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Impariamo le scale con Andy Timmons
Impariamo le scale con Andy Timmons
di [user #116] - pubblicato il

Conoscere tutte le sette posizioni della scala maggiore è una di quelle cose che tanti chitarristi - magari anche già decisamente bravi ed esperti - trovano sempre una buona scusa per rimandare di fare. Questa volta però non c'è giustificazione che tenga: a insegnarcele e spiegarci come a sua volta le ha imparate c'è Andy Timmons senza dubbio il chitarrista rock più amato e seguito nel nostro paese.
Andy inizia una serie di lezioni esclusive per Accordo che siamo sicuri vi faranno letteralmente bruciare, a suon di esercizi, corde su corde e plettri su plettri.

Impariamo le scale con Andy Timmons


 
Ciao Andy, come nel caso di tutti gli altri chitarristi che abbiamo il piacere di ospitare nella didattica di Accordo, vorremmo iniziare dedicando questo primo appuntamento agli esercizi che utilizzi per riscaldarti; esercizi che magari sono gli stessi che facevi da principiante per affinare la tecnica. 

Ma io sono ancora un principiante! Scherzi a parte si tratta di cose molto semplici che interessano soprattutto lo studio delle scale e che facevo quando ho iniziato a studiare i modi. Mi sono avvicinato a questo tipo di materiale armonico quando mi trasferii a Miami per studiare jazz all’Università di Miami, dove tra l’altro avevano bazzicato personaggi come Pat Metheny e Jaco Pastorius tanto come studenti che come insegnanti. Io allora sapevo già suonare bene rock, ma non mi ero ancora mai cimentato in uno studio organizzato delle scale e dei modi. Studiare i modi, per me inizialmente significava non affrontare separatamente il frigio o magari il misolidio ma - prima di tutto - aprire attraverso tutto il manico la scala maggiore e studiarla e impararla attraverso tutte le posizioni e diteggiature. Quello che facevo, uno dei miei studi preferiti, era prendere la scala maggiore e svilupparla attraverso tutte e sette le posizioni: dalla parte più bassa del manico fino alla più alta. Prendiamo in questo casa una scala di F maggiore. Suonavo tutte le posizioni, una appresso all’altra, piano e colpendo ogni nota in maniera decisa: una posizione in ascendente e la successiva in senso discendente e così via. 





Proponiamo tutte e sette le diteggiature della scala di F maggiore a tre note per corda. Non lasciatevi intimidire dalla scrittura ritmica in 9/8. Andy suona la scala in semplici ottavi e sedicesimi molto, molto lenti. Il nove ottavi mi permetteva semplicemente di riuscire a raggruppare in maniera esatta all’interno di una singola battuta un box della scala maggiore. In questo modo,  ritengo che la visualizzazione e la conseguente memorizzazione siano più agevolate e immediate. Per fare l'esercizio con la stessa attitudine suggerita da Andy, mi raccomando di pensare a tutte le posizioni sempre e unicamente come diverse diteggiature della STESSA scala di F maggiore. Anche in questo caso, il fatto di averle nominate con le nomenclature dei modi è esclusivamente funzionale alla memorizzazione delle posizioni. Ma - lo ripeto - quella che stiamo suonando è unicamente la scala di F Maggiore. 

Quando siete arrivati sulla nota più alta raggiungibile sulla corda di E cantino in tonalità di F maggiore iniziate a risalire verso il basso con la tonalità più vicina suggerita dal Circolo delle Quarte. Per esempio, in F maggiore, arrivati al ventiduesimo tasto del E cantino sulla nota D, iniziate a risalire in tonalità di Bb. 


Allo stesso modo, dopo aver suonato tutte le posizioni della scala di Bb e arrivati sulla nota più bassa utile, presa al primo tasto sulla corda di E basso, passeremo – sempre facendo riferimento al circolo delle quarte – alla tonalità di Eb. 

Il Circolo delle quarte ordina le tonalità in successione per intervalli di quarta giusta. Ogni tonalità è caratterizzata da una o più note differenti, ma passando dall’una all’altra, rispettando il Circolo delle quarte, le variazioni tra le totalità sono ridotte al minimo e la modulazione è graduale e non fastidiosa all’orecchio. Scriviamo, partendo dal F, come in questa lezione di Andy, una sotto all’altra le scale secondo il circolo delle quarte che, ricordiamolo è: C, F, Bb, Eb, Ab, Db, Gb, B, E, A, D, G. 
F maggiore è formato da F, G, A, Bb, C, D, E; quando modula e passa in Bb (Bb, C, D, Eb, F, G, A) cambia un’unica nota, il E che diventa Eb. Nel successivo passaggio in Eb (Eb, F, G, Ab, Bb, C, D) ancora una volta è una sola la nota a variare, il A che scende a Ab. 

Tutto va eseguito piano, con la massima cura nella pulizia e precisione. Suonando in questa maniera – ed è per questo che vi ho proposto questo studio come esercizio di riscaldamento – faremo andare e sciogliere i muscoli e lavoreremo in maniera decisa per ottimizzare la coordinazione tra mano destra e sinistra. Bisogna essere molto sinceri con se stessi e dove ci sono delle imprecisioni rallentare. Lavorate con il metronomo e ricordate che nessuno se ne fa nulla di una scala suonata veloce, ma sporca e imprecisa.

andy timmons lezioni
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Passaggio di Tonalità
di SixtySave [user #22116]
commento del 03/06/2012 ore 16:51:54
io mi sono dovuto scrivere da che modo a modo si passa insieme al cambio di tonalità, visto che non mi rimane molto immediato...
forse dovrei pensare un po di più alle note che alle posizioni..?
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SE VUOI PENSARE ALLE NOTE ...
di bend_it [user #29446]
commento del 04/06/2012 ore 11:03:20
Muovendosi per quarte cambia una nota soltanto ad ogni cambio di tonalità.

