di paoloanessi [user #32554] - pubblicato il 25 novembre 2012 ore 07:30
Avvicinarsi al mondo del jazz e delle archtop è possibile anche con meno di 500 euro. La serie Artcore di Ibanez offre tutto ciò che il giovane jazzista può desiderare e a SHG 35 ne abbiamo avuto la prova.
Girando per SHG 2012 alla ricerca di archtop e semiacustiche passo dallo stand Ibanez e mi casca l'occhio su una Artcore AFJ81 su cui mi tuffo senza indugio e con grande curiosità, visto che possiedo una semiacustica serie Artcore di oltre dieci anni fa, una chitarra di fascia economica con un sound discreto ma un po’ scomodo, non so, non mi fa suonare bene. Invece appena metto le mani su questo nuovo modello capisco che qui è tutta un’altra storia dal feeling che si instaura fin da subito: il manico è scorrevole, la tastiera comodissima e l’action un vero punto di forza, come Ibanez sa fare al meglio da anni (perché di quelle rock ne ho avute davvero un sacco...). Percepisco, ancor prima di attaccarla all’ampli, quanto vibra sulla pancia. Data l’opportunità di essere a SHG, dove si trova davvero tutto, scelgo l’ultimo ampli della serie Ibanez, quello con il Tube Screamer integrato, già usato con la favolosa Gibson del centenario. A questo punto il confronto è duplice, da una parte l'Artcore tutto sommato accessibile ai più e dall'altra una lussuosa fuori serie.
Fin dai primi accordi mi rendo conto di quanto sia importante per un'azienda credere in un prodotto: la signorina Artcore, non solo è migliorata tantissimo sotto gli aspetti sonoro ed estetico rispetto al passato, ma più semplicemente suona. E di brutto! È leggermente pronunciata sulle frequenze acute, che conferiscono credibilità al suono acustico, in realtà parecchio influenzato dal suono elettrificato dal pickup. Su queste chitarre, infatti, la maggior parte del suono acustico è sfruttabile e riprendibile solo in studio di registrazione, a meno che non sia stato capito e trasmesso attraverso un'enfatizzazione delle frequenze specifiche nel suono elettrico, e questa bella chitarra raccoglie in pieno questa filosofia costruttiva. Ancora una volta incontro uno prodotto Ibanez che mi lascia stupito per l’incredibile rapporto qualità prezzo: si parla di meno di 500 euro, per uno strumento che è bello a vedersi, suona bene ed è comodo, in linea con i criteri storici di casa Ibanez. È ovvio, poi, che i gusti in merito a suono ed estetica siano del tutto personali e non necessariamente condivisibili: nel mio caso, però, è stato davvero interessante vedere come il modello del passato non abbia paragoni con quello attuale. Diciamo che è un po’ come prendere il primo modello di Fiat Panda e confrontarlo con l’ultimo dei giorni nostri, dotato di tutti i comfort e optional: due auto praticamente imparagonabili, solo il nome rimane lo stesso.
Posso affermare che questa Artcore regge tranquillamente il confronto con strumenti ben più costosi. È vero che questi ultimi magari offrono qualche qualità in più a livello sonoro e ovviamene pregi costruttivi e nei materiali, ma tutto sommato cominciare a praticare jazz e swing su uno strumento che ti dà tutto ciò che serve spendendo poco è un'opportunità notevole. A mio parere, questo strumento si adatta anche al chitarrista rock/shred incallito che vuole allargare i propri orizzonti mettendo un piede nel genere dai trentamila accordi chiamato comunemente "jazz". L’Artcore è particolarmente adatta anche a loro, perché per agilità e scorrevolezza restituisce un feel da solid body, su una tastiera che suona bene dappertutto, con tanti suoni e colori disponibili. Se le chitarre di lusso rimangono spesso un sogno proibito, questa chitarra decisamente abbordabile a livello economico fa sognare mentre la si suona. Una chitarra non da sognare, ma da prendere al volo!