Lo strumento che si andrà a recensire in questo articolo è il secondogenito, quello che risponde al nome di Luke II. Il sottoscritto ne possiede una, mancina, in finitura Luke blue, visibile nelle foto che corredano l'articolo.
dimensioni: larghezza 12-3/16", spessore 1-3/4", lunghezza 36-7/16"
peso: 3.37 in media
body: Alder
finitura body: poliestere high gloss
ponte: Standard Music Man floating vintage tremolo
scala: 25-1/2" (64.8 cm)
radius: 12" (30.5 cm)
dimensioni paletta: lunghezza 5-7/8" (14.9 cm)
fret: 22 - low profile, wide
larghezza manico: 1-5/8" (41.3 mm) al capotasto, 2-3/16" (55.6 mm) all'ultimo tasto
manico: acero selezionato
tastiera: palissandro
finitura manico: gunstock oil e special wax blend stesa a mano
meccaniche: Schaller M6-IND locking
attacco manico: cinque viti, giunzione sagomata per migliore accesso ai tasti alti
schermatura elettrica: cavità del body rivestite in resina acrilica e copertura vano elettronico in alluminio
controlli: volume e tono da 25kohm, condensatore10µF
selettore: cinque posizioni sequenziali
pickup: HSS, un humbucker EMG 85, due single coil EMG SLV.
Sobria e moderna, la verniciatura della Luke II è perfetta, non presenta alcuna sbavatura o imprecisione. La cromatura dell'hardware è brillante ma non eccessiva. Al sottoscritto è capitato di notare alcuni strumenti, anche molto più costosi e blasonati, dotati di parti cromate in modo tale da sembrare illuminate internamente mediante lampadine.
L'acero occhiolinato del manico è fantastico a vedersi e non è da meno il palissandro (certamente di buona qualità) della tastiera. Purtroppo, però, entrambi sembrano repellere le fotografie, giacché il sottoscritto non è riuscito a scattarne una veramente in grado di mostrare tutta la bellezza di cui gli occhi hanno goduto e ogni giorno godono appena aperta la custodia rigida che contiene lo strumento.
Lo strumento in sé, infine, è proporzionato, non cattura l'occhio per gli eccessi, ma per l'armonia complessiva a cui certamente contribuisce, nel caso dello specifico strumento in esame, anche il colore molto soft.
La chitarra è leggerissima, il manico è delle giuste dimensioni per garantire velocità e comodità, il contour non è eccessivo, la posizione dei reggitracolla è ottima, i controlli sono nella posizione più adatta con un unico neo: selezionando il pickup al manico e plettrando vigorosamente si rischia di colpire il selettore. La leva del tremolo resta in posizione senza problemi, tanto più che non è a vite: si inserisce a pressione e si ferma in posizione tramite una vite a testa esagonale posta appena più in basso rispetto alla coda del ponte. Il fianco superiore leggermente e sapientemente inclinato, infine, permette la massima comodità anche per la mano plettrante, che non rischia di posizionarsi in maniera errata.
Con un suono pulito il pickup al manico è espressivo ma non sottile, il perfetto connubio tra la morbidezza di un single coil e la potenza di un humbucker. Le combinazioni intermedie sono tutte abbastanza versatili, senza però eccellere in alcunché. Il solo pickup al centro è perfetto per le ritmiche funky: potente e definito, senza però eccedere. Il pickup al ponte rende benissimo (soprattutto se si intende suonare un buon blues) e non è mai strozzato.
In distorsione, il pickup al manico mantiene la sua potenza a scapito però di un po' di calore. Per le combinazioni intermedie, vedesi sopra: versatili, ma nulla di eccellente. Il pickup al centro ispira immediatamente ritmiche hard rock di settantiana memoria: potente e definito, come in pulito, ma con un po' di aggressività che non guasta mai. Il pickup al ponte, se ancora si trattiene con distorsioni leggere, con un'iniezione di adrenalina diventa una bestia: potentissimo e cattivo, senza però impastare. Il re della giungla.
Un appunto a parte merita il ponte: anche dopo un uso abbastanza frequente e importante, l'accordatura resta perfetta, senza un minimo di imprecisione.
In sintesi, la chitarra vale ogni singolo centesimo dei suoi 1800 euro. È uno strumento versatile, ottimo per tutto, dal blues al metal. Dopo averla provata, è molto improbabile che un chitarrista possa apprezzare pienamente la quasi totalità degli altri modelli sul mercato.
Complimenti a Mr. Lukather e al team Music Man, che hanno progettato e realizzato uno strumento che moltissimi chitarristi, già dopo il primo incontro, desidereranno.
Se proprio le si volesse trovare un neo, allora si potrebbe citare la già analizzata posizione del selettore ma, onestamente, criticare la Luke II per un dettaglio del genere sarebbe solo un'evitabile pedanteria.