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Mark Knopfler live a Budapest
Mark Knopfler live a Budapest
di [user #24146] - pubblicato il

Per il Privateering Tour 2013, Mark Knopfler ha fatto tappa a Budapest per un concerto solista in cui ha sviscerato tutto lo stile maturato nella sua lunga carriera. La data ha riservato non poche sorprese, con suoni lontani dal tempo dei Dire Straits.
Per il Privateering Tour 2013, Mark Knopfler ha fatto tappa a Budapest per un concerto solista in cui ha sviscerato tutto lo stile maturato nella sua lunga carriera. La data ha riservato non poche sorprese, con suoni lontani dal tempo dei Dire Straits.

Più di vent'anni sono passati da quando mio padre comprò il primo CD per il nuovo mini hi-fi di casa: la copertina riportava Brothers in Arms...
"Boh - pensai - Dire Straits? Mah!". Ci volle qualche anno per fare apprezzare questo disco alle mie giovani orecchie acerbe, e almeno altri otto per scoprire i precedenti successi indelebili di questa incredibile band (che di fatto si identifica univocamente nel suo leader, Knopfler appunto).
È stato lui, primo su tutti, a farmi interessare alla chitarra, con quel suo tocco unico e un fraseggio sempre molto melodico.
Mi ero dunque promesso di andarlo ad ascoltare live, consapevole che il Knopfler recente è ben lontano dal groove accattivante dei Dire Straits, avendo abbracciato sonorità più legate alla tradizione folk del suo Paese di origine.
Tuttavia, vederlo salire sul palco di Budapest lo scorso 22 giugno, con la sua Stratocaster rossa, mi ha subito esaltato.

Le due ore sono trascorse in fretta, attraverso i successi degli ultimi album, da "What it is" a "Cleaning my gun", passando per "Our Shangri-la" e "Hill Farmer's blues".
Ero sicuro che avrei assistito anche ai vecchi successi, "Sultans of swing" e "Tunnel of love" su tutti, ma ahimè sono rimasto a bocca asciutta. L'amarezza è salita ancor più quando ho scoperto che almeno il primo era in scaletta in molte tappe precedenti del tour. Ma quando le luci si sono accese solo su piano e tastiera, per una meravigliosa intro, lasciando poi spazio a Mark e alla sua Dobro, non è servita neppure una nota per capire che era il turno di "Romeo & Juliet"... e l'occhio si è fatto lucido.

Mark Knopfler live a Budapest

Esaltanti sono stati anche "Telegraph Road" e "So Far away" che ha di fatto chiuso la perfomance.
Impressionante il numero di chitarre sfoggiate da Mark: a parte la red Strat, forse quella usata meno, sono comparse anche una Telecaster, un paio di Les Paul, alcune acustiche (di cui ho scarsa conoscenza, dunque non azzardo dettagli) e la sua mitica Suhr.
Amplificatori: qualche Vox, testate Reinhardt più casse Marshall.

Resto sempre meravigliato da come Knopfler, pur adottando sempre un sound "noto" fatto per lo più di pentatoniche e arpeggi, non riesca mai a essere banale nei suoi assolo.
Ottima anche la band, mai una sbavatura, arricchita anche da un violino e varie chitarre, per un sound sempre molto evocativo nei brani più influenzati dalle radici celtiche.
Ottima anche la gestione dei volumi, mai un problema, davvero un'organizzazione perfetta.

Pieno il palazzetto, nonostante l'assenza di pubblicità in giro per la città. D'altronde Mark è un ospite fisso a Budapest, ci passa con ogni tour, quasi ogni anno... buongustaio!
Devo dire che, sebbene molti pezzi fossero nuovi per me, il concerto è stato molto godibile, un po' per lo spessore del personaggio (quantomeno ai miei occhi) un po' per il tipo di sonorità che si sono alternate sul palco, dal classico blues, al folk, al country al rock più classico.

Vi riporto a seguire la scaletta completa:
01 What It Is
02 Corned Beef City
03 Cleaning my Gun
04 Privateering
05 Father and Son
06 Hill Farmer's Blues
07 I Dug Up a Diamond
08 I Used to Could
09 Romeo and Juliet
10 Song for Sonny Liston
11 Postcards from Paraguay
12 Marbletown
13 Speedway at Nazareth
14 Telegraph Road
15 Shangri-La
16 So far away

In breve, consigliatissimo ai suoi estimatori, ai più giovani e a chi ha voglia di conoscere un grande 
chitarrista.

Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.

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