di oneshot83 [user #22363] - pubblicato il 30 ottobre 2012 ore 13:30
Internet trabocca di video esplicativi e articoli che mostrano come imitare il suono dei grandi, ma quando il proprio obiettivo non è quel che si dice un guitar hero tradizionale bisogna ingegnarsi e fare quel che si può ascoltando i dischi e sbirciando i live, magari piegando alla necessità la strumentazione di cui già si dispone.
Ho deciso di scrivere questo articolo un po' perché descrive quello che sto facendo musicalmente parlando in questo periodo, un po' perché penso che ci siano tanti fan dei Joy Division che vorrebbero avere un suono simile a quello che troviamo su pietre miliari come Unknown Pleasures e Closer.
Sul web troviamo centinaia di video di “how to play like...”, ma questo riguarda solitamente chitarristi famosi e molto tecnici. Capita invece che ci siano persone come me, alle quali interessa poco o nulla della tecnica, ma a cui interessano prettamente l’appeal del chitarrista e il suono che riesce a creare. Il suono dei Joy Division deve la sua fama in buona parte al basso di Peter Hook e allo stile di Stephen Morris ma non dimentichiamoci che, senza i pur semplici riff di chitarra di Bernard Sumner (vedi per esempio brani come “Shadowplay”), i Joy Division non sarebbero stati gli stessi. Certo Sumner non era un virtuoso e non lo è tuttora, ma nella sua semplicità ha creato un suono caratteristico che spesso viene imitato ancora sui dischi che sentiamo oggi.
Vediamo nel dettaglio il suo setup tipico durante il periodo Joy Division.
- Shergold Masquerader Custom con pickup Di Marzio Super Distorsion al ponte e un PAF al manico (inutilizzato) - Melos Echo/Delay Unit - Chorus/Flanger (il nome del modello è sconosciuto) - MXR 10 bande equalizzatore - Altair PW-5 Power Attenuator - Amplificatore VOX UL730 HEAD with 2X12 Cabinet.
Partiamo dal fatto che non ho a disposizione nessuno di questi strumenti, anche perché Shergold, un'azienda inglese che produceva bassi e chitarre, ha chiuso da molti anni e i pochi modelli in circolazione si trovano a fatica su qualche sito d’aste. Seppur siano venduti un prezzo abbordabile, i costi di spedizione e di dogana sono piuttosto alti, tali da farmi desistere dall'acquisto.
Ho tentato di riprodurre il suono di Sumner utilizzando la seguente strumentazione.
- Epiphone G400 Made In Korea, con pickup PAF 36th anniversary al ponte - Marshall MG50DFX - Artec Analog Delay - Ibanez TS9 Tubescreamer - Nux Vintage overdrive - Boss Compressor Sustainer CS-3
La prima differenza sostanziale è che Sumner utilizzava un amplificatore valvolare e, sfruttando il Power Attenuator, riusciva ad avere un buon overdrive, molto saturo, con un volume contenuto. Io invece ho a mia disposizione un amplificatore solid state, con la funzione FDD (Frequency Dependant Damping), che conferisce una maggior “larghezza” al suono, una condizione tipica degli amplificatori valvolari. Personalmente utilizzo il canale clean del mio amplificatore con un gain massimo del quaranta per cento, in quanto poi andrò a “saturarlo” esternamente con il mio TS9, con volume e drive a tre quarti e tono al sessanta per cento circa. Per quanto riguarda l’equalizzazione del suono, bassi e alti vengono lasciati al cinquanta per cento, mentre invece alzerò un po' la soglia dei medi, fino a circa al sessanta per cento. Aggiungerò anche una bella dose di riverbero. Personalmente lo utilizzo regolato a metà della sua corsa. Infine colorerò il suono e alzerò il volume negli assolo con il Nux configurato come boost, con il controllo dei toni regolato a tre quarti, volume al massimo e drive al minimo. Questo in sostituzione dell’equalizzatore che utilizzava Sumner, appunto, credo, utilizzato con lo stesso scopo. Per quanto riguarda il delay Artec, lo utilizzo regolato al minimo, infatti quel che mi interessa maggiormente è utilizzarlo per schiarire il suono.
Questa configurazione però è tipica del sound su album, soprattutto quello di Unknown Pleasures, poiché dal vivo i Joy Division erano tutt’altra cosa, diciamo che live erano in tutto e per tutto un gruppo punk: non a caso, quando iniziarono a suonare, volevano essere come i Sex Pistols.
Per quanto riguarda il sound sull’album Closer, le cose cambiano: il suono si fa molto più cupo e granitico, e molto tagliente in altri frangenti.
Questo meriterebbe di per sé un altro articolo, ma brevemente si può aggiungere che per ottenere il suono tipico di pezzi quali "Twenty Four Hours" possiamo enfatizzare maggiormente le frequenze medio alte e utilizzare un compressore, nel mio caso il CS-3 utilizzato per "tagliare" gli spigoli. Se a tutto ciò aggiungiamo un chorus con un depth regolato a dovere, ecco che creiamo quell'effetto "rotativo" tipico del sound di chitarra su quell’album. Quelli che posto di seguito sono alcuni video dal vivo che possono farvi rendere l’idea del sound che sono riuscito a ottenere.