di FBASS [user #22255] - pubblicato il 18 dicembre 2013 ore 23:44
Come deve fare per ammazzare il tempo un modesto pensionato di Trenitalia, cioè me medesimo; è vero che mi sono inscritto quasi subito all'elenco dei CTU della Procura della Repubblica della mia città natale, è vero che collaboro con un folto gruppo di architettine mie conoscenti ( una in particolare mi telefona spesso e si è messa in testa di recuperare i vecchi Tabacchifici della Piana del Sele, io le faccio i calcoli strutturali e monto e smonto i pannelli illustrativi alti 2 metri, che da 11 sono passati recentemente a 17... che brutto numero per noi partenopei...."Aglio, fravaglio fattura che nu' quaglia, capariccia e capa d'aglio ..." diceva Pappagone, al secolo Peppino de Filippo, con la sua carta d"indindirintà"! ), ma il tempo a casa non passava e così mi sono inventato un'attività. In cosa consiste, presto detto, io sono il figlio di un conosciutissimo artista napoletano, pittore e realizzatore di vetrate artistiche a fuoco, da lui ho ereditato una buona capacità da disegnatore, ma non ho voluto seguire le sue orme ( diceva il mio povero papà "di morti di fame in famiglia ne bastava già uno..." cioè lui, anche se non ha poi mai capito, proprio lui che era un artista, sebbene in un altro campo, il mio amore per la musica e gli strumenti musicali in genere, ma era anche molto intonato nel cantare ), avendo poi da mio nonno materno Lorenzo ereditato una buona dimestichezza con le lime ed attrezzi vari ( lui era un bravo riparatore di armi da caccia, io da ragazzo gli giravo la ventolina della piccola forgia ove riscalava le molle e percussori da temperare, poi era il "re dei calci da fucile" in legno, lisci o decorati ) pertanto, avendo da anni la passione anche per l'elettronica ed HI-FI, mi costruivo già le casse acustiche ed i mobili degli amplificatori da giovane, con discreti risultati. Con il tempo ho acquisito poi la passione per il flauto traverso ( ne ho anche comperato il top una quindicina d'anni fa, un Muramatsu in argento ), ho deciso quindi di costruirmi personalmente i "parenti poveri" dello stesso. Ne ho scelti due che mi sono sempre piaciuti, il Quena andino ed il Friscalettu siciliano, utilizzando come titolo dell'attività un fac-simile di uno dei racconti mensili citati nel capolavoro di Edmondo De Amicis, il libro Cuore, cioè "Dagli Appennini alle Ande", ho deciso quindi di chiamare questo mio passatempo "Dai Peloritani alle Ande". NB) "Dagli Appennini alle Ande" narra invece la storia di Marco, un ragazzo che da Genova si imbarca alla volta di Buenos Aires per raggiungere sua madre, emigrata in Argentina per lavoro, che ammalata rifitava di farsi operare, ma raggiunta e ritrovata dal figlio, dopo innumerevoli peripezie, cambia poi idea e decide di sottoporsi all'operazione chirurgica che le salverà la vita. Bellissimo racconto di fine ottocento :
Dei Quena (e di diverse misure, ma sempre a 6 fori più il portavace ), ne ho realizzati già una quindicina, regalandone molti agli amici musicisti che ne sono rimasti entusiati, me ne sono tenuti 2, uno in SOL da 378 mm ed uno in DO da 280 mm; dei Friscaletti invece, cioè dei due modelli a 7 + 2 ed a 6 + 2 fori, ne ho realizzati 9, di cui 7 regalati e 2 me li sono tenuti ( ma non è detta l'ultima parola visto che come li caccio fuori me li richiedono, a gratis s'intende ). Gli strumenti sono realizzati entrambi in canna ( Arundo Donax ) che trovo gratis lungo un vecchio canale d'irrigazione, meglio se stagionata per un po' in posizione verticale, facilitandone così l'essicatura, invece per il tappo del friscalettu uso i rami caduti di una quercia che si erge maestosa nella strada ove abito ( anzi è pure fuori del marciapiede, invadendo la stessa strada asfaltata, ma guai a chi la tocca ), mentre in Sicila preferiscono i rami del fico, quest'ultimi però dopo 2-3 anni di stagionatura. Preciso che preferisco il taglio dritto del becco per il friscalettu, mentre il Quena è molto difficile da suonare, ma quel taglio a U gli conferisce il suo suono caratteristico da "Flauto di PAN" ( un amico peruviano, che li fa e da cui ho comperato sia alcuni flauti di Pan che fischietti a culisse, mi ha precisato che preferisce realizzarli invece con il becco da flauto dolce, poichè secondo lui, noi quì non sappiamo suonare quelli realizzati nella maniera originale, ma l'ho fatto ricredere ). Io poi ne ho realizzati anche 3 in PVC da 378 mm ed anche altri due da 610 mm, con la speranza di farci dei buoni "Baritono", ancora più "tosti" da suonare per la distanza dei 6 fori, ma a mio giudizio ed orecchio forse suonano pure meglio di quelli realizzati in canna, sono entrambi di color bianco o grigio :
Ultimamente però ho deciso di farne un altro di baritono, questa volta in canna, di lunghezza 540 mm e ne ho realizzato recentemente anche un 1/2 baritono da 470 mm, ma sempre con lo stesso materiale ( di canna se ne deve poi scegliere una dritta, con poche sezioni lunghe, occhio ragazzi, diciamo ragazzi !!! ). Eccovi la foto delle misure di quelli in vendita sul mercato ( che ho pescato su Internet ), mentre vi allego dei disegni per la realizzazione degli stessi; non è facile credetemi, bisogna avere pazienza e buone lime, anche qualche punta da trapano e senso delle misure e quanto più circolari possibili in quelle fatte a mano: