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Schallercaster!
Schallercaster!
di [user #30940] - pubblicato il

Top in pero, manico in durissimo okumé e tastiera in ebano sono gli ingredienti di una Telecastera Thinline artigianale nata come acustica e trasformata in una chitarra da jazz grazie a Schaller e a un investimento irrisorio.
Da tempo avevo in mente di arricchire la mia collezione di Fenderoidi con un esemplare sul genere Telecaster Thinline, possedendo già diverse Stratocaster tra originali e assemblate e customizzate da me stesso (la mia preferita per inciso è una mexico Deluxe Series nera con tastiera in palissandro, hardware e ponte Wilkinson vintage e pickup Fender '57-'62) e una meravigliosa Telecaster "Roy Buchanan" semi-artiginale dei Fritz Brothers (già da me recensita qui).
Così, razzolando tra le inserzioni di un noto sito nazionale di compravendita di strumenti nuovi e usati e guidato un po' dalla mia passione per il jazz oltre che per il blues-rock e da considerazioni di carattere economico, l'occhio mi cade su un annuncio in particolare.

Un liutaio amatoriale lombardo propone in vendita per una manciata di euro una sua creazione:
forma Telecaster
realizzazione true hollowbody con manico slot-in
tavola armonica in due tavole bookmatched in pero massello (!) con le eleganti e canoniche due "effe" da chitarra hollowbody
fasce e fondo in palissandro
manico in okoumé (un'essenza africana caratterizzata dal basso peso, notevole resistenza meccanica e regolarità della grana, piuttosto dura da lavorare) con tastiera slab in ebano
dot in madreperla e come plus delle bellissime meccaniche Schaller M6 dorate già installate.

Dalle foto vedo una cordiera in ebano stile chitarra jazz, un ponte da acustica realizzato in un solo blocco sempre di ebano con nut in osso. La chitarra è rifinita con una bella verniciatura alla nitro trasparente color mogano.

Schallercaster!

Le meccaniche da sole valgono quasi la metà del prezzo a cui viene proposto lo strumento, chiudo gli occhi e aquisto il tutto e aspetto l'arrivo con trepidazione.

La chitarra mi sembra bellissima già a prima vista. Ha un feel che da subito mi piace, il manico ha un piacevole profilo a C vintage non troppo pronunciato e scivola nel body senza soluzione di continuità con un complicato incastro a mortasa, una goduria per gli occhi e per la mano sinistra.
La tastiera è bellissima, i tasti sono dei Dunlop di media altezza a spaziatura medium-jumbo. Facendo scorrere la mano capisco che va ancora un po' rifinita.
Il liutaio forse ha abbandonato il progetto scoraggiato dall'instabilità del ponte. L'unico difetto sembra proprio lì: la chitarra mi arriva con una cordatura in bronzo da acustica, ma il ponte solo appoggiato sulla tavola armonica non trasmette le vibrazioni come dovrebbe e non trova una sua posizione stabile, merito anche dell'angolo un po' troppo ottuso con cui le corde gli cadono sopra.
L'insieme è però piacevolmente risonante e la tavola in pero (bellissima) vibra che è un piacere sotto le dita sollecitando le corde. Esaminandola meglio scopro un bracing a X e una catenatura ottenuta con due zeppe di legno pieno che trasmettono le vibrazioni dalla tavola al fondo nella zona del ponte.

Mi frullano diverse idee per la testa e, dopo aver sperimentato un ponte autocostruito in osso compensato per il Sol, mi viene in testa l'idea di elettrificarla e di dotarla di un ponte più moderno, stabile e performante.

Il problema più grande sono gli spazi a disposizione e come elettrificarla senza sventrare la bellissima tavola in pero, avendo a disposizione solo 11 mm tra corde e tavola in fondo al manico.
Spulcio tra i cataloghi online dei produttori di pickup: Zoller ha qualcosa ma gli ingombri sono ancora (di pochissimo) eccessivi. Acquisto incautamente un mini humbucker sospeso proveniente da una George Benson. Molto compatto, ma anche questo eccede di poco lo spazio a disposizione.
Poi una vocina mi dice di andare a guardare il catalogo della Schaller e lì trovo quello che sto cercando: il TZ Jazz pickup 3280 (parente stretto della serie G50 già recensita su Accordo).
È un humbucker sospeso stranissimo, con espansioni polari regolabili a slitta, alto appena 7.5 mm con una finitura in materiale plastico sabbiato nero che fa la sua discreta figura in fondo alla tastiera in ebano. Ha un'impedenza di 10,8 Khom, magnete al neodimio e sonorità che a catalogo sono descritte "brillanti e accentuate sui medio-alti", applicazioni: jazz e blues.

