di adriphoenix [user #11414] - pubblicato il 20 gennaio 2013 ore 14:30
In tempo di crisi, la scelta di una nuova chitarra è strettamente legata al portafogli. Ecco allora che si fanno interessanti i marchi meno diffusi, che a prezzi contenuti possono offrire valide alternative ai nomi di punta.
In un momento di crisi economica congiunturale così diffusa e così generalizzata è abbastanza normale, almeno per i comuni mortali lavoratori, rivedere un po' i conti casalinghi e limare qui e là, cercando il giusto equilibrio fra qualità e prezzo, spesso dovendo rinunciare a malincuore ai nostri amati giocattoli, o quanto meno rimandarne lo scellerato e avventato acquisto.
Lustrandomi gli occhi in rete, agognando strumenti di altro e alto lignaggio, m'imbatto in questo brand relativamente nuovo (2010?) e sicuramente poco conosciuto, almeno in Italia: Richmond Guitars. Si tratta di una costola di Godin, che fa base appunto a Richmond in Canada e, come nella tradizione della casa francofona, produce in patria i propri modelli (forse riserva in USA l'assemblaggio).
Il catalogo può contare su tre modelli: Empire, Belmont e Dorchester, in varie versioni di colore, dotazioni di pickup e presenza di leva Bigsby.
Dei tre modelli, tutti molto belli e dotati di un certo fascino retrò, mi ha colpito veramente tanto la serie Empire.
Una linea molto essenziale, chiaramente ispirata alla Les Paul Jr. e PRS Single Cutaway, forse poco originale ma a mio avviso meno spartana sia nell'estetica sia nella dotazione hardware.
Molto piacevole è lo shape superiore del body, profilato a mo' di SG, con una sola spalla mancante, nella doppia versione in mogano o oppure corpo centrale di acero nordamericano con ali in pioppo.
Il manico in mogano, avvitato, con tastiera in classico palissandro e segnatasti dot, prevede una misura di scala 24 3/4" (radius 12") e un contour chiamato dalla casa "Ergocut rosewood" che sembra renderlo molto friendly e comodo.
Le meccaniche stile Kluson adornano la paletta, forse poco attraente, ma che reca in bella vista il logo della casa. La dotazione di pickup permette di spaziare dai P-90 Godin KingPin alla classica configurazione Godin Custom humbucker al ponte e Godin low-noise single coil al manico. Corredano l'hardware due soli controlli a potenziometro (un volume e un tono), un toggle-switch a tre posizioni nella parte alta del body a sottolineare il riferimento stilistico tipicamente gibsoniano e un ponte wrap-around cromato.
Sul web non abbondano ancora video, reviews o demo per cui cerchiamo di accontentarci di quello ufficiale.
Uno strumento in definitiva semplice, ma con tutto quello che serve per sfruttarlo a dovere nelle sue essenziali ma efficaci sfumature timbriche. Adatto per rock, pop, blues, punk, garage e indie-rock, ma non sbaglio se penso anche a territori più robusti, hard rock e metal. Dipende sempre dall'attitudine di chi suona e dal resto della strumentazione (accoppiata con una Mesa non credo sfigurerebbe).
Una chitarra che rispecchia i tempi, come dicevo in apertura, essenziale e con pochi fronzoli, a prima vista di buona fattura e qualità costruttiva, dal prezzo apparentemente interessante (listino sui 600$, street price sui 400$). Aspettiamo di provarle quando arriveranno sul mercato nostrano.
Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.