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SHG Salerno: la musica come strumento per scardinare la crisi
SHG Salerno: la musica come strumento per scardinare la crisi
di [user #10] - pubblicato il

SHG è un evento sempre ricco di contenuti culturali. L'edizione salernitana del 5 maggio scorso ha confermato questa grande ricchezza. Tuttavia, i contenuti di SHG a Salerno si sono potuti differenziare grazie al convegno che ha preceduto l’esposizione, convegno dal titolo "Il Sud riaccende la musica" che si è tenuto nel pomeriggio di sabato 4 maggio presso il Grand Hotel Salerno.
Nelle sue prime trentacinque edizioni, SHG è stato un evento in continua crescita, sempre ricco di contenuti culturali, nel senso più ampio del termine e la versione salernitana del 5 maggio scorso, la trentaseiesima per l’appunto, ha solo potuto confermare questa grande ricchezza, che è frutto senza dubbio dell’impegno del passato e del successo delle scorse edizioni. 
Tuttavia, i contenuti di SHG a Salerno si sono potuti differenziare grazie al convegno che ha preceduto l’esposizione, convegno dal titolo "Il Sud riaccende la musica" e che si è tenuto nel pomeriggio di sabato presso il Grand Hotel Salerno. 
Trovate qui i temi principali del convegno e i nomi dei relatori intervenuti. Tutti gli interventi sono stati orientati non solo a trattare i temi predefiniti, ovvero quelli relativi al rapporto tra l’oggetto “strumento musicale” e il suo target commerciale di riferimento, ma anche e soprattutto quelli che vedono le chitarre - e più in generale tutti gli strumenti musicali - come oggetti di funzione culturale, che vanno quindi insegnati, appresi, vissuti materialmente e tattilmente, nonché collocati storicamente sia in termini sincronici che diacronici, allo scopo di riconoscere la loro storia, a la storia della loro evoluzione. 
E se gli interventi tesi ad analizzare la situazione commerciale contemporanea hanno condiviso la visione di un momento non florido e piuttosto incerto, quelli votati all’analisi culturale e sociale hanno invece tutti evidenziato la carenza di spinte rinnovatrici non tanto relative al rinnovamento della tecnica chitarristica o strumentistica, che mai come oggi sono state così trasparenti e democratiche, ma alla corretta valorizzazione del linguaggio musicale all’interno di un contesto storico, quello contemporaneo, che appare blindato e impenetrabile.
Cosa fare, dunque? Come scardinare la crisi politica, economica, culturale e di valori che ci attanaglia da troppo tempo ormai? Possono la musica e i suoi strumenti avere un ruolo attivo in questo processo di scardinamento?

SHG Salerno: la musica come strumento per scardinare la crisi

Riprendendo Voltaire, ci piace ricordare che a volte bisogna coltivare il proprio giardino, ovvero lavorare bene nel proprio piccolo, per raggiungere e permettere ad altri di raggiungere mete più complesse. Questa è certamente la migliore chiave di lettura possibile per ascoltare e condividere i contenuti del primo convegno sul rapporto tra sud e musica, che si è tenuto nella splendida e assolata Salerno nel pomeriggio del 4 maggio.
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Caro Mario Dici che.....
di Salvog [user #26748]
commento del 08/05/2013 ore 10:56:51
- Cosa fare, dunque? Come scardinare la crisi politica, economica, culturale e di valori che ci attanaglia da troppo tempo ormai? Possono la musica e i suoi strumenti avere un ruolo attivo in questo processo di scardinamento? -



Vediamo un po'...la musica ed i suoi strumenti, mmhh....votati a dirigere un' equazione alquanto impertinente: - " Musica/strumenti : a crisi economica = crisi politica : personaggi inetti ed indecenti (politici)."

