Nessun’orgia di luci e lucette e led e manopole e cursori, nessun equalizzatore, non c’è niente di più dello strettissimo necessario.
Eppure, come nel caso del Basso Fender, tanta semplicità è abbinata ad un successo planetario che dura dal 1951, anno di fabbricazione e commercializzazione.
Il fatto è che con apparecchiature di questo tipo puoi fare una cosa sola: suonare, e chi ama suonare e sa suonare, non necessita di molti orpelli, non passa ore a giocare con manopole, equalizzatori, pedali e quant’altro, il tempo lo dedica a suonare, il resto non gli interessa gran che.
Difatti, e questa magari sarà una provocazione, gli acusticanti sono certamente più musicisti e meno elettricisti. In fondo chi suona l’acustica, una volta trovata la chitarra giusta, non va a cercarsi altri grattacapi, oppure pensiamo al pianista, il suo pianoforte è quello, con quel suono, stop. Pure i pianoforte digitali, hanno quei tre/quattro suoni e basta.
Concludendo, io sono dell’idea che chi si si macera nei mille dubbi sul tal pedalino forse, e ripeto forse, in fondo in fondo è poco interessato a suonare.