di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 11 settembre 2013 ore 13:30
Il campione di vendite TubeMeister torna in una versione da 36 watt e con una circuitazione interamente programmabile. Il GrandMeister è un amplificatore totalmente analogico con effetti integrati e la possibilità di memorizzare fino a 128 preset personalizzati in ogni sfumatura, anche via iPad.
Il campione di vendite TubeMeister torna in una versione da 36 watt e con una circuitazione interamente programmabile. Il GrandMeister è un amplificatore totalmente analogico con effetti integrati e la possibilità di memorizzare fino a 128 preset personalizzati in ogni sfumatura, anche via iPad.
Con l'introduzione del GrandMeister, H&K cambia di colpo le carte giocate finora con la serie Meister. Che i TubeMeister avessero un debole per i design moderni e le nuove tecnologie non era un segreto, ma è con il GrandMeister 36 che l'azienda tedesca compie il salto in direzione della versatilità massima, grazie alla presenza di controlli rotativi anziché potenziometri e un'interazione totale con il protocollo MIDI.
Le feature principali sono già note ai fan di H&K: quattro EL84 scatenano 36 watt di potenza convertibili a 18, 5 o un watt, fino anche a disattivare del tutto l'output per registrare le esibizioni in totale silenzio attraverso la rodata uscita Red Box con simulazione di cassa. Non manca il loop effetti ed è presente l'utile noise gate. Immancabile anche il controllo del bias automatico, che entra in funzione quando la testata viene accesa.
L'amplificatore, alla base, è un TubeMeister 36, con il quale condivide aspetto e sonorità, ma sotto la scocca nera si nascondono diverse novità. Primo tra tutti, il sistema Smart Rotary Controls sostituito alle classiche manopole. Il GrandMeister, al posto dei potenziometri, usa dei selettori rotativi con i quali, invece di agire sul valore di una sola resistenza variabile, si vanno ad attivare fisicamente delle diverse resistenze a seconda della posizione della manopola. Ciò rende possibile modificare direttamente i valori dell'amplificatore anche attraverso comandi inviati da altre fonti, quali protocollo MIDI e controller esterni. Il GrandMeister sfrutta a pieno questa opportunità e fa sì che l'utente possa modellare e salvare fino a 128 suoni differenti, stipandoli in altrettanti banchi MIDI pur restando interamente nell'ambito dei suoni analogici. Non c'è alcuna conversione in digitale nell'amplificatore, ma i preset richiamano fisicamente i diversi valori per le resistenze nascoste dietro le manopole, così da sortire lo stesso effetto che si avrebbe muovendo manualmente i controlli di volume, i toni eccetera. Se si considerano le variabili introdotte dalla presenza di quattro canali più un boost di gain, le possibilità timbriche diventano davvero tante.
Rispetto ai vecchi TubeMeister, il GrandMeister aggiunge anche una serie di effetti integrati: riverbero, delay, flanger, phaser, tremolo e chorus. Gli effetti sono l'unica parte digitale dell'amplificatore ma, per non compromettere il percorso analogico, sono posti su un loop parallelo. Basta disattivarli e ci si trova nuovamente a che fare con una catena full analog.
Effetti e preset sono controllabili attraverso una pedaliera dedicata, mentre per personalizzare con maggior praticità ed efficacia i suoni è consigliabile avere un iPad. Usando un'applicazione gratuita, l'utente può editare e creare i preset, può rinominarli e attivarli in ogni momento. Anche in questo caso, quando si agisce sul valore di una manopola riportata sull'interfaccia touch dell'iPad, sono le resistenze interne al GrandMeister ad attivarsi e disattivarsi per fornire il valore voluto.
È sicuramente un po' fantasiosa la ricostruzione in 3D proposta da Hughes & Kettner per il lancio dell'amplificatore, con tanto di lampi di luce che attraversano i circuiti e valvole motorizzate, ma alcune sequenze illustrano a dovere quelli che sono i punti di forza del GrandMeister, amplificatore che non tarderà a farsi vedere nei negozi.