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Tecnica chitarristica con qualche aiutino
Tecnica chitarristica con qualche aiutino
di [user #14754] - pubblicato il

L'unico modo per migliorare in forza, resistenza e velocità è praticare con costanza e a lungo. Se non si hanno tempo e pazienza per passare ore sullo strumento, dei piccoli aiuti meccanici possono tornare utili.
L'unico modo per migliorare in forza, resistenza e velocità è praticare con costanza e a lungo. Se non si hanno tempo e pazienza per passare ore sullo strumento, dei piccoli aiuti meccanici possono tornare utili.

Sia che si voglia scomodare il latino con il famoso detto "Per aspera ad Astra", sia il più moderno americano "No pain, no gain", il senso è sempre quello: per determinati traguardi non esistono scorciatoie. Noi chitarristi lo sappiamo, purtroppo, molto bene anche se, a volte, alcuni obiettivi sembrano così lontani da instillare nella nostra mente il dubbio che, probabilmente, qualcosina in più del semplice esercizietto 1-2-3-4 quel chitarrista l’abbia fatto. Eppure, nonostante dubbi e perplessità varie, il segreto assoluto non esiste. L’unica cosa vera che credo di aver imparato in vent'anni di hobby chitarristico è che non esiste l’esercizio per migliorare, ma esiste il come si esegue l’esercizio. La giusta impostazione, l’osservazione dei movimenti, il giusto numero di ripetizioni, la capacità di autoanalisi dei risultati e i miglioramenti, prima o poi, arrivano.
Dopo questa bella premessa, credo si sia capito dove sto andando a parare: vorrei parlare puramente di meccanica e di come, tempo fa, abbia pensato a un modo per ottimizzare i risultati degli esercizi di meccanica chitarristica (e di ogni strumento a corda, ovviamente).

Tutto parte dal momento in cui, terminata l’università, inizio a lavorare. Durante gli anni passati a studiare, non avevo problemi a ritagliarmi intervalli (spesso di ore) per dedicarmi allo studio dello strumento e per eseguire i miei bravi esercizietti di tecnica, complici i vari DVD e metodi, tra i quali ricordo (con particolare frustrazione) "Rock Discipline" dell’ormai palestratissimo Petrucci. Tuttavia, le cose cambiano e, quando inizi a lavorare, conciliare fidanzata, chitarra e amici (oltre all’ulteriore approfondimento di tematiche lavorative a casa) diventa molto più difficile, senza contare che, pur volendo, tornare a casa la sera dopo una giornata di lavoro lascia poca voglia di applicarsi più di tanto a tutto il resto.
Così ho pensato a come fare per razionalizzare il tutto, e da qui parte la mia idea.

Già tempo prima, surfando la rete, avevo adocchiato il Varigrip (prima era pubblicizzato con altro nome) prodotto da Planet Waves, un simpatico aggeggio che sicuramente molti di voi avranno già visto almeno una volta nella loro vita chitarristica.

Tecnica chitarristica con qualche aiutino

Il funzionamento del Varigrip è molto semplice: una struttura in plastica da impugnare, della grandezza di una mano, sulla cui sommità sono allineati quattro tasti che funzionano come dei pistoncini collegati a delle molle a simulare quattro tasti della chitarra, in modo da esercitare, con la pressione delle molle, le dita della mano che lo impugna. Si possono eseguire vari tipi di esercizi in quanto i tasti, con relative molle, sono indipendenti fra loro.
Secondo l'azienda che lo produce, si avrebbe un immediato vantaggio dato da un miglioramento della muscolatura delle dita, oltre alla possibilità di mantenere calde le dita prima di suonare, anche se si è lontani dallo strumento, prima di un concerto. Il prodotto è disponibile con vari livelli di durezza delle molle, in modo da variare l’intensità dell’esercizio.
La cosa che, però, non mi ha mai convinto all’acquisto è che il Varigrip è troppo passivo, troppo lontano dall’effetto di suonare una chitarra per apparirmi convincente. Non credevo, insomma, di poter migliorare qualcosa utilizzando un oggetto così dissimile da un manico di chitarra.

Da questa mancanza nasce l’idea di quello che poi ho brevettato come un apparato da applicare sul polso per esercitare le dita. Credo che l’immagine allegata alla richiesta di brevetto (poi ottenuto l’anno scorso) sia esplicativa più di mille parole: un polsino vero e proprio, dalla cui sommità partono una serie di elastici che si collegano alla falange distale delle dita, in modo da creare una resistenza più o meno lieve a seconda degli elastici collegati.

Tecnica chitarristica con qualche aiutino

Grazie all’utilizzo dell’apparato si può comodamente suonare la chitarra e quindi impugnare il manico, poiché il palmo è totalmente libero: si può quindi applicare l’esercizio direttamente sullo strumento, ottenendo una maggiore resistenza data dagli elastici collegati alle dita.
Di sicuro la cosa può lasciare un attimo spiazzati, ma ho provato l’apparato prima su me stesso, poi su altre tre persone e i risultati, dopo una normale sessione di esercizio, rimuovendo l’apparato, sono stati un immediato incremento della forza e resistenza della mano sinistra nei legati, nei bending e in tutte le situazioni in cui la mano sinistra deve lavorare: per dirlo in due parole, appena rimosso l'apparato, la mano sinistra sembra leggerissima sul manico, svolgendo con facilità passaggi normalmente duri da eseguire.
Al momento, come scrivevo poc'anzi, l’apparato da polso per l’esercizio della mano sinistra ha ottenuto il brevetto per invenzione industriale, e da allora è rimasto sempre nel cassetto. Ho pensato, con questo articolo, di condividere con Accordo questa mia idea, che può rappresentare uno spunto di riflessione e una occasione per uno scambio di idee.

Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.
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