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DiMarzio Gravity Storm
DiMarzio Gravity Storm
di [user #12445] - pubblicato il

Dopo gli Evolution, i Breed e i Blaze, i pickup preferiti da Steve Vai arrivano con una nuova veste e un nuovo nome ispirato al più noto brano del suo ultimo disco. I Gravity Storm racchiudono definizione e calore con un output moderato.
Arrivano sul mercato i nuovi pickup signature di Vai, in concomitanza con l'uscita di The story of light.
Prendono il nome da uno dei brani del recente disco - appunto "Gravity Storm" - e sulla carta appaiono un tuffo nel passato a livello di sonorità, accostandosi in qualche modo ai paf pro delle prime Jem, pur apportando un tocco di innovazione.

Dopo i pickup Evolution del 1993, di cui si spiega la nascita in questo articolo, DiMarzio propose i Breed nel 2007, accostandoli ai Blaze per la Universe sette corde fino al 2007, anno di avvento dell'Evo2, un pickup per ponte potente, ma meno brillante del suo predecessore.
L'evoluzione del suono di Steve negli anni, verso timbri sempre più grossi e rotondi, fa ben sperare per questi pickup, in modo da avere un prodotto adatto a ogni tipo di genere.
Ebbene, questi pickup sono davvero molto belli.

La richiesta di Steve a DiMarzio è stata alquanto bizzarra: "make it as a thundering cloud of ice cream", ma la frase racchiude in sé un accostamento di attacco e rotondità al tempo stesso.
Il pickup al ponte prevede un magnete in Alnico 5 e un'uscita in mV di 340, inferiore quindi all'Evolution e di poco superiore al PAF Pro, ma con una elevata resistenza DC: 15.19k, per un suono morbido e avvolgente, timbricamente centrato sulla gamma media.
L'equalizzazione è infatti B7,5 M9 A4,5 e agendo sui controlli dell'amplificatore si possono ottenere timbri caldi e taglienti, senza mai perdere definizione.
Il pickup al manico è invece ceramico, ma di stampo vintage, caldo e avvolgente pur mantenendo una punta di definizione vicina a un single coil: davvero bello.
È equalizzato come un PAF Pro: B6, M6, A5, l'uscita è di 290mV e prevede una resistenza di 12,56 Kohm.
Entrambi prevedono quattro conduttori per lo splittaggio.


Nel test ho cercato di catturare queste caratteristiche, suonando dapprima il riff portante di "Gravity Storm" (ho in effetti cercato di adattare la parte all'accordatura standard, mentre il brano originale è suonato su di una chitarra baritona).
Ho poi suonato un rapido arpeggio clean usando i due humbucker e un brano (sul tema di "Gentle ways") focalizzando sulla dinamica e precisione dei pickup: suonando più forte si tende alla saturazione, mentre con delicatezza si possono ottenere moltissime sfumature.
Allo stesso modo ho suonato una linea solista in stile Vai su di un mio brano ("Speak"), notando che il GS neck risulta decisamente meno intubato dell'Evolution, anche aprendo molto le frequenze medio basse.
Il brano finale è "Still my bleeding heart" in cui, partendo con volume abbassato, ricreo un clean tagliente sul canale distorto fino ad arrivare a una forte saturazione: nonostante questo, il pickup al ponte è incredibilmente definito e permette di suonare facilmente accordi arpeggiati e note singole in distorsione.
Decisamente una coppia di pickup che racchiudono molte delle caratteristiche cercate dai chitarristi moderni che guardano però sempre con un occhio al passato e ai bei suoni.

Un doveroso ringraziamento ad Andrea "IlPatta" Pattacini, per aver messo a disposizione lo strumento (Ibanez RG550 XX).
dimarzio gravity storm pickup steve vai
Link utili
La storia della Jem
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