s Prayer] la camminata necessaria per arrivare all’hotel mi ha fatto capire che non ero dove credevo quando avevo prenotato e qui è iniziato il mio disorientamento. Non ero dove credevo, come l’albergo in cui sono entrato non era come credevo. Niente mi sembrava come mi ero immaginato. Sono le 21:30, mi sistemo al volo e esco. Destinazione Lower East Side, convinto che la musica iniziasse, come qui, un’oretta più tardi: stavo andando nell’olimpo dei locali live music, qualche cosa avrei trovato per certo. Adesso mi accorgo che non sapevo niente, dove fosse la metropolitana, dove scendere…..dove andare. Con non poche difficoltà arrivo alla 1st avenue e inizio a camminare….camminare….camminare…. I locali che credevo di incontrare non li vedevo, quelli che incontravo avevano già finito i turni di musica dal vivo e avevano la cucina chiusa. Continuo a camminare senza sapere bene dove fossi fino a che non trovo un locale dove c’era ancora un turno: un bellissimo gruppo jazz. Alle 1:00, per me le 7:00 di mattina, faccio ritorno in hotel. La mattina dopo mi è rimasto questo stato di disorientamento fino alle 12: se fossi stato più vicino, forse sarei tornato indietro.

Alle 12 ho trovato la St. Ann’s Church, dove per Buckley iniziò praticamente tutto: 2 ore lì hanno ribaltato il mio stato d’animo. In un’ora dovevo raggiungere Gary Lucas al Knitting Factory, sono ripartito [Grace!!!]

 

2) Qual’era il clima che si respirava alla Knitting Factory?

[Grace] Entrare in quel locale, rivedere Gary Lucas e riparlare con qualcuno hanno completato la mia ripresa. L’aria che si respirava lì era magica, si capiva che c’era attesa per la serata. Ho scoperto in quel momento che solo in 3 avremmo suonato con Lucas: Diana Silveira (finalista di Pop Idol portoghese), Haydee Milanes (Pop Star cubana) ed io. Infatti solo noi 3 ci siamo trovati così presto al locale. Gli altri sono arrivati più tardi. A metà pomeriggio sono tornato in camera a riposarmi un po’. Quando sono tornato il locale era Sold-Out ed eravamo pronti a partire.

3) Mi sai dire più o meno che tipo di gente c’era, o meglio :il pubblico del Tribute era formato da fans datati o ci sono delle nuove leve tra i Buckleyani “stars & stripes”?

[Back in NYC] Il pubblico era veramente eterogeneo: si andava da coppie di adulti che ballavano come in una balera a ragazzi giovani che dondolavano, da persone coinvolte a semplici curiosi, da Mary Guilbert a un bambino di pochi mesi. Una cosa li accumunava tutti però: tutti ascoltavano e sapevano farlo. Forse New York agevola questa attenzione, forse il pubblico venuto per il tributo è più abituato ad ascoltare un genere di musica alternativo…. fatto sta che erano tutti più educati all’ascolto, più sensibili. Mentre facevo Finestra di Marmo, il mio pezzo in italiano, per buona parte della canzone sono stati tutti in silenzio a seguire la musica!!! Qui, quasi rompi le palle a priori se suoni… se poi uno prova a presentare qualcosa di diverso dallo stra-noto e stra-sentito…addio, li perdi tutti. E’ stato veramente un piacere e una grande emozione avere vissuto questa attenzione.

4) Tra gli altri artisti partecipanti c’è stato qualcuno che ti ha colpito maggiormente?

[Witches Rave] Ciò che mi ha colpito di più è stato sicuramente il livello generale della serata: altissimo. Quindi dirti chi mi ha colpito maggiormente è veramente difficile, soprattutto da un punto di vista esecutivo perché erano veramente tutti bravi e con una loro chiara identità. Fay Victor, cantante jazz, ha fatto una performance vocale da brividi con delle evoluzioni e soluzioni vocali impensabili. Mossa Bildner e Danielle De Luca avevano una carica e una grinta molto forti.

