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Quel suono che grida comprami
Quel suono che grida comprami
di [user #33805] - pubblicato il

La mia chitarra "suona". Quante volte lo sentiamo dire, riferito a strumenti fra loro diversissimi. Discussioni da tavolino del bar di fronte all'uscita della nostra bella sala prove che ci fanno compagnia chiacchiera dopo chiacchiera, nel confronto fra le rispettive certezze di musicisti diversissimi fra loro.
La mia chitarra "suona". Quante volte lo sentiamo dire, riferito a strumenti fra loro diversissimi. Discussioni da tavolino del bar di fronte all'uscita della nostra bella (anche se a volte è un eufemismo) sala prove che ci fanno compagnia chiacchiera dopo chiacchiera, nel confronto fra le rispettive certezze di musicisti diversissimi fra loro.
Sentire, questo vogliamo, e non parliamo solo di un fattore uditivo, parliamo di "sentire", essere invasi da un'onda di armoniche alta 5-6 metri, della quale siamo, se vogliamo, i surfisti.

Mi trovo in un negozio di strumenti musicali della mia città a tentare di lenire l'ultima apparentemente inguaribile malattia che mi sono diagnosticato, l'irrefrenabile impulso di conoscere tutte le chitarre che vedo, e so che molti di coloro che leggono ben sanno di cosa parlo.
Sono seduto di fronte a un piccolo Fender Deluxe con a disposizione un jack e quattro signorine diverse per prezzo e natura: Epiphone Les Paul Custom, Telecaster American Special, Gibson Les Paul Studio, LTD EC401.
Ora la direzione di questo articolo non vuole essere tanto quella di confrontare le quattro chitarre, quanto quella di capire cosa e come abbia colpito il mio udito.
Insomma, bel funk la Telecaster, eccezionale il Texas al manico, bella pasta le due Les Paul ma forse un po' dure per me. Il negoziante mi propone di provare una Gibson Les Paul Deluxe, che sostiene “poter fare al caso mio”.
Usata, il prezzo supera di pochissimo la Les Paul Studio.
La guardo subito male, non mi piace esteticamente, nemmeno un po'.
Tobacco burst con Burstbucker Pro metà crema metà marrone, scarna sulla paletta, non proprio l’estetica ideale per chi suona nel tipo di locale in cui capito con la mia band, ma attacco il jack, via lo stand-by, su il potenziometro.

Quel suono che grida comprami

Mi maggiore, una plettrata e sento una voce dentro di me urlare “comprami comprami comprami” più forte che può. Ed eccomi su un lato di questa partita di “ruba bandiera”, con la Les Paul di fronte a me ringhiante di competizione, e in mezzo il mio sudato stipendio.
Calma e razionalità mi ricordano il mio ruolo nella mia band, la necessità di un suono funk, e quel Texas a dir poco celestiale al manico di una delle Tele più economiche e allo stesso tempo riuscite che abbia mai provato.
Ma il mio lato più rock vuole quei kg di mogano, quel calore indiavolato della Les Paul che certo sacrifica un filo di attacco, ma ti fa scappare una risata di eccitazione alla prima plettrata.
Per il tipo di chitarrista che sono, diciamo più ritmico, più sincopato di groove dove l’attacco è il più sincero mezzo di espressione, e per motivi anche un po' estetici ammetto, ho scelto la Telecaster. Salvo concedermi, con un Burstbucker 3 al ponte, un (piccolissimo) ricordo di quella Gibson e qualche cordiale insulto da quel fenderista irremovibile che è il mio liutaio di fiducia.

E qui vado a concludere, con la mia domanda rivolta ad altri: in base a cosa scegliere? Estetica? Suono? Comodità e feeling? E quale peso ha ognuno di questi fattori nella decisione?
chitarre elettriche
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