A differenza del modello per chitarra elettrica, questo per contenere le dimensioni è sviluppato in verticale e diviso in quattro sezioni. Partendo dall’altro troviamo la manopola più grossa di tutte, che permette di scegliere tra sedici diverse tipologie di strumento, diverse sia come forma del body sia proprio per tipologia di strumento. Troviamo dreadnought, jumbo, duble e triple 0, ma anche resonator, 12-string e silent. A questi si aggiungono 28 famosi modelli di chitarra tra cui scegliere, ma attenzione: non siamo di fronte a delle simulazioni. Agendo sull’equalizzazione e l’headroom, l’A3 è in grado di sagomare il suono e mettere in luce le caratteristiche peculiari dei diversi strumenti, non di trasformare una Epiphone in Martin e una Silent in 12 corde. L’obbiettivo è quello di ridare voce alle caratteristiche andate perse durante l’amplificazione attraverso piezo e micofoni facendo uscire dal PA quello che si sentirebbe ascoltando la chitarra unplugged.

Tutt’attorno al display troviamo le manopole che agiscono sul preamplificatore, appositamente studiato per chitarre acustiche. L’A3 è in grado di lavorare con pickup magnetici, piezo e microfoni interni. In aggiunta, grazie all’ingresso XLR con phantom da 48V, permette di collegare un microfono anche a condensatore e miscelarlo con il suono del pickup. Oltre quindi alla manopola per il mix delle due sorgenti, troviamo i due volumi dedicati, il master generale e un balance che miscela il suono dry con quello wet, effettato dall’A3. Chiudono il tour del piccolo LCD le tre manopole per l’Eq, alti medi e bassi.
Le vere e proprie simulazioni invece sono i quaranta effetti racchiusi dentro il piccolo processore. Troviamo chorus, delay a volontà e riverberi a non finire. Certo non mancano effetti più invasivi come detuner e pitch shifter per simulare una dodici corde, o per aggiungere un po’ di bizzarria agli assolo. Unico limite è quello di poter usare due soli effetti per ogni patch, anche se effettivamente su di una chitarra acustica è difficile immaginare l’uso di più di tre effetti simultanei.
Chiudono in fondo al pedale i tre footswitch e le tre manopole che controllano le ultime funzioni ancora da analizzare. Con i tre knob si può navigare tra gli effetti e body shape con facilità e regolare, come nella serie G, i parametri degli effetti selezionati. Il pulsante a sinistra attiva la funziona anti-feedback, molto utile in situazioni live dove i volumi possono facilmente innescare fastidiosi fischi. In particolare la Zoom A3 può gestire tre differenti frequenze contemporaneamente, evitando che queste inneschino rovinando lo show. Il secondo footswitch invece attiva un boost in grado di innalzare il volume fino a 12dB. Alla funzione è associato anche un controllo di tono, utile magari per bucare ulteriormente il mix.
Il terzo e più grosso pulsante invece permette di navigare attraverso le patch. In realtà questo è in apparenza macchinoso, in quanto si può andare solo in un verso, senza tornare indietro, ci vuole quindi un po’ per entrare pienamente in sintonia con questo sistema, ma è facile trovare il bandolo della matassa.
Una pedaliera molto compatta con tutto quello che può servire per un live, uscita stereo, cuffie, DI out per entrare nel banco con un bel XLR chilometrico.
Diamo quindi un ascolto alla Zoom A3 nelle mani di Paolo Pilo.