La settima nota della scala precedente si abbassa di mezzo tono e diventa la quarta nota della scala successiva. Se la pensi così dovrebbe essere più semplice! Per esempio se mi sposto da DO maggiore a FA maggiore cambia solo una nota : il SI (settimo grado di DO) DIVENTA SIb (quarto grado di FA).

Tra l'altro, diciamo che i chitarristi spesso, per quelle che sono le caratteristiche di "visualizzazione geometrica" che ci propone lo strumento, spesso pensano più alle forme, alle geometrie ed alle diteggiature che non alle note .... MA DI SOLITO I MUSICISTI (pensa ai pianisti, ai sassofonisti, ecc) ... PENSANO PROPRIO ALLE NOTE, SOPRATTUTTO ALLE NOTE, QUASI SEMPRE E SOLO ALLE NOTE, e quasi mai alle diteggiature. L'ideale sarebbe aver chiare entrambe le sfumature (diteggiature e note).
CIAO!
Rispondi
In effetti quella che evidenzi ...
di Gianni Rojatti [user #17404]
commento del 03/06/2012 ore 20:25:52
In effetti quella che evidenzi è la difficoltà principale.
Suggerisco sempre, quando si inizia a lavorare su studi come questi, di utilizzare tantissima carta: schemi, disegni, pallini...qualunque cosa aiuti a visualizzare graficamente dove siamo e dove stiamo andando sulla tastiera della chitarra.
Quando dici che dovresti penare di più alle note intendi che non ti è chiaro alla perfezione a che nota corrisponde ogni tasto della chitarra?
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pensare alle note
di SixtySave [user #22116]
commento del 05/06/2012 ore 13:34:03
no no, conosco le note sul manico, però se suono le scale a 3 note per corda molto veloce il mio cervello non ce la fa a stare dietro alle dita :)
con il pensare alle note intendevo proprio suonare lentamente i modi e guardare di più alle note che ad un esercizio ginnico...

la difficoltà è cambiando la tonalità tramite una nota in comune, capire in che modo sono...
quindi carta e penna!
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economy picking
di kirschak [user #32705]
commento del 05/06/2012 ore 12:21:29
io uso (o meglio, cerco di usare) l'economy picking ogni volta che mi trovo a suonare una scala con 3 note per ogni corda...faccio bene o dovrei impormi comunque di usare la pennata alternata?
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L'economy picking, una volta metabolizzat, ...
di Gianni Rojatti [user #17404]
commento del 06/06/2012 ore 08:47:54
L'economy picking, una volta metabolizzat, senz'altro agevola sulle scale a tre note per corda velocità, fluidità e omogeneità di suono e sgrava di molto lavoro la mano destra. (Gambale, Malmsteen...)
L'alternate, viceversa, è un continuo bagno di sudore per la mano che plettra ma offre molto più attacco, incisività e scansione ritmica. (Steve Morse, Petrucci, Gilbert...)
Padroneggiarle entrambe ovviamente sarebbe il massimo. Da questo punto di vista Kiko Loureiro è di una bravura disarmante.
vai al link
Se ti sei perso questa lezione, corri a darci un occhio.

Il mio consiglio e di alternare per qualche settimana sessione di studio giornaliere da 10, 20 minuti con l'una, e altrettante con l'altra tecnica. E piano piano scoprire quale per te risulta più naturale e compatibile e ti permette di suonare con maggiore naturalezza. Una volta deciso fare di quella la tua pennata principale e continuare a tenere allenata l'altra solo in fase di studio e nei passaggi tecnici dove è necessaria.

Rispondi
Mi era sfuggita quella lezione. ...
di kirschak [user #32705]
commento del 06/06/2012 ore 09:33:15
Mi era sfuggita quella lezione.
Grazie mille!
Rispondi
"Trucco"
di powerfuran utente non più registrato
commento del 07/06/2012 ore 10:20:56
Una cosetta imparata (?) da Allan Holdsworth (ma anche da qualunque insegnate con un minimo di raziocinio) e che personalmente mi ha aiutato a superare lo scoglio dell'unire i vari box è: prima di spararsi una scala, date un colpo d'occhio al manico e provate a visualizzare le toniche nei vari punti del manico stesso.... poi le note dell'arpeggio maggiore della tonalità scelta...... poi le settime... dopo un po' si dovrebbe riuscire a vedere tutta la scala disponibile su tutto il manico, pensando anche ai gradi principali. E' un modo per unire geometria e gradi.
Rispondi
confusione
di George S.L.A [user #10210]
commento del 10/06/2012 ore 17:53:05
ciao Gianni, ho un po' di confusione data dalla nomenclatura delle diteggiature, premetto che queste già le conoscevo e le eseguivo come riscaldamento ma Timmons sicuramente mi ha dato un nuovo stimolo e razionalità nell'eseguirle; dicevo che sono un po' confuso perchè ad esempio il F ionico per me risulta essere in realtà Gdorico e così via, e infatti il centro tonale della prima diteggiatura mi riporta al G. mi potresi spiegare come mai? grazie
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