Rimane da risolvere il problema del ponte: anche lì gli spazi sono risicati, un vero ponte da archtop non ci sta: sarebbe troppo alto, e poi il top è completamente piatto. Un ponte in stile Gibson 175 a metà strada tra l'archtop e il tune-o-matic nemmeno.
Mi viene in soccorso sempre il catalogo Schaller che, per una cifra onesta, propone un bellissimo ponte stile Les Paul: la serie STD,  regolabile in 3D con sellette montate su rulli (e passo tra le corde perfettamente regolabile). L'installazione avviene tramite boccole sulla tavola con regolazione dell'altezza del ponte e dell'intonazione della singola corda e il radius sui 14" è adattabile alla mia tastiera, che in realtà è un po più piatta di una tastiera da Fender.

Schallercaster!

Acquisto il tutto. Con qualche tribolazione e batticuore pensando al lavoro di chi l'ha costruita, faccio i tre fori indispensabili per far passare il cavo del pickup e per installare le boccole del ponte (dopo aver preso cento volte le canoniche misure).

Resta da costruire l'elettronica e la presa del jack: scelgo la configurazione con un volume e un tono. Ci metterei volentieri dei potenziometri CTS ma gli ingombri sarebbero eccessivi e devo ripiegare su due alpha da 500k che ho da parte e che monto simmetrici alla "f" per dare all'insieme un'estetica il più possibile elegante. Completo il tutto con due dome knob dorati che ho da parte e la presa per il jack stile cat-eye in color nero fumé lucido. Bella!

La cordiera in ebano non è proprio praticissima per il cambio corde ma è davvero molto bella.
Ci installo, dopo qualche ragionamento, delle Fender Chromes .010-.038 (ho a disposizione anche cordature più jazzistiche, ma la tastiera in ebano mi spinge a osare) e provo l'insieme.

Il pickup Schaller rivela subito un'anima vintage con una ariosità e una definizione molto buona, una prevalenza sui medi e sugli acuti che diventano quasi pungenti a fondo corsa del potenziometro del tono. In fondo il neodimio, se non erro, si usa nei tweeter hi-end.
L'insieme è piacevolmente ricco di armonici e dotato di notevole sustain, sicuramente merito della costruzione e dei legni della chitarra, ma la cosa più piacevole è il manico, che per essere quello di una Telecaster si rivela stranamente morbido e piacevolmente espressivo. Invita al bending e al vibrato ottenuti con facilità e poca fatica. Chiudendo un po' il tono e un pizzico il potenziometro del volume, si ottengono sonorità più jazzistiche e calde, e si può accennare anche allo strumming (senza esagerare con una cordatura così leggera) con sonorità decisamente acustiche.

Schallercaster!

La Schallercaster, così l'ho ribattezzata visto che tutto l'hardware e il pickup sono dell'azienda tedesca, è diventata una delle mie preferite: prima di tutto è una chitarra da viaggio perfetta in quanto pesa quasi la metà di una Telecaster classica, unplugged ha volume a sufficienza per sedute di allenamento senza amplificazione, molto più di altre travel guitar marchiate che ho avuto occasione di provare.
Amplificata risulta perfetta per applicazioni jazzistiche e blues dove occorre una certa sonorità acustica, molto meno per il rock e i suoni distorti anche per un'ovvia tendenza al feedback essendo tutta in legni solidi. Risulta piacevolissima abbinata alle sonorità di un pedale wah o agli effetti di modulazione come riverbero e delay sopratutto nel canale clean del mio Fender a valvole, un bizzaro ma valido Super 60 red knob.

Per finire vorrei segnalare l'ottima precisione e il rapporto qualità-prezzo di tutto l'hardware e dei pickup Schaller. Mi hanno colpito in particolare la stabilità dell'accordatura e la scorrevolezza delle meccaniche M6, oltre alla qualità e la precisione di costruzione del ponte STM, davvero ottimo.

Trovare un pickup adatto non era facile davvero, complimenti a chi ha ingegnerizzato il pickup Schaller, secondo me l'idea delle espansioni polari regolabili a slitta è geniale anche se non proprio ortodossa.
Per inciso, esiste anche in versione humbucker full size e travestito da single coil in fattore forma Stratocaster, ed entrambi i modelli hanno prezzi molto ragionevoli.

Non dimentico qui di ringraziare l'amico di Padova che ha costruito la chitarra e che ha dato il "La" alla mia avventura. Spero che ti piaceranno le foto della chitarra elettrificata (spero senza averne snaturato troppo l'anima) e il fatto che uno strumento che hai costruito venga suonato tutti i giorni da qualcuno. Deve essere davvero una bella soddisfazione!

Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.

chitarre semiacustiche fai da te
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