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Stromberg Master 400
Stromberg Master 400
di [user #32554] - pubblicato il

Ingombrante, con un manico mastodontico e un volume che fa spavento. La Master 400 non sarà il massimo della praticità per il chitarrista moderno, ma è la chitarra che ha scritto la storia dello swing tra le mani di Freddie Green nella big band di Count Basie.
Una trasferta a Verona per andare in sala di registrazione è stata anche l'occasione per presentare una chitarra storica, la Stromberg Master 400 resa famosa da Freddie Green, dell'orchestra di Count Basie.
Una chitarra sorprendente per le dimensioni, la Master 400 è enorme, sono davvero poche le archtop con body da 19". Anche il manico è sovradimensionato e colpisce per quanto è grosso. Lo spessore, incluse corde e tastiera, è quasi il doppio dei manici normali.
È uno strumento che nasce acustico, per essere suonato al fianco di almeno cinque fiati, basso e batteria, pianoforte e magari lead vocalist. Va quindi inteso e suonato in modo profondamente diverso da come normalmente si suona uno strumento elettrico.

Ad aggiungere difficoltà alla mole, le corde dell'esemplare in prova: delle .014 in bronzo in cattive condizioni, un'action di circa un centimetro al centro del manico e venti tasti medio piccoli, che chiedono di schiacciare la corda con forza e precisione. La parte alta del manico, fino al settimo tasto, è consumata fino al legno, ben oltre la vernice. Chissà quanto e con quante big band avrà suonato questa chitarrona.

Stromberg Master 400

Le ore d’ascolto del grande Django Reinhardt postano per istinto le mie dita a muoversi verso i suoi schemi, ma dopo le prime note capisco subito di essere fuori strada: questa non è una chitarra da virtuosismi e gustosi assolo.
Provo allora ad accennare qualche accordo fingerstyle e qualche walking, e allora la fatica si fa sentire subito anche sulla mano destra: per tirare fuori un po' di suono devo stare costantemente al massimo della potenza. Morale: la Stromberg non va bene neanche per questa tecnica.
Ovviamente è imparagonabile anche a una chitarra acustica flat top, la cui dinamica è progressivamente più regolare e più gestibile, quindi risulta molto più morbida al tocco e all'orecchio.
La Master 400 invece, suonata con tocco leggero e scorrevole, tira fuori una voce un po’ compressa, quasi sopita. In questa fascia dinamica sa restituire sì suoni dolci e caldi, ma è comunque impossibile credere di poterla fare uscire in questo modo al fianco di due o più strumenti, figuriamoci in un’intera orchestra.

Se però si usa la giusta forza (non credevo davvero così tanta), allora la Stromberg prende vita, sprigionando tutto il suo suono e la sua ricchezza armonica. Addirittura romba e vibra, dando la sensazione di stare seduti su una Harley Davidson, con bassi potenti e grossi, ma soprattutto incredibili medie e alte frequenze, che escono come proiettili, rotonde e veloci. Peccato non poter trasmettere nel video la sensazione di grandissima reattività sonora che offre al chitarrista.
A qualche orecchio, la Master 400 suonata a crudo potrebbe anche sembrare ruvida, far storcere il naso. Per comprenderne la natura consiglio l’ascolto del grande Count Basie, soprattutto negli album del periodo 1936-1950, in cui è possibile sentire il grande lavoro di punteggiatura ritmica. Pare che a quei tempi, quando il batterista veniva meno c'era Freddie Green a sostituirlo, col suo grandioso portamento ritmico.
Lo stesso Green diceva di aver faticato ad abituarsi alla dimensione del manico e capisco bene, perché nella mezz’ora di prova mi sono dovuto fermare un paio di volte a causa dei crampi alla mano sinistra. Ma poco importa, l'occasione di fare un giro su questa rara chitarra mi ha fatto superare ogni fatica e difetto e nel suonarla ho capito perché sia diventata una sorta di Santo Graal delle chitarre da big band: il volume che sa generare ha dell’incredibile ed è sicuramente il fattore che l’ha resa famosa.


La produzione si è interrotta negli anni '50, quando vennero a mancare padre e figlio, Charles ed Elmer Stromberg, in seguito a due incidenti. Non nego il brivido che mi ha attraversato nel sapere che lo strumento da me imbracciato è proprio uno degli ultimi prodotti. In quarant’anni di attività, gli Stromberg produssero nel piccolo laboratorio di Boston 640 chitarre in diversi i modelli, di cui pochissime Master 400, forse meno di trenta.

Non è certo uno strumento per tutti e tutte le situazioni, ma è un pezzo di storia, al pari di una pellicola del grande Fellini, un capolavoro sonoro senza tempo.
chitarre semiacustiche master 400 stromberg
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