Forse qualcuno che mi ha colpito particolarmente c’è stato, anzi sono un paio: uno positivamente, credo fosse Jeffrey Lewis. Non ha cantato, in effetti, ha piuttosto interpretato due canzoni di Buckley recitando il testo e mostrando un quaderno di vignette per ogni canzone che creavano risvolti comici o drammaticamente comici dal testo delle canzoni. le vignette dei quaderni le aveva disegnate lui. Veramente all’avanguardia oltre che bravo. L’altro che mi ha colpito, come folklore, è stato un ragazzo molto giovane, bravo non c’è che dire, ma sembrava che avesse più letto biografie di buckley piuttosto che aver ascoltato la sua musica. Era un clone: identico nell’abbigliamento, nell’atteggiamento, identico a quello che è scritto nei libri, look simile, frasi dai live di Buckley che si leggono nelle biografie….identico!! Se da un lato era impressionante perché sembrava di riviverlo lì, dall’altro era “quello vestito da Elvis ai raduni commemorativi di Elvis”. Sarebbe disonesto dire che non fosse bravo perché lo era, ma sicuramente l’ ovazione che ha avuto è stata principalmente per l’emulazione.

5) Quali sono stati i commenti sulla tua performance da parte degli altri ?

[Hallelujah] Devo dire che ho ricevuto un sacco di complimenti, sia dal pubblico che dai coinquilini di palco. Tra l’altro proprio da questo ho tratto la mia più grande soddisfazione. Molti di quelli che mi hanno fatti i complimenti mi hanno detto che per loro la cosa più interessante (alcuni) o originale (altri) era stata proprio la mia canzone!!!! Essere a New York, con un pubblico intriso e desideroso di ascoltare solo Buckley, proporre una propria canzone, in italiano, e sentirsi dire che è stata una delle cose più originali/interessanti della serata è stata una delle più grandi soddisfazioni che abbia mai avuto.

6) Sicuramente dev’essere stato magico esibirsi accanto a Gary Lucas, raccontaci un po’ le tue emozioni.

[Gunshot Glitter] Avevo già suonato con Gary Lucas lo scorso dicembre…. ma non ha voluto dire un gran che: l’emozione era comunque enorme. La cosa positiva però era che non era paura ma carica e voglia di suonare!!

Le cose non sono iniziate bene: nel pomeriggio, durante le prove di Mojo Pin, non so bene per quale motivo, ho sbagliato tonalità ed inizio a contare completamente fuori. Lucas si ferma e mi chiede se ero sicuro di volerla fare… non potevo che farmi vedere certo al 100%. La sera è andata molto bene.

Ci tengo a dire però che suonare il mio pezzo inedito lì è stata una emozione altrettanto straordinaria. Tra l’altro poco prima di salire avevo in cuffia Gunshot Glitter del cd2 di Sketches e mi sono detto “bello!!! sarebbe da farci un medley con Finestra di Marmo….” e così ho fatto.

7) Credi che tornerai a New York per fare musica?

Credo proprio di si. Già per novembre ho ricevuto un invito a una serata insieme a un gruppo tributo a Buckley, poi altre cose. Voglio cogliere l’occasione per raccontarti che, come sempre, non poteva andare tutto bene: un po’ di sfiga c’è sempre. La compagnia mi ha anticipato il volo: sabato sera invece di domenica mattina presto. Quindi niente sabato sera (quella dopo il concerto) tra i locali di New York. Ma fin qui ci può stare. Purtroppo a fine concerto al Knitting Factory alcuni che avevano suonato con me mi hanno invitato a suonare con loro la sera dopo, cioè il sabato sera. Non ho potuto accettare nessuno di quegli inviti proprio per il volo anticipato….

8) Cosa hai portato “a casa” dopo questa esperienza?