Pensi che sia facile ottenere una risposta risolutiva, una spiegazione esauriente, ne dubito.
Non ho riscontrato un interesse esplicitamente palese in questi anni nei confronti della musica in se stessa presso ciò che riguarda l'amministrazione del mio paese, indubbiamente siamo attanagliati e fuorviati da altre problematiche più o meno gravi, quindi sino a quando non si riequilibreranno le sorti del nostro presente (altro che futuro) si segnerà il passo.
Ho notato che la gente brama avere prodotti più o meno di nicchia, ma...pur avendo la possibilità, ha paura di investire in qualcosa di momentaneamente sconveniente, lo Stato adesso mette Paura anche ai cittadini modello, quindi che vuoi di più?
Piccolo Aneddoto:
"Il Comune dove risiedo a disposto l'approntamento di un palco in piazza (solito per le manifestazioni estive) dove chiunque avrebbe la possibilità di potersi esprimere musicalmente, farsi conoscere, come mi aspettavo finalmente. Mi è stato proposto di trovare qualche band che potesse suonare senza scopi di lucro, solo per amore dell'arte, purtroppo i fondi quest'anno sono esigui, che novità direste!!! Ebbene, NON riesco a trovare NES - SU - NO!!!!
Non si naviga nell'oro e non si potrebbe fare spese eccessive questo è certo, ma se poi ci si mette anche di nostro allora l'arte, la musica i suoi contorni vanno a farsi friggere, per non dire di peggio. AHH...vile denaro!!!!
Rispondi
Re: Caro Mario Dici che.....
di Mario Monteleone [user #10]
commento del 08/05/2013 ore 13:38:08
La viltà del denaro. Hai ragione. Ma il denaro è anche vile perché nell'ottica capitalistica ha da tempo perso la funzione di parametrizzare concretamente gli scambi fra persone, che riguardino oggetti concreti o anche materialmente non quantificabili, come la musica. Mi rendo conto che questa opinione mia può ricordare quella del plusvalore marxiano, ma è anche vero che i passaggi di denaro (da A a B, e da B a C, e da C a ... Z) hanno ed hanno avuto un costo sporpositato per tutti, che poi si è convertito nella crisi attuale.

Perciò il problema, caro Salvo, non è solo politico o economico, ma è anche legato ad una forma di "rivoluzione dei costumi" che può partire solo dal basso (ovvero dai singoli), e che deve necessariamente basarsi su due concetti:

1 - recupero della Storia, nel senso più ampio del termine, e soprattutto nel senso di recupero di aspetti del passato utili a superare la crisi;

2 - rivalutazone del concetto di "valore effettivo degli oggetti", avulso da quello di "valore di mercato degli oggetti"; un concetto cioè che ci porti a produrre elementi di benessere che non siano solo materiali, ma che aiutino a vivere la vita secolare. In pratica "mens sana in corpore sano".

La musica, da questo punto di vista, può davvero tantissimo, a mio parere. PErché la musica produce emozioni, benessere, piacevolezza. E da questo punto di vista, una "politica" di democratizzazione nell'uso attivo della musica può solo farci bene.

Certo, siamo e saremo sempre vittime dei poteri pre-costituiti (nonché di quelli costituiti nell'ombra), ma noi tutti abbiamo ancora un vantaggio ineffabile rispetto a questo: la libertà di scelta. Possiamo cioè scegliere di impegnarci per l'80% del nostro tempo su uno strumento musicale (per creare benessere) e per il 20% rimanente su un IPhone, o a studiare Android. Elementi utilissimi anche questi, ma che a mio parere sono molto più legati al concetto di "economia di mercato" rispetto agli strumenti musicali.

La rivoluzione dal basso. Questo dobbiamo fare. Una rivoluzione pacifica, non curenta, e soprattutto bella. Una rivoluzione che ci permetta di tornare a suonare la nostra musica, non solo per noi stessi, ma per tutti coloro che avranno la pazienza di ascoltarla.

Ciao :-).
Rispondi
Re: Caro Mario Dici che.....
di perrynason [user #17170]
commento del 11/05/2013 ore 00:58:42
plusvalore marxiano... "valore effettivo degli oggetti"... benessere vs "economia di mercato"... Curioso che queste ponderose riflessioni si facciano ai margini di una mostra-mercato infarcita di gadget tecnolgici, produzioni ultimo grido e quotazioni del vintage.
;-)
Rispondi
Io sono
di brucelucio utente non più registrato
commento del 08/05/2013 ore 13:42:40
di Salerno, ma non ho avvertito il desiderio di partecipare alla manifestazione, ne' di visitarla.

A questo proposito mi fa piacere sentire che i nostri amici accordiani , del Nord e non, si siano trovati bene, che le istituzioni della nostra bellissima Provincia siano stati all' altezza della situazione. Benvenuti al Sud! :-)
Per quanto riguarda l' Arte, beh, di fondo vige una legge non scritta ma sempre vera ed eterna: la vera Arte scaturisce dai "morti di fame". Se uno fa musica per campare, non fa "arte", lavora.
E il lavoro DEVE essere pagato. L'arte, no. Quella scaturisce solo dall' anima di una persona che vive solo per quelllo, non DI quello.
Mmmm... una curiosita': tra i vari ospiti, famosi e non, oltre ad esponenti di fusion, metal e manouche vari, c' erano anche artisti dediti al flatpicking, al country o al bluegrass ?!?
Se no, pazienza, se si ..., beh, Maledizione, cosa mi sono perso!!

