A me le corde mi danno da fare. Lo so che “a me mi” non si dice e tanto meno si scrive, ma questo è un rafforzativo. A me, le corde, mi danno proprio da fare. Ogni volta che le cambio vado in crisi e non mi capacito di quanto una semplice muta di corde possa stravolgere un intero panorama sonoro col quale si pensava di essere in confidenza. Stavolta si trattava del primo cambio di corde sulla chitarra nuova e mi sono ritrovato con un’altro strumento tra le mani. Per fortuna sto temporeggiando con la recensione della mia piccola parlor, se no vi avrei raccontato una storia sbagliata. E per doppia fortuna ho fatto ben due cambi di corde in tre giorni, altrimenti di storie sbagliate ne avrei raccontate forse due.
Nonostante la mia antipatia per le bronzo/fosforo, all’inizio ho voluto tenere la stessa tipologia di corde montate in fabbrica e la mia chitarrina, certo non ricca di toni bassi, si è tramutata in una zanzara. Tigre, ma zanzara! Tre giorni di puro fastidio e passaggio obbligatorio alle Bronzo. E di nuovo un’altra storia (ma ora mi sembra quella giusta!).
Ho provveduto a documentare tutto con lo ZoomQ3. Ne ho ricavato due file di confronto: primo cambio e piccolo cazzeggio con corde Martin 0.12 bronzo/fosforo (dita e plettro), poi stesso cazzeggio, ma con Martin 0.12 bronzo. Le differenze non sono grandi, ma vi assicuro che sono notevoli per chi suona.
audio >Da puro maniaco, già che c’ero, tra un cambio e l’altro ne ho anche approfittato per calare una piccola fotocamera nella buca e cogliere vari scatti della pancia. E ho visto cose che voi umani...
Beccatevi la prima “radiografia”.
Già si notano particolari curiosi che hanno dato la stura a parecchie domande. E le risposte che ho raccolto qui e là sono abbastanza sorprendenti. Mi manca ancora qualche tessera per completare il puzzle e capire bene, poi vi metterò al corrente. Per ora devo tenervi ancora un po’ sulla corda...