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Lovepedal Kalamazoo: per me numero uno
Lovepedal Kalamazoo: per me numero uno
di [user #26262] - pubblicato il

Caldo e dinamico, il Kalamazoo trova il suo punto di forza in una versatile equalizzazione composta da un controllo di tono particolarmente trasparente e da un treble booster. L'overdrive di casa Lovepedal merita a pieno titolo l'etichetta di pedale boutique.
Alla ricerca - da tempo immemore - dell’overdrive che suonasse perfetto alle mie orecchie, molti pedali sono passati sotto i miei piedi. Multieffetto, pedali singoli, valvolari... Tempo fa mi sono deciso, dopo un’austerity autoimposta che mi consentisse di mettere da parte un congruo budget, di acquistare due pedali cosiddetti boutique.

Ore e ore passate a rimuginare e a rimbambirmi con le prove online. Nessun negozio abbastanza vicino a casa che trattasse i pedali che volevo provare, quindi l’acquisto doveva essere fatto al buio basandomi solo sulle caratteristiche tecniche e, appunto, le prove online.
Indeciso se buttarmi su prodotti italiani (Costalab, Laa Custom e simili) alla fine ho, con sofferenza e fatica, deciso: Danimarca e USA.
Così sono finiti nella mia pedalboard un Carl Martin Plexitone e un Lovepedal Kalamazoo. Ed è di quest’ultimo che vi voglio parlare.

Fermo restando che sono soddisfattissimo del Plexitone, sono rimasto davvero favorevolmente colpito dal Kalamazoo.
In verità la mia scelta primaria era caduta sul Tchula, ma il rivenditore italiano ne aveva solo un esemplare e, quando mi sono deciso, era già venduto.

Tralascio – per non dovermi auto-flagellare più di quanto non abbia già fatto – sull’odissea affrontata per averlo. Dico solo che il miraggio di risparmiare qualche decina di euro nell’acquistarlo direttamente dal produttore si è rivelata una sonora str... ehm... dabbenaggine.
Al prezzo di acquisto+trasporto (conveniente) bisogna aggiungere i costi doganali che rendono un po’ meno conveniente l’acquisto diretto oltre oceano. A tutto ciò bisogna aggiungere il fatto che il pedale mi è arrivato distrutto e non funzionante, forse anche colpa dell’imballo non proprio adeguato per un viaggio così lungo.
Fatto sta che in Lovepedal si sono dimostrati molto gentili e comprensivi e me ne hanno fatto arrivare immediatamente un altro. Naturalmente ho dovuto ripagare i diritti doganali.
Consiglio per gli acquisti: rivolgetevi ai distributori italiani! Magari non saranno comodissimi rispetto alla vostra residenza, ma si evitano peripezie simili alla mia.

Lovepedal Kalamazoo: per me numero uno

Ma veniamo alle cose serie: il suono. Secondo me è perfetto. Pieno di dinamica e presenza. Il tocco delle dita e della pennata vengono assecondati magnificamente.
Oltre ai classici controlli di level e gain, il punto di forza è l’equalizzazione.
C’è un controllo di tono che, tutto chiuso, è praticamente neutro. Man mano che lo si apre, taglia un po’ gli alti conferendo calore e mediosità al suono.
In parallelo al controllo di tono, c’è un secondo controllo denominato Glass, che è un treble booster. Incrementa le alte frequenza senza tagliare i bassi.
I due controlli, sapientemente dosati insieme, forniscono una gamma ampissima di possibilità sonore.

In conclusione posso affermare che, finché dura, credo di avere trovato il mio santo graal.
Naturalmente stiamo parlando di overdrive, quindi ottimo per utilizzi blues, rock-blues e rock classico. Per hi-gain rivolgersi altrove, please.
Accludo una clip pregandovi di concentrarvi sul suono (microfono di bassa qualità direttamente nell’interfaccia audio, nessun effetto/equalizzazione aggiunti, solo un pelo di riverbero del mio Hot Rod) e tralasciando la scarsa qualità del chitarraio.

effetti e processori kalamazoo lovepedal
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