Chitarra Funk - Tra le triadi e il genio di Nile Rodgers
di redazione [user #116] - pubblicato il 17 maggio 2013 ore 13:30
"Disco Chic" è un lick di chitarra ritmica perfetto per portamenti in stile R&B e Funk. Nella sua costruzione, la frase ricorda lo stile del genio Nile Rodgers, icona del chitarrismo ritmico e soprattutto produttore discografico tra i più importanti nella storia del Pop.
Disco Chic è un lick di chitarra ritmica perfetto per portamenti ritmici in stile r&b e disco music anni ’70. Nella sua costruzione la frase ricorda lo stile del genio Nile Rodgers, icona del chitarrismo ritmico considerato un produttore discografico tra i più prolifici, illuminati e importanti della storia del Pop.
La fine degli anni ’70 ha visto Rodgers chitarra al collo, protagonista nel monopolizzare con gli Chic le top ten di tutto il mondo con successi come “Everybody Dance”, “Le Freak” e “Good Times”. Questi brani imponevano la disco music come il genere commerciale più di successo di quegli anni. Ma è quello che succede negli anni ’80 che traghetta Rodgers nell’olimpo: il musicista passa dall’altra parte del banco, si siede alla regia e produce alcuni dei capolavori della musica pop di quel decennio. Basterebbe dire che se i Duran Duran sono stati una delle band icona di quegli anni, due dei loro successi più importanti “Wild Boys” e “The Reflex” sono prodotti da Rodgers (di cui si sente bene lo zampino nelle luccicanti chitarrine ritmiche funk presenti in entrambi i brani). Rodgers consacra Madonna, confezionando probabilmente il suo album più importante, Like A Virgin, contenente gioielli pop inarrivabili come “Material Girl” e “Borderline”. Però, il disco che più di ogni altro fotografa l’enorme ampiezza di geniali vedute musicali di Rodergs e tutta la sua classe cristallina è Let’s Dance di David Bowie, a oggi il disco più venduto del Duca Bianco.
In questo album Rodgers compie una sintesi perfetta: le tinte sensuali e torve della voce di Bowie, il nerbo risoluto e inquieto della Stratocaster di Steve Ray Vaughan e una seziona ritmica, trainata da Omar Hakim alla batteria che pompava groove disco funk con la mano di Dio appoggiata in fronte. Un album perfetto che farà conoscere Steve Ray al mondo e in "China Girl"ci regalerà uno dei suoi assolo più struggenti.