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Chitarra Metal: tre Riff dei Black Sabbath
Chitarra Metal: tre Riff dei Black Sabbath
di [user #37836] - pubblicato il

Omaggiamo l'uscita del nuovo album dei Black Sabbath con questo approfondimento didattico in cui analizzeremo alcuni degli storici riff di Tony Iommi. In particolare, ci concentreremo su alcune delle sezioni più caratteristiche dei brani "Paranoid", "Iron Man" e "Sweet Leaf".
Omaggiamo l'uscita del nuovo album dei Black Sabbath con questo approfondimento didattico in cui analizzeremo alcuni degli storici riff di Tony Iommi. In particolare, ci concentreremo su alcune delle sezioni più caratteristiche dei brani "Paranoid", "Iron Man" e "Sweet Leaf".

Il brano “Paranoid” è la title track dell’omonimo album uscito per la prima volta in Gran Bretagna nel 1970, a cui ha fatto seguito l’anno successivo l’uscita negli Stati Uniti. Il numero di copie vendute si aggira attorno ai 10 milioni.
Analizziamo il riff introduttivo, cui il brano deve una buona parte di successo.
Questa parte poggia su un bicordo di E5, marcato secondo uno schema ritmico di quarto puntato, quarto puntato, quarto che potremmo pensare anche come 3 ottavi + 3 ottavi + 2 ottavi. Il riff è abbellito da un’acciaccatura posta su tutti gli accenti. La seconda misura introduce alcuni hammer on e si basa sulla scala pentatonica di Em.
)

Per avvicinarmi il più possibile al timbro di chitarra di Iommi ho scelto di utilizzare il pickup al ponte e il canale distorto con gain quasi al minimo; equalizzazione: basse flat, medie leggermente ridotte e alte enfatizzate.


Ora analizziamo il riff di base. Questo si alterna prevalentemente tra i power chord di E5 e D5, con due rapidi inserti di G5. 


A partire dal minuto 1:06 tuttavia, dopo aver esposto il riff nella sua forma classica, la chitarra posizionata a destra svolge un rivolto di D/F# dopo il G5. 


Infine, alla ripresa del cantato a 1:12, basso e chitarre introducono un passaggio pentatonico prima del D5 .

Ecco una riproduzione della chitarra posta a destra da 1:00 a 1:17


Come per il riff introduttivo, anche qui ho scelto di utilizzare il pickup al ponte e il canale distorto con gain molto basso; equalizzazione: basse flat, medie decisamente ridotte e alte enfatizzate.



Il brano “Iron Man” è stato estratto come singolo nel 1971, insieme a “Electric Funeral”, dall’album Paranoid. Il riff principale, che analizzeremo, è stato citato in diverse occasioni come miglior riff heavy metal di sempre e ha portato il brano ai vertici delle classifiche rock e heavy metal di tutti i tempi.
L’efficacia del riff in questione risiede nella semplicità: esso è formato soltanto da una serie di bicordi e da alcuni slide di abbellimento.


Eccone l’esecuzione flat, senza effetti.


Ascoltando attentamente il brano originale, a partire dall’ingresso del riff a 0:23, ci si accorge che la chitarra è posizionata a destra ed è riverberata (il riverbero sembra provenire prevalentemente da sinistra).


Per emulare questa particolare situazione di mix, la traccia di chitarra (registrata rigorosamente senza effetti) è stata posizionata a destra ed inviata ad un riverbero (il plugin Reverence di Cubase) posizionato invece a sinistra. 
Anche in questo caso la scelta è necessariamente ricaduta sul pickup al ponte e sul canale distorto con gain basso; equalizzazione: basse flat, medie decisamente ridotte e alte enfatizzate.



Analizziamo infine il riff di “Sweet Leaf”. Questa parte di chitarra si lascia apprezzare per il sofisticato lavoro di scrittura e arrangiamento. Non ci sono infatti solo power chord ma cromatismi di reminescenza blues, l’utilizzo di sovra incisioni e doppiaggi e, appunto, l’aggiunta di una terza chitarra, dalle sonorità più solistiche, che doppia il riff all’ottava alta.
Esemplifichiamo power chord e cromatismi tramite l’analisi della partitura.



La tecnica della double take consiste nel registrare due volte, su tracce differenti, la stessa parte chitarristica. Quindi si posiziona una traccia a sinistra e l’altra a destra. Il risultato è un suono avvolgente, ricco e soprattutto stereofonico. Un risultato simile, ma a mio avviso meno efficace, può essere ottenuto mediante l’uso di un delay.


Per queste ritmiche è stato utilizzato il pickup al manico e il canale distorto, sempre con gain piuttosto basso; l’equalizzazione è abbastanza analoga a quella delle chitarre precedenti: basse flat, medie ridotte e alte enfatizzate.



Andiamo infine ad aggiungere l’intervento solistico, che per risultare più espressivo è stato colorato in esecuzione con slide e vibrato.



Per la chitarra solista è stato utilizzato il pickup al ponte e il canale distorto con gain un po’ più alto; tutto equalizzato flat. Ascoltiamo il mix completo


Il suono
Per realizzare i sample di questa lezione ho utilizzato.
- Chitarra Cort Z Custom con pickup Seymour Duncan JB (ponte) e ’59 (manico)
- Testata Blackstar HT-5
- Cabinet Triton Custom FS signature 2X12
Il segnale di chitarra diffuso dal cabinet è stato catturato da un microfono Shure SM85 a condensatore e preamplificato da un SPL Goldmike.
Si ringraziano SteelNight Studios ed Eurokustik.

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