[Ovviamente Last Goodbye] tante emozioni e un bel po’ di esperienza in più. Ho visto posti che ho sempre sognato (Sin-è, St. Ann’s Church, Arlene’s Grocery) compreso il Knitting Factory in cui ho anche suonato. Ho diviso il palco con uno dei migliori chitarristi al mondo (Gary Lucas è stato definito nel 2007 dal Rolling Stone come il miglior chitarrista americano vivente!!), nonché autore delle più belle canzoni mai scritte secondo me di cui una fatta live proprio con lui (Mojo Pin). Come poteva essere diversamente…?

Sono ripartito molto soddisfatto della mia performance, cosa che mi succede molto raramente, e quindi con molta energia per fare tante cose appena rientrato a casa. Ero particolarmente soddisfatto perché ero riuscito a riscattare finalmente la mia performance di Parigi che quasi cancellerei dalla storia…..

[Lilac Wine] Tutta questa energia è stata ad un certo punto velata da una sorta di malinconia, arrivata durante il volo di ritorno. Ero quasi a fine biografia e ho ripensato ai miei inizi con Buckley: ero partito nel 1997 a suonarlo in vari locali vuoti e adesso mi trovo a tornare da questo evento incredibile…. cosa succederà adesso oltre a tutto questo per quanto riguarda Buckley? Ho avuto la sensazione di un percorso che si conclude e tutt’ora ho questa sensazione….chissà…

 

9) I tuoi progetti a breve termine?

 

Adesso avrei voglia di poter suonare un po’ in giro la musica di Buckley parallelamente al mio progetto di musica inedita: per chi volesse ascoltare o rimanere informato… http://www.myspace.com/alessiofranchini .

  Grazie per questo spazio, ciao!!!!

Grazie a te, Alessio!!!!!!In bocca al lupo per tutto!


Dello stesso autore
Please Rate, comment and Subscribe
La Chitarra Rock di Giuseppe Dardano
L'acustico made in UK: Joe Karchud
Ho un nuovo Blog !
Recensione Nuovo Album Andrea Quartarone
Captain Beefheart Tribute: Gary Lucas' Interview
Captain Beefheart Tribute: intervista con Gary Lucas
Canta e Sogna di Volare: Angela Marino & The Freeband Live Tour
Loggati per commentare

Oddio...
di telecastermax [user #26960]
commento del 14/04/2011 ore 00:1
...non per offendere ma il confronto con Buckley è veramente imbarazzante...ma proprio tanto...
Rispondi
Siamo tutti mortali...nessuno risulterebe ...
di STEFANIA ALTOMARE [user #9239]
commento del 14/04/2011 ore 11:2
Siamo tutti mortali...nessuno risulterebe essere poco imbarazzante nel confronto con Jeff Buckley...nessuno al mondo. Persino Tim è imarazzante a confronto, ed era sua padre!!! Grazie per il commento!
Rispondi
Re: Siamo tutti mortali...nessuno risulterebe ...
di telecastermax [user #26960]
commento del 14/04/2011 ore 15:0
Beh oddio, Papà Tim era bravissimo e a detta di molti era forse anche migliore del figlio sotto alcuni punti di vista, come timbro era più piacevole sicuramente. Jeff Buckley (a parte la genialità compositiva e la bravura come chitarrista) aveva un emissione molto particolare della voce: era molto naturale e viscerale, usciva fuori libera senza sforzo e questo gli permetteva di raggiungere senza sforzarsi anche tonalità molto alte e ad avere quel timbro peculiare. In sostanza è un po' quello che fanno i neonati, sono piccolissimi, hanno un diaframma minuscolo e dei polmoni altrettanto grandi e riescono a urlare per un sacco di tempo a volumi impressionanti e non gli viene certo il mal di gola. Crescendo questa capacità di solito si perde, anche cantanti molto tecnici pur lavorando su un emissione del suono corretta non riescono a raggiungere un livello di naturalezza simile, o ce l'hai o non ce l'hai, Jeff Buckley ce l'aveva e riusciva a fare quello che riusciva a fare. Ovviamente essendo lui quello che gli anglosassoni chiamano un "natural" (cioè un talento naturale) e non avendo studiato tecnica vocale il timbro in qualche modo è in parte penalizzato per cui non è rotondissimo, è ruvido e non ha tutti gli armonici che dovrebbe avere però questo è compensato abbondantemente per l'appunto da questa particolare emissione e si sposa perfettamente con le sue composizioni musicali. Tornando al ragazzo che canta è evidente che lui cerca di scimmiottare un po' lo stile di Buckley (anche se lo nega), si sente soprattutto per come cerca di vibrare la voce, il problema è che lui non ha quel tipo di emissione vocale (e mai l'avrà perchè è una cosa che difficilmente si impara) quindi risulta sgradevole, priva di armonici, un po' tirata sulle parti più acute e di conseguenza anche un po' imprecisa a livello di intonazione. Per fare un esempio è un po' come quei cantanti delle tribute band dei Queen che per imitare il timbro di Freddie sugli acuti chiudono la laringe mentre dovrebbero fare il contrario e ottimizzare l'uso dei risuonatori (mica facile comunque). Se posso quindi fare una critica non mi sembra una interpretazione di livello, i numeri ci sono ma deve crearsi una personalità sua (non provare a cantare alla Buckley), cantare su tonalità un po' meno faticose per la sua voce e prendere un bel po' di lezioni per lavorare sulla tecnica, materiale ce n'è ma è molto grezzo. Non mi esprimo sulla qualità della composizione perchè è soggettiva, però mi sembra che anche a livello interpretativo sia molto molto legato ed insicuro, di conseguenza scarsamente espressivo e non riesce a mettere l'energia che per esempio Buckley aveva anche dal vivo (lui va beh era mostruoso riusciva a suonare con un groove pazzesco ed essere quasi impeccabile a livello vocale con un espressività straordinaria). Ah ovviamente il mio giudizio, per quel che può valere, è relativo al brano postato su e a quelli che ho ascoltato sul suo my space comunque lavorandoci sopra molto secondo me può migliorare parecchio.
Rispondi
Re: Siamo tutti mortali...nessuno risulterebe ...
di STEFANIA ALTOMARE [user #9239]
commento del 14/04/2011 ore 19:2
Io in questo video vedo il signor Lucas (autore della parte strumentale di "Grace" e altro nonchè stretto collaboratore di Jeff "ai tempi") togliersi la chitarra di spalla e darla ad Alessio Franchini . In questo video vedo il palco della Knitting Factory di New York, dove Jeff ha suonato spesso (se vi và sulla bio del sito ufficiale potrete leggere dell' altro). Vedo Alessio vivere il sogno di molti e non vedo un emule di Jeff ( e chi può esserlo?). Alla fine del video non scorre la scritta "Stop al televoto"; certo se fossi la Maionchi direi "che il ragazzo canta bene, ha un timbro particolare per me è un si". La timbrica di Alessio è carica di medio alti; è capace di usarla tutta senza ricorrere a sfumature, il suo stile è senz'altro figlio degli anni Novanta, e il ragazzo è un Rocker. Tornando a Jeff e Tim... Buckley padre aveva a mio avviso delle frequenze particolarmente basse, Jeff volava dalle basse alle medie alle alte ed è a partire dal suo range che rimane inimitabile.Chiunque riesca a coprire anche nel modo più elementare possibile tutti i cambi di ottave e gli intervalli così distanti fra loro di brani come Grace, Vancouver, Open Once e tutto il resto...è fortunato. Ciao!
Rispondi
Re: Siamo tutti mortali...nessuno risulterebe ...
di telecastermax [user #26960]
commento del 14/04/2011 ore 20:0
L'estensione vocale é solo un parametro per valutare oggettivamente un cantante, di per sé però non é sufficiente a determinare il successo, e la bravura di un cantante. Tim Buckley aveva un timbro più bello di Jeff questo é indubbio, é anche vero che aveva anche un altro stile e osava meno sulle note più alte. Il ragazzo che canta cerca a mio avviso di imitare Buckley in modo abbastanza evidente, si vede in modo piuttosto lampante anche nei vibrati, se si ascolta poi la cover di grace sul suo myspace é ancora più evidente e non é una generica impronta da "rocker anni '90". Di fatto cantando in quel modo cioè cercando di imitare l'emissione particolare di Buckley che é comunque accademicamente scorretta la sua voce perde rotondità e armoniche e risulta chiusa e un po' piatta, chiunque si intenda un po' di canto può grosso modo confermarti ciò che dico. Comunque la mia vuol solo essere una critica costruttiva, se poi si affermerà cantando così vorrà dire che avrà avuto ragione...io però qualche lezione la prenderei...
Rispondi
Re: Siamo tutti mortali...nessuno risulterebe ...
di STEFANIA ALTOMARE [user #9239]
commento del 14/04/2011 ore 21:4
Caro Max dalla Telecaster, non posso che girarti la risposta data anche all' amico Lorenzo ...per cui se ne hai voglia leggi sotto:) Grazie per la tua partecipata attività di opinionista del bel canto... vedo che ti piace tanto di più Tim...mah...questione di palati!! trovo estremamente poetica la sua "song to the siren"...il resto non mi fà impazzire, mi dice solo che parte di quel DNA stava in Jeff. Ciao, buona serata
Rispondi
Re: Siamo tutti mortali...nessuno risulterebe ...
di telecastermax [user #26960]
commento del 14/04/2011 ore 22:4
No a me piace di più Jeff, di Tim adoro Song to The Siren e altre cosette ma è decisamente più di mio gusto Jeff, che d'altra parte anche come epoca è più vicino alla mia. Ciò non toglie che Tim aveva un timbro più bello anche se giocava meno sull'estensione.
Rispondi
Re: Siamo tutti mortali...nessuno risulterebe ...
di STEFANIA ALTOMARE [user #9239]
commento del 15/04/2011 ore 16:2
Beh, almeno su "Song to the SIren" ci troviamo d'accordo!!! Ciao, enjoy your Tele!!!
Rispondi
i miei 2 cents: vocalmente ha un bel timbro, ...
di lorenzof [user #17952]
commento del 14/04/2011 ore 11:5
i miei 2 cents: vocalmente ha un bel timbro, ma pretende troppo dalla sua estensione, e dovrebbe curare l'intonazione. Il pezzo non è che renda molto così arrangiato
Rispondi
Re: i miei 2 cents: vocalmente ha un bel timbro, ...
di STEFANIA ALTOMARE [user #9239]
commento del 14/04/2011 ore 19:3
Penso che il pezzo sia stato arrangiato al volo con il mix di Gunshot glitter ... L'intonazione....mah dobbiamo lavorarci un pò tutti, una volta on stage se non hai il tuo fonico qualcosina può anche "scappare"...poi la voce è carne...quindi è uno strumento particolarmente delicato. Un bacione, grazie per il commento:) ciao!
Rispondi
Seguici anche su:
Aggiornamenti via mail
Newsletter a basso traffico: hot topic, novità, opportunità. Disiscrizione con un click in qualunque momento.
Cerca Utente
People
Le Martin passate per Chernobyl
Debut 50R: Blackstar dichiara guerra al digitale
Prashant Aswani disegna una Charvel per il chitarrista comune
Graham Coxon conferma: non provare ad accordare il Si
Martin StreetLegend: il relic conquista la chitarra acustica
Fender Vintage Museum: la straordinaria collezione di Flavio Camorani ...
Una Les Paul ’59 ancora più rara delle burst è ora di Kirk Hammett...
Come suona una vera archtop degli anni ’30
OPEN DAY: una giornata per scoprire il CPM
Ironheart Foundry: l’ampli Laney diventa pedale
Taylor 512ce Ironbark: altro che legni di recupero!
Sta arrivando il MIDI 2.0? Ecco perché sarà rivoluzionario
Gibson LPJ Billie Joe: a volte ritornano
Well Strung Guitars: il più incredibile negozio di chitarre del mondo...
Perché "Il Musicista Che Avanza" funziona

Licenza Creative Commons - Privacy - Accordo.it Srl - P.IVA 04265970964