Vabbeh, buone schitarrate a tutti!
Da un ebolitano, 27 Km da Salerno.-
Rispondi
Re: Io sono
di yasodanandana [user #699]
commento del 08/05/2013 ore 15:55:25
se non paghi l'arte non c'e' tempo per farla perche' bisogna andare a fare qualche altra cosa per campare... Certamente uno puo' preferire l'arte fatta per hobby nei ritagli di tempo, ma in questo modo mette fuori dall'arte un sacco di gente che tutti o quasi tutti definiamo "artista", da Picasso a Jimmy Page, da Prassitele a Leonardo, Dante, Raffaello, Mahler, Ravi Shankar, Verdi, Rita Pavone, Zappa, Vivaldi, Lennon, Modigliani, Kubrick, Fellini, Michelangelo, Mal, Battiato, Bennato, Brozman e Bach........... (ecc.)
Rispondi
Re: Io sono
di brucelucio utente non più registrato
commento del 08/05/2013 ore 19:20:00
E' evidente che parlavo degli..."Artisti". Ovverossia di tutti quelli che hanno vissuto on the road la loro vita musicale e non, almeno in parte se non in toto.
Vedi Jimi Hendrix, sempre in mezzo ad una strada o in un locale a jammare (quando non aveva la femminuccia di turno da...), vedi Bennato nei primi tempi. Vedi, i tanti gruppi inglesi nei loro primi istanti (la musica dei Dire Straits era tutta un' altra cosa quando erano ..." le estreme difficolta'"
Vedi...beh, non occorre proseguire, il mio pensiero e' ben chiaro, adesso. tutto il resto e' noia, diceva, ape', chi e' che lo diceva? Mah...
Rispondi
Re: Io sono
di yasodanandana [user #699]
commento del 08/05/2013 ore 20:35:13
il tuo punto non mi sembra ben sostenuto... nel senso che e' molto difficile dire che tutti i grandi artisti hanno generato la loro miglior arte agli inizi (ed e' pure molto complicato sostenere che tutti i grandi all'inizio erano dei poveracci) ... a meno che non si tratti dell'espressione di un tuo gusto personale, in questo caso, da parte mia, massimo rispetto..

per quanto mi riguarda l'equazione non funziona, nel senso che per il mio gusto molti hanno fatto grandi cose anche quando erano gia' affermati, cose che, sempre per il mio gusto (e non solo), hanno superato cio' che hanno fatto all'inizio..
Rispondi
Re: Io sono
di brucelucio utente non più registrato
commento del 08/05/2013 ore 22:49:5
Beh si, Yaso, questo e' vero.
Per es. Celentano ha confezionato il suo capolavoro " Il ragazzo della via Gluck", quando era gia' ricco e famoso. Anche Lucio Battisti ha scritto i suoi capolavori in un periodo in cui non era certo uno sprovveduto. Addirittura, una volta che ho ascoltato a lungo i suoi lavori del periodo Panella, mi e' sembrato che i suoi pezzi del periodo Mogol, pur se da me amatissimi, che appartenessero ad un mondo ormai obsoleto. Lo stesso dicasi di Marknopfler: le sue composizioni da solista, dal 1996 ad oggi, riesco ad ascoltarle anche centinaia di volte di seguito, cosa non piu' possibile per i pezzi del periodo Dire Straits.
Beh, allora?!? E' evidente che esistono delle eccezioni. O forse no?. Mah, per la maggior parte degli artisti di casa nostra questo progredire artistico pero' non ce lo vedo. Insomma, Baglioni, Venditti, Bennato, Lucio Dalla soprattutto, Battiato, etc...secondo me sono ben rappresentati nei primi dischi, massimo nei secondi. I loro lavori successivi agli anni ottanta, ad essere sincero, mi sembrano delle forzature messe in opera per onorare dei contratti. Ma forse mi sbaglio e seguo solo una mia impressione. Certo la maturita' aiuta l' ispirazione, ci son piu' cose da dire, da fare, la stabilita' economica, la pancia piena ed una vita familiare serena ti predispongono bene per il parto del tuo capolavoro, forse anche una presa di coscienza tecnica e strumentale piu' consapevole ma...beh, quanta sincerita' potrebbe esistere in siffatto capolavoro?!? E...l' andropausa potrebbe incidere sul tipo di ispirazione? Uhm...sarei curioso di sentire cosa ne pensa Marknopfler, a questo proposito...
Ma chissa', forse e' solo una questione di arrangiamenti.-
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Re: Io sono
di yasodanandana [user #699]
commento del 08/05/2013 ore 23:21:49
===E' evidente che esistono delle eccezioni. O forse no?===
il gusto e' insindacabile, quindi se ti accorgessi che tutta l'arte che piace a te e' fatta da artisti poveri e principianti, io non avrei niente da ridire. Io osservo solamente che il gradimento generale, e anche il mio, e' "trasversale", nel senso che qualcuno piace per quello che ha fatto agli inizi, qualcuno per quello che ha fatto poi…
E non mi sembra che sia qualcosa di eccezionale…


