Eh! Direi proprio di si. E’ l’ultimo fortunato acquisto. Non si tratta di una D45, bensì di una Martin J-40, chitarra poco diffusa, soprattutto in Italia, ma anche in USA viene considerata uno strumento particolare e non credo abbia avuto particolare successo. Il modello è stato disegnato e fortemente voluto dall’ultimo rampollo di casa C.F. Martin 4° nel 1985. E’ stata introdotta con il nome di J-40M, e nei primi anni di produzione aveva la paletta con il logo decal delle martin standard. Poi, mi pare nel 1987 è stata impreziosita da una paletta stile 45, è stato aggiunto un cerchio in abalone alla rosetta, sostituito il batti penna nero con uno tipo tartaruga, e modificati i segnatasti. Le misure di questa chitarra sono un ibrido in tutti i sensi. La forma è quella della serie Martin 30, vale a dire 0000, ma le fasce sono alte come una D. Se confrontata con una J200 prodotta da Gibson, e credo che siano il modello di riferimento per tale tipologia di strumento, risulta più piccola e maneggevole. L’unica cosa che, esteticamente, non apprezzo sono i segnatasti. Sono in madreperla con una misura media e insulsa. Molto meglio quelli della 45 o quelli delle Gibson.
Qualche rapida impressione. Lo strumento è decisamente maneggevole, leggero e molto comodo da suonare. Il manico è perfetto con il nut di misura pari a tutta la serie D . Ottimamente rifinita la chitarra si presenta in modo molto sontuoso: binding alla cassa e al manico e, come accenno sopra, paletta della serie 45 con la scritta Martin verticale che mi mette un po’ di soggezione.
E come suona? Magnificamente, è difficile lasciarla ferma, mi è proprio entrata nel cuore. Dico subito che è decisamente una Martin nel suono, con un volume incredibile, ottimi bassi, ma ben bilanciata. La definizione che più ho trovato corrispondente alle caratteristiche dello strumento l’ho letta su un sito USA che la definiva “una OM con gli anabolizzanti”. Mi pare che renda perfettamente l’idea. Come alcuni ricorderanno ho anche una OM 28V, chitarra splendida, e devo dire che il suono della J40 è bilanciato in modo simile, ma con un volume molto più forte. Ho suonato poco e da solo questa chitarra, ma penso che a plettro bucherebbe in qualsiasi situazione, anche con diversi strumenti intorno.
Non ho ancora gli elementi, e neanche le capacità, per fare una recensione approfondita di questa Martin, ma la prima cosa che mi viene in mente è di paragonarla a una 12 corde. Non scherzo, riempie come una 12, ma diversamente da queste ha un suono molto dettagliato e preciso. Se poi devi fare qualche pezzo con la tecnica del palm muting, che ultimamente mi piace molto, è incredibile il “tuono” che viene fuori; vi assicuro che la parola tuono la uso deliberatamente, la chitarra vibra e produce uno spostamento dell’aria sordo velocissimo. Non credo di riuscire a spiegarmi, e comunque nessuna ripresa audio alla buona consentirebbe di farvelo sentire. Ma è la prima chitarra che sento reagire in questo modo e restituire questo suono. Sono un po’ carente nelle spiegazioni, ma ho veramente delle difficoltà a spiegare bene come suona questa chitarra, mi risulta appunto più semplice riferire le sensazioni che provo. Comunque spero di tornare sull’argomento presto.
Saluti e buona settimana a tutti.