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Switch S1: quando è il caso di criticare
Switch S1: quando è il caso di criticare
di [user #26262] - pubblicato il

Per ampliare gli orizzonti della configurazione a tre pickup e selettore a cinque posizioni, Fender ha ideato lo switch S1. Montato di serie sulle Stratocaster e Telecaster American Deluxe, il dispositivo offre sonorità altrimenti irraggiungibili miscelando tra loro i pickup con collegamenti meno convenzionali, ma non sempre i risultati sono quelli che ci si aspetta.
Per ampliare gli orizzonti della configurazione a tre pickup e selettore a cinque posizioni, Fender ha ideato lo switch S1. Montato di serie sulle Stratocaster e Telecaster American Deluxe, il dispositivo offre sonorità altrimenti irraggiungibili miscelando tra loro i pickup con collegamenti meno convenzionali, ma non sempre i risultati sono quelli che ci si aspetta.

Non sempre l’utente, soprattutto quando si parla di strumenti musicali, deve sentirsi obbligato a esternare commenti positivi rispetto alla propria scelta. A meno di non riuscire a provare per molto tempo uno strumento (magari anche in situazioni diverse, con effetti e amplificatori differenti), spesso la scelta avviene – tralasciando le motivazioni puramente estetiche – un po' al buio, dopo una breve prova in negozio.
Possiedo la Stratocaster American Deluxe dal 2009. Sono molto soddisfatto della mia scelta. Suono e suonabilità sono assolutamente ottimi e in linea con le mie esigenze. Ho già realizzato dei piccoli upgrade (dei quali ho già avuto occasione di parlare in questa sede) per migliorarne ulteriormente le caratteristiche e, probabilmente, nel corso del tempo ne farò altri. Però, c’è un però: lo switch S1!

Prima di comprarla l’ho provata due volte, in giorni differenti e senza avere la possibilità di provarne un’altra del medesimo modello. Nelle stesse giornate avevo però provato altri modelli di Stratocaster e, alla fine, la scelta è ricaduta sullo strumento che ho acquistato. Nel corso delle prove in negozio ho azionato lo switch pur – lo ammetto – senza comprenderne immediatamente la funzionalità.
Solo ora, trascorsi ormai quattro anni dall’acquisto e dopo un utilizzo abbastanza costante e continuo, svariati concerti e innumerevoli ore in sala prove, comincio ad avere una (piccola) dimestichezza con l’utilizzo dello switch S1.
Premesso che l’impressione generale è sempre stata, a mio personalissimo parere, di sostanziale inutilità del sistema, sono poche le occasioni e le posizioni (una, al massimo due) nelle quali lo attivo.
Non capita di rado (anzi!) che lo switch resti immobile al proprio posto.
Potrebbe anche essere colpa di una mia scarsa propensione alla novità, oppure un legame troppo forte con le sonorità classiche della Stratocaster che, ovviamente, adoro, ma trovo il sistema S1 un’occasione sprecata. Dotare si serie lo strumento di un’alternativa alla classica configurazione a cinque posizioni avrebbe meritato qualche sforzo di fantasia in più.

Switch S1: quando è il caso di criticare

Per chi non conoscesse a fondo questa dotazione, ne riassumo brevissimamente il funzionamento.
Nella configurazione standard, il selettore a cinque vie consente di utilizzare un pickup singolo (rigorosamente single coil) nelle posizioni 1, 3 e 5 (rispettivamente ponte, centrale e manico), mentre nelle posizioni 2 e 4 abbiamo la combinazione ponte/centrale e manico/centrale con i pickup utilizzati in connessione parallela.
Azionando lo switch S1 (push/push) posto sul potenziometro del volume, la chitarra ci offre ulteriori cinque combinazioni sonore differenti.

Posizione 1 = ponte/centrale in serie
Posizione 2 = ponte (in modalità special capacitor) e centrale in serie
Posizione 3 = tutti e tre i p.u. con ponte e manico in parallelo e centrale in serie
Posizione 4 = manico (in modalità “specials capacitor”) e centrale
Posizione 5 = manico/centrale in serie

Il responso delle mie orecchie mi fa sostenere che, nell'insieme, lo switch fa suonare la chitarra peggio (non diversa, peggio) della configurazione standard. Probabilmente sarà la fantomatica modalità special capacitor (che, detto molto sinceramente, non so come funzioni), ma specialmente le due posizioni intermedie sono piatte, sicuramente un po' più scure, senza mordente, fiacche nonostante il maggiore output che si ottiene grazie al collegamento seriale.
Non so se l’intenzione di Fender sia quella di simulare un effetto humbucker. Di certo il risultato non è quello.

Allego una breve clip registrata con Guitar Rig. Simulazione ampli e settaggi identici per tutto il tempo.



La sequenza dei clip è la seguente:
- ponte/centrale standard
- ponte/centrale S1 (posizione 1) – il suono si fa più scuro, aumenta l’output ma il suono è più impastato/compresso, meno definito e con meno armonici
- ponte/centrale S1 (posizione 2) – il suono perde ancora di più la sua tipicità twangosa, questo non sarebbe di per sé un male. Lo switch serve proprio per avere nuove sonorità! Però trovo che il suono si faccia anonimo, privo di personalità, piatto
- manico/centrale standard
- manico/centrale S1 (posizione 5) – anche in questo caso il suono si impasta e si scurisce, aumenta l’output, ma l’effetto è quello di una maggiore compressione e definizione inferiore
- manico/centrale S1 (posizione 4) – non mi viene una definizione migliore: loffio
- centrale standard
- centrale S1 – anche in questo caso si perdono brillantezza e definizione.

Per la cronaca, le rare volte che schiaccio lo switch, suono in posizione 1 o 3.
In conclusione mi sento di affermare che, pur apprezzando l’intenzione, il risultato non conduce a nuovi orizzonti sonori per gli incalliti stratocasteristi (almeno secondo i miei gusti).
Se fosse stato per me mi sarei mosso verso altre direzioni e, in particolare, avrei configurato lo switch per consentire l’accoppiata manico/ponte (magari nella doppia versione in parallelo e seriale) e la combinazione di tutti e tre i pickup in parallelo.

Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.
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