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Carella GCM 800: amp in a box
Carella GCM 800: amp in a box
di [user #16167] - pubblicato il

Il nome GCM800 tira in gioco sonorità che facilmente possono deludere se non trattate nella giusta maniera. Serve la pacca, il sound in faccia, una pasta energica. Con Michele Quaini abbiamo verificato quanta sostanza si nasconde nello stompbox Carella Guitars.
Prosegue il nostro viaggio attraverso gli oggetti più sfiziosi del made in Italy e questa volta tra le nostre grinfie è capitato il Carella GCM800, un nome che tira in gioco sonorità che facilmente possono deludere se non trattate nella giusta maniera. Serve la pacca, il sound in faccia, una pasta energica. Con Michele Quaini abbiamo provato la tenuta delle pareti del suo studio, per verificare quanta sostanza si nasconde in questa stompbox.

Racchiuso in uno luccicante case argento metallizzato batte il cuore di questo distorsore, il GCM800 Carella Guitars, votato, secondo la descrizione presente sul sito della casa costruttrice al puro Brown Sound. L’operazione di mettere un intero amplificatore in un pedale non è certo nuova. Trasformare le valvole in transistor è un giochetto all’apparenza facile facile ma che può nascondere diverse insidie. Solitamente la cosa più difficile da rendere è la dinamica di un amplificatore, la risposta al tocco, in grado di trasformare un sound lead in crunch spompo tendende al clean. Con questa premessa è giunto il momento di dare un’occhiata più da vicino a questo pedale, che ha da rispettare non poche aspettative. Oltre al pulsante di accensione, true bypass sul GCM 800 troviamo i tre controlli standard di Tono, Volume e Gain, niente più, se non il piccolo led super luminoso. La semplicità spesso paga, soprattutto quando si vuole riprodurre il sound di un JCM 800, notoriamente un amplificatore poco fumo e tutto arrosto. 


Accendiamo il pedale e l’assenza di suono con gain a zero ci ricorda quanto il GCM800 vuole essere simile a una vera testata per chitarra, quindi dopo i primi secondi di panico smanacciando cavo, selettore e amplificatore alziamo il potenziometro del gain e proviamo a dare un paio di pennate. Certo tra le mani non abbiamo una Stratocaster mancina con palettone, però il sentore è subito quello giusto. Con volume e tone a ore undici, per preservare l’intonaco delle pareti iniziamo a giocare con qualche lick blues. Ancora le ritmiche non sono il suo forte, ma diamine abbiamo il gain al minimo! Quello che però colpisce subito è l’incresparsi del suono aumentando la violenza delle pennate, un buon presagio per quanto riguarda la dinamica. Il timbro è corposo e ben bilanciato, per nulla acidulo. Giochiamo un po’ con l’efficace controllo del tono, in grado di dare un po’ di chiarezza agli humbucker più chiusi oppure limare i fendenti dei single coil più cazzuti. Ruotiamo però leggermente il pot per aumentare la saturazione e vedere finalmente di che pasta è fatta questa Marshall, ops, Carella. Se prima il sound era un po’ spompo, ora il timbro si fa corposo e ben più aggressivo. Aumentano le armoniche e si comincia a venire incredibilmente attratti dai power chord. Le ritmiche iniziano a farsi toste e credibili e il sustain aumenta linearmente con la distorsione. Soddisfacente sempre la dinamica che risponde precisa alle variazioni di tocco e di volume con il potenziometro sulla chitarra. Con l’humbucker al ponte della Viola ci si può già lanciare in qualche assolo, bagnando magari il sound con un po’ di delay mentre con il single coil al manico qualche riff di Hendrixiana memoria è d’obbligo. Ancora manca mezza manopola di guadagno e allora andiamo quasi a fondo corsa. Brown sound? Ci siamo! Se c’è una cosa bella nell’avere un pedale anziché un vero amplificatore, dimensioni e peso a parte, è la possibilità di tirare a cannone il suono e gustare a pieno la potenza di una distorsione piena, aggressiva e colorata senza indossare le cuffie di protezione. Forti di questo fatto iniziamo a suonare passando da assolo in sweep e tapping fino a ritmiche EVH style. In tutte le salse il GCM 800 risulta credibile e la sua pasta è molto vicina a quella delle vere testate Marshall.

Amp in a box? Si non siamo molto lontani dall’obbiettivo di rendere compatto un bestione da svariati chili. Ovviamente il limite è che si riesce a simulare al meglio la distorsione lasciando i clean veri e proprio solo alle valvole quelle vere. In fondo però abbiamo tra le mani tutto sommato un distorsore che si rifà a una Marshall JCM 800 riuscendo nel delicato obbiettivo di confondere un ascoltatore di spalle, con in più la possibilità di avere un sound potente e aggressivo anche a bassi volumi, cosa molto comoda sui palchi moderni. Woodstock e l’Isola di Wight sono lontani, quindi questo Carella è un’arma micidiale! 

Il prezzo è in linea con quello dei distorsori boutique presenti sul mercato 130 euro circa, per tutte le info e i dettagli cliccate qui


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Carella Guitars
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