di martino [user #16593] - pubblicato il 03 febbraio 2012 ore 11:00
Studiando George Benson, ci si può facilmente rendere conto che tutto ciò che fa ha un sapore blues ma non è certo riconducibile alla scala blues (pentatonica più blue note). È utilissimo conoscere i cinque box della pentatonica, è importante visualizzare le blue notes relative ma purtroppo non è tutto qui.
Infatti chi di noi non si è domandato: “Ma perché, pur suonando tutta questa bella roba, il mio fraseggio non è lontanamente paragonabile a quello dei grandi?”.
Se continuiamo a lavorare solo con la scala blues purtroppo il nostro sound non assomiglierà mai al loro.
Ecco perché.
Esempio 1
Esempio 2
Come potete constatare in questi due esempi, George non si limita a utilizzare solo la scala blues, ma incrocia continuamente il pensiero maggiore e quello minore (sia in contesti tonali maggiori sia in quelli minori).
Per concludere la ricetta è la seguente: incrociando la scala blues con la maggiore omonima otteniamo una super-struttura siffatta
A-B-C-C#-D-D#-E-F#-G-G#
Wes Montgomery, George Benson, Pat Metheny e tanti altri utilizzano questa ricetta con tale maestria da rendere il loro fraseggio sempre cromatico e tonalmente ambiguo.
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