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Intervista a Will Kennedy
Intervista a Will Kennedy
di [user #33079] - pubblicato il

Drumming solido e fantasioso accompagnato da una personalità fantastica, è tra i batteristi più significativi della scena batteristica mondiale. Attualmente è impegnato con gli Yellow Jackets in formazione rinnovata (al basso P. Pastorius). Lui è Will Kennedy. Gli abbiamo rivolto qualche domanda al Bue Note di Milano.
Drumming solido e fantasioso accompagnato da una personalità fantastica, è tra i batteristi più significativi della scena batteristica mondiale. Attualmente è impegnato con gli Yellow Jackets in formazione rinnovata (al basso P. Pastorius). Lui è Will Kennedy. Gli abbiamo rivolto qualche domanda al Bue Note di Milano.

La tua impostazione prevede il metodo open handed, quindi con il ride sulla sinistra. A cosa è dovuta questa scelta?
E' un modo unico di suonare e non è per tutti. Se sei destrorso al 100%, avrai grosse difficoltà a sostenere degli ostinati con la mano sinistra, questo non significa naturalmente che sia impossibile. E' necessaria una grande forza mentale e tanta pratica per riuscirci. Se dopo un po’ di tempo vedi che non sei ancora rilassato e sicuro per farlo con la mano meno allenata, il mio consiglio è quello di ritornare a suonare gli ostinato con la mano con la quale non si hanno difficoltà. E' fondamentale suonare in uno stato di relax.

La mia è una condizione particolare. Nasco mancino di mani e destro di piedi. L'impostazione opena handed, è quindi per me una configurazione ottimale. I miei primi insegnanti hanno cercato di farmi suonare nella maniera tradizionale sia da mancino che da destro. Non mi trovavo però a mio agio, ho quindi fatto la scelta più naturale per me. Ognuno ha il suo modo unico di suonare, l’importante è che sia fatto in modo naturale quindi non dannoso per il proprio fisico.

Quali sono gli studi che ti hanno forgiato sino a renderti il batterista che sei oggi?
Quando ero ragazzo suonavo sempre, ero sempre in saletta, non contavo le ore. Non suonavo solo quando dormivo e mangiavo (risata…). E’ molto importante farlo da giovane perché hai più tempo e meno pensieri. Quando hai moglie e figli hai veramente poco tempo da dedicare allo studio (risata…).
Fondamentalmente- oltre che gli esercizi veri e propri - ho studiato tanto sudischi di ogni genere!
Scendendo più nel pratico, agli inizi le lezioni erano quelle classiche, ho imparato lettura, rudimenti e postura. Per tutto il resto ho studiato da solo. Bisogna tenere a mente che siamo sempre studenti e che ci sono tanti argomenti da conoscere. Vorrei andare a studiare anche ora (risate…)

Uno dei tuoi primi insegnanti fu Bill Nawrocki, qual è il miglior consiglio che ti ha dato?
Il miglior consiglio è stato quello di approfondire bene le basi (ancora una volta rudimenti, lettura, postura e il senso del tempo) per avere delle ottime fondamenta su cui costruire il proprio modo di suonare.
Se il tuo senso del tempo non è buono, non puoi essere un batterista. Nelle prime lezioni si lavorava molto sullo sviluppo del metronomo interno. Mi piace pensare al tempo come un qualcosa che riesco a imbrigliare dentro di me. Tutto quello che suono ha come riferimento il mio metronomo interno.

Intervista a Will Kennedy

Sei molto impegnato anche nell’insegnamento. Quali sono gli argomenti più ricorrenti nelle tue Master Class?
Tendo ad affrontare gli stessi argomenti che sono stati - e tutt'ora - sono importanti per me. Quindi - come dicevo - rudimenti, lettura, postura e tutto ciò che ne consegue. Queste sono le cose fondamentali sulle quali sviluppare il proprio drumming.

Parlaci del tuo lavoro con gli Yellow Jackets?
Proprio in questo periodo abbiamo appena finito di registrare l’ultimo album . Credo possa vedere la luce per maggio 2013. Per questo disco abbiamo avuto tempi veramente ristretti. Prima mi sono arrivate le composizioni. Provavo a casa i vari groove e le varie strutture, cercando di mettere le mie idee al servizio della canzone. Poi sono seguiti tre giorni di prove dove abbiamo suonato tutti i dodici brani del disco, perfezionando tutto e inserendo degli arrangiamenti derivati dalle idee emerse da tutti i musicisti della band. I successivi due giorni siamo tornati ognuno a casa propria per studiare al meglio le proprie parti. Negli ultimi tre giorni abbiamo registrato il disco. Il tutto rigorosamente in presa diretta. Ho usato il click solo in due brani, per il resto del disco ho preferito suonarlo live.

Che progetti hai per il tuo futuro?
Penso che sia arrivato il momento di realizzare qualche cosa di personale, molti me lo hanno chiesto nel tempo. Ci sto lavorando... Ho già delle idee e probabilmente nel 2014 ci sarà una “Will Kennedy band”, magari proprio qui al Blue Note.


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