==secondo me sono ben rappresentati nei primi dischi, massimo nei secondi==
per quanto cio' attenga al gusto, nel senso che a qualcuno puo' piacere il primo o terzo, il settimo o l'ottavo disco di qualcuno, ti faccio notare che anche quelli che hai nominato come realizzatori di un bel secondo disco, già' al secondo disco agivano da professionisti…


===Certo la maturita' aiuta l' ispirazione, ci son piu' cose da dire, da fare, la stabilita' economica, la pancia piena ed una vita familiare serena ti predispongono bene per il parto del tuo capolavoro, forse anche una presa di coscienza tecnica e strumentale piu' consapevole==
e il tempo… suonando due ore dopo cena si fanno forse i sex pistols , i nirvana … ma non i pink floyd, i kraftwerk, brahms, miles davis o cocciante … o la techno . Ci sono arti e musiche che per essere realizzate hanno bisogno di un impegno continuativo ed esteso anche solo per la loro complessità'… Poi, come hai già' accennato, ci sono musiche che possono essere realizzate solo da gente che ha acquisito una certa tecnica e che la mantiene esercitandosi per molte ore al giorno, o, almeno, preoccupandosi solo di quello senza rovinarsi le mani in fabbrica o sui ponteggi….


ribadisco, se riscontri che il tuo gusto ama solo un'arte grezza e fatta di getto, ok.. niente da dire… il problema e' che ti piacerebbero realmente poche cose e sarebbe realmente difficile stabilire che cio' che ti piace e' realmente fatto in quel modo… (=direi mai o quasi)

questo e' il mio punto… personalmente rifuggo dall'oggettivizzare il gusto, posso solo dire che il gusto mio apprezza sia opere prime che seconde o terze… anche perché' uno puo' essere insincero anche nella sua opera prima: chi me lo dice che quello che ha fatto il suo primo disco nei ritagli di tempo fra l'accattonaggio e la fila alla caritas, non abbia avuto intenti commerciali?

(per quanto me ne freghi poco anche di cio'… nel senso che puo' uscire musica che gradisco anche da uno che la fa per fare i soldi)
Rispondi
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=== Come scardinare la crisi ...
di yasodanandana [user #699]
commento del 08/05/2013 ore 15:53:42
=== Come scardinare la crisi politica, economica, culturale e di valori che ci attanaglia da troppo tempo ormai?==

la crisi politica, economica e culturale non sono scardinabili dato che dipendono molto semplicemente dalla fine delle risorse naturali che permettono l'implementarsi del capitalismo e del consumismo... piu' chiaramente: il petrolio sta finendo, quindi la civilta' della plastica e' alla frutta..

valori?

bisogna averne di differenti da quelli ispirati e promossi da capitalismo e consumismo... in questo modo tale ambito della crisi e' superabile...
Rispondi
Re: === Come scardinare la crisi ...
di ketar [user #11338]
commento del 09/05/2013 ore 00:52:0
O è forse la civiltà della frutta che è di plastica?

Sei un patafisico Yasodanandana!
Rispondi
Caro Mario , vorrei tu ...
di Pinus [user #2413]
commento del 08/05/2013 ore 22:06:
Caro Mario , vorrei tu sapessi che ho una pila chilometrica di numeri di Chitarre in bagno e ogni volta che ci vado mi spulcio con piacere le tue vecchie pillole di filosofia in ultima pagina, quale miglior posto per riflettere in pace in casa?
Detto questo, ora penso che la rovina di gran parte della nuova generazione sia la loro totale mancanza di interessi (quindi anche quello verso la musica) e una frivolezza che si stenta a crederci. Delle tabule rase ambulanti. Una volta c'erano i ragazzi della Via Pal , ora ci sono i ragazzi di MTV.
Adesso non so cosa cazzo è successo, ma forse il capitalismo e l'omologazione a sistemi come quello americano ci stanno rovinando. Comportamenti apparentemente più "liberisti" in campi diversi, in stile USA, nascondono secondo me una sottomissione di massa e un' assoggettazione e assuefazione a stili di vita e cose che non fanno parte della cultura Europea, ma che non dovrebbero fare parte di quella umana.
Hai visto l'ultimo film di Brigano? "Ci vediamo Domani" , bel film , parla della libertà di possedere nulla e della libertà che dona la vecchiaia, il non aver più nulla da perdere e voler donare agli altri.
I vecchi si che dovrebbero far la rivoluzione , orde di kamikaze con dentiera e bastone, e due palle grosse così, altro che noi giovani d'oggi palle mosce....
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