Masterclass di Chitarra Rock con Giacomo Castellano in Calabria: Intervista
di STEFANIA ALTOMARE [user #9239] - pubblicato il 18 ottobre 2011 ore 15:09
“Giacomo Castellano è il precursore dello stile moderno in Italia , ha un suono molto personale e articolato che non proviene dagli effetti che usa ma dalla sua mentalità compositiva nei riff e nei fraseggi in cui nessuna nota è buttata li a caso,è dotato di una tecnica incredibile , di una timbrica ed un tocco assolutamente riconoscibili, e di un suono anche un po’ “americano”, è lui il nostro Van Halen. Ho un bel ricordo di una sua clinic al Castello di Fiesole , anni fa, per questo ci tengo a risentirlo innanzitutto, e proporlo quindi ai miei allievi” (G.Praino).
Si inaugura con la masterclass di Giacomo Castellano l’anno didattico della classe di Chitarra Rock del maestro Giuseppe Praino nella scuola Jazzopoli Club ( Lauropoli, CS) organizzata in collaborazione con Davide Paternostro e l’artista Pino Ciappetta il 21 ottobre 2011.
Giacomo Castellano sarà anche a Catanzaro Lido il 22 ottobre per il corso di Matteo Procopio alla Popoff Music School.
Ciao, Giacomo!Felicissima di sapere che verrai a tenere un paio di clinic qui in Calabria!
1)Mi raccontavi qualche tempo fa che il tuo modo di concepire la didattica della chitarra Rock è andata via via evolvendosi col passare degli anni e che quindi potremmo aspettarci delle cose diverse da “Heavy Metal”, il tuo primo metodo che credo fosse del 1993.
ESATTO! 1993, no internet, no party...hahaha! Sinceramente credo solamente di aver contribuito alla didattica nazionale in un momento in cui era ancora difficile accedere a certe infomrazioni. All'epoca quei libri rappresentarono una novità totale per il nostro paese, io ero giovanissimo (avevo 23 anni) e li ho riempiti di informazioni, avevo la paranoia di non avere abbastanza cose da dire. Anche oggi il problema e' che non sento di avere molto da dire a livello tecnico, sto sviluppando idee da anni ma devo concretizzare concetti, esempi su carta ed esercizi. Sento che dovrei scrivere un libro diverso, sto affinando il progetto...non anticipo nulla.
2) Sono sicura però che tu ti sia “fatto un giro” per i vari centri didattici d’ Italia .Non ti sei accorto di aver davvero fatto scuola in qualche modo?Intendo , lo riconosci?
Non sta a me dirlo anche se noto con piacere che i feedback in questi anni sono sempre stati positivi, estremamente positivi! Dal 1993 sono state vendute veramente tantissime copie dei miei metodi e spesso ancora oggi ai seminari molti partecipanti si presentano con i libri per gli autografi. E' un vero peccato che la Berben non abbia deciso di ristampare gli aggiornamenti.
3) Giacomo, in questi ultimi anni, a cavallo tra una reprise e l’altra in tour con le star del nostro panorama artistico , ti abbiamo visto protagonista in più di un’occasione di importanti produzioni tra cui ovviamente il “We Will Rock you” di Elton , a Madrid .Vuoi dirci un po’ che aria si respira in giro per gli stage europei?
Un'aria fantastica! Lavoro ancora con la Spagna, la mia base è Madrid, dove ho vissuto e lavorato, incrociandomi con l'Italia, dal 2000 ad oggi. Con la Gianna siamo stati in giro in Europa e quel che ho notato è che la musica è molto più importante all'estero piuttosto che da noi.
4) Non vuole essere una provocazione ma, detto tra noi: esiste ancora una scena Rock italiana?
Assolutamente si! Il problema è che in Italia al momento conta solo chi partecipa a X Factor o “amici” ed è tristissimo che le uniche realtà dalle quali le case discografiche attingono siano queste! In ogni caso fidati, c'è davvero una scena rock veramente forte, solo che fa fatica ad uscire.
5) Giacomo Castellano e Los Angeles: tutto quello che ti passa per la mente!
Avevo 19 anni appena compiuti, sono atterrato su un altro pianeta ed ho incontrato quelli della mia razza! Nessuna esperienza musicale ha avuto un impatto simile nel corso della mia vita! Studiare al Musicans Institute non era semplicemente studiare musica, era vivere un sogno e farlo diventare realtà, vedere concerti incredibili, conoscere musicisti pazzeschi! Era il 1988 e quel viaggio me lo pagai da solo, completamente. Venire via da quel pianeta è stato uno dei momenti più dolorosi della mia esistenza. Ero giovane, forse le emozioni e gli eventi all'epoca avevano dimensioni diverse ma in quel momento mi sembrò un inevitabile errore. Inevitabile perché il mio rientro fu determinato principalmente dal dover assolvere gli obblighi di leva e poi dalle finanze che non sarebbero mai bastate per rimanere più tempo.
6) Sul piano umano e nel continuo evolverti “vivendoviaggiandosuonando”, qual è la più grande scoperta che hai fatto in questi ultimi anni?
Ci sono diverse cose, ne cito alcune che mi vengono in mente di getto:
1) il concetto di CASA è relativo per me. Puoi essere a casa su una panchina a Tenerife o nel più sperduto paesino di un paese sconosciuto come anche a casa tua ovviamente o in un bar alle cinque del pomeriggio da solo guardando quel che succede intorno. CASA è dove ti senti di esserci.
2) Ho imparato ad osservare senza giudicare, in realtà sto ancora imparando a farlo perché alla fine il giudizio razionale ed emozionale generato dalla mia intera esistenza tende a far la voce grossa, ma ho capito come ignorarlo, gustandomi quindi il piacere del “film che scorre intorno a te”, cosa nota ad ogni viaggiatore.
3) Il caffè fa schifo ovunque tranne che in Italia ed in Portogallo, haha!
Viaggiare rappresenta uno dei modi più veloci di evolversi e di comprendere il mondo intorno a noi.
Viaggiare permette al viaggiatore di scrollarsi di dosso pregiudizi, preconcetti e idee sbagliate create da errate fonti di informazione. Il semplice atto di mettersi in moto e viaggiare attiva in noi dei meccanismi stupendi che ci permettono di fare salti quantici nella comprensione del mondo che ci circonda. Viaggiare in Europa, dove ogni 500km ci si scontra con una cultura diversa, amplifica questo